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I nostri bambini d'oggi

Da una ricerca di Save the children: mangiano male, giocano in casa e fanno poco sport

13 luglio 2012

Le abitudini alimentari dei bimbi italiani presentano delle zone d'ombra. Nonostante i genitori dichiarino di conoscere in genere le regole per un regime salutare (89%), il 37% di loro non le applica con i propri figli. Come conseguenza, circa un ragazzo su 4 mangia la frutta solo un paio di volte la settimana o meno spesso. I bambini inoltre non iniziano correttamente la giornata facendo colazione nel 19% dei casi (41% a Palermo e 29% a Napoli e con un picco del 26% tra i bambini tra gli 11 e i 13 anni), e mai o solo qualche volta a casa per il 12% di essi.
Sono alcuni dei dati messi in evidenza da una ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children e Kraft Foods Italia sugli stili di vita dei bambini e dei ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni nel nostro Paese.

È soprattutto dai pediatri che i genitori vorrebbero avere più informazioni su una corretta alimentazione (53%, che diventa il 71% a Sassari), seguiti dagli insegnanti dei propri figli (19%, che tocca il 33% a Torino), ma anche dai media (16%, con un picco del 28% a Milano). Per quanto riguarda la colazione, risulta in flessione la percentuale dei ragazzi che la fa abitualmente al bar, passata dal 5 all'1%, probabile specchio della crisi economica delle famiglie italiane (infatti le famiglie che dicono di essere in difficoltà passano dal 19% del 2011 al 29% del 2012). E se si indaga su cosa mangiano i ragazzi, sono latte (65%), biscotti (47%) e cereali (39%) a farla da padroni. Per la maggior parte di essi, pari al 57%, comunque la colazione varia.

La merenda fuori dai pasti principali (intesi come colazione, pranzo e cena) è un'abitudine consolidata solo per il 25% dei bambini italiani, a cui si aggiunge un 43% che lo fa qualche volta alla settimana, e la maggior parte di loro lo fa a metà pomeriggio (65%): la raccomandazione dei pediatri di effettuare 5 pasti nell'arco della giornata è ben lontana dall'essere praticata.
Quasi un ragazzo su 10 mangia a pranzo da solo a casa (l'8% in media, ma la percentuale rimane del 6% anche per i bambini tra i 6 e i 10 anni ) o fuori con gli amici (il 5%, che diventa 9% a Napoli, 8% a Palermo e 7% a Catania). Anche a cena, il 12% non mangia quasi mai o solo qualche volta a tavola con i genitori.

Ben il 39% dei bambini dichiara di mangiare sempre davanti alla tv, percentuale che sale al 44% al sud e nelle isole, con un 59% dei genitori che non contesta il fatto o non c’è , mentre il restante 41% borbotta ma accetta la situazione. L'obesità o il sovrappeso dei bambini e ragazzi in Italia appare per i genitori un problema consueto e che colpisce un cospicuo numero di ragazzi: un genitore su quattro afferma che riguardi oltre il 30% dei bambini del nostro Paese, e in particolare la fascia d'età dai 6 ai 10 anni (per il 64% di questi). Il sovrappeso è maggiormente presente in famiglie che denunciano qualche problematica o difficoltà relazionale o famiglie mono-reddito, in cui le madri sono casalinghe.
"Anche per quanto riguarda il pianeta nutrizione - afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - emergono luci e ombre. Se è vero che la maggior parte dei bambini e ragazzi italiani mangiano più o meno abitualmente frutta e verdura, è anche vero che solo un bambino su quattro fa propria la raccomandazione di pediatri e nutrizionisti di fare 5 pasti al giorno, un bambino su 10 decide autonomamente cosa mangiare e aumenta il numero dei genitori che non contesta ai figli il fatto di mangiare di fronte alla tv. Tali comportamenti a rischio si registrano soprattutto in contesti socio-economici disagiati e potrebbero estendersi a causa della crisi economica, che secondo la ricerca Ipsos sta mettendo in difficoltà il 29% delle famiglie italiane, con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno".

E' questa la sfida che Save the Children ha raccolto più di un anno fa insieme a Kraft Foods Foundation e in partnership con il Centro sportivo italiano (Csi) e l'Unione italiana sport per tutti (Uisp), lanciando 'Pronti, partenza, via!', un progetto triennale per sostenere, con interventi mirati, la pratica motoria e sportiva e l’educazione alimentare dei bambini. 'Pronti, partenza, via!', gode del patrocinio della Sip (Società italiana di pediatria) e dell'Autorità garante per infanzia e l'adolescenza. L'intervento si propone di sensibilizzare, informare e coinvolgere bambini, genitori, insegnanti e operatori del settore per promuovere stili di vita più salutari in aree particolarmente disagiate di 10 città italiane distribuite su tutto il territorio nazionale: Torino, Genova, Milano, Aprilia, Ancona, Sassari, Napoli, Bari, Palermo e Catania. Tra gli interventi che fanno parte del progetto, il recupero di spazi e strutture in-door e out-door, che si trovano in zone disagiate delle città - campi da gioco, percorsi sportivi, spazi verdi, campi polivalenti, skate e roller park, piste podistiche e ciclabili - ma anche l'azione formativa ed educativa specialistica all'interno delle scuole primarie.

A Palermo e Catania - Quasi un bambino su due, a Catania e a Palermo, mangia davanti alla tv. Secondo il report, il 73% di quelli catanesi e il 69% di quelli palermitani passa il proprio tempo libero al chiuso. Il bimbo a scuola fa attività fisica ma in strutture considerate inadeguate dal 60% dei minori palermitani e dal 41% di quelli catanesi.
Questo il risultato a un anno dal lancio nei quartieri a maggiore rischio sociale di dieci città italiane del progetto d'intervento triennale ‘Pronti, partenza, via!', che a Palermo e a Catania circa 2.700 i minori, genitori e insegnanti coinvolti in attività ludico-sportive e di educazione alimentare, rispettivamente nei quartieri Acquasanta e Arenella e San Giovanni Galermo.

Più di un bambino su dieci (il 15%) a Palermo e oltre due su dieci a Catania (21%) non fa nessuna attività motoria nel tempo libero: il costo elevato delle strutture ma anche un più diffuso disinteresse verso lo sport risultano essere le motivazioni prevalenti che accomunano i bambini siciliani al più ampio campione delle Isole e del Sud Italia dove forniscono queste motivazioni rispettivamente il 32% e il 20% dei minori intervistati.
Una situazione confermata anche dai genitori: il 73% di madri e padri catanesi e il 69% di quelli palermitani dichiara che i propri figli passano il tempo libero prevalentemente a casa propria o di amici, percentuale al disopra della media che si attesta al 66% nell'intero Sud e nelle Isole.
Per il 43% dei genitori catanesi l'impedimento maggiore a che i propri figli non facciano sport è l'impossibilità di accompagnarli, mentre per quelli palermitani è soprattutto la mancanza di condizioni di sicurezza e pulizia adeguate (ragione portata dal 39% degli intervistati) e l'assenza di spazi adeguati (34%).

[Informazioni tratte da Adnkronos Salute, Lasiciliaweb.it]

 

 

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13 luglio 2012
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