Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

I numeri della mafia stavolta non sono usciti. Denunciata richiesta di ''pizzo'' sala bingo più grande d'Europa

11 gennaio 2008

In uno dei “pizzini” trovati ai boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo veniva dato il via libera a proseguire con la richiesta di estorsione di 700 mila euro ad un'imprenditore palermitano gestore della sala Bingo Millionare a Moncalieri (Torino), la sala Bingo più grande d'Europa.
I capimafia venivano informati dell'operazione che era stata avviata dagli uomini delle cosche per imporre il pizzo sull'attività che la vittima aveva in Piemonte. La sala Bingo Millionare è stata aperta nel luglio del 2007 e si estende su una superfice di 3500 metri quadrati, disposta su due lussuosi piani. 110 i dipendenti già assunti, 1300 posti a sedere in sala, centro scommesse sportive e ippiche,79 slot machine in stile casinò.

Secondo quanto emerge dall'inchiesta, dunque, i due boss palermitani potevano contare su referenti di Cosa nostra nel capoluogo piemontese. E proprio grazie a questa inchiesta e alla denuncia dell'imprenditore palermitano, che già molto tempo prima della pubblicazione dei nomi elencati nel libro ''mastro'' dei Lo Piccolo si era rivolto ad Addiopizzo e all'associazione antiracket Libero Futuro ai quali aveva raccontato di avere subito minacce, ieri mattina le forze di polizia hanno potuto arrestare i pluripregiudicati Calogero Pillitteri, 38 anni, e Ottavio Magnis, 37 anni. Quest'ultimo è stato fermato a Torino.
I provvedimenti di fermo sono stati emessi dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Marzia Sabella e Francesco Del Bene, coordinati dai procuratori aggiunti, Giuseppe Pignatone e Alfeddo Morvillo.

L'imprenditore ha raccontato di aver subito minacce e intimidazioni da parte dei due indagati arrestati dalla polizia. Dalle indagini è emerso che un primo contatto con gli estortori era avvenuto a Palermo, dove l'imprenditore ha subito anche la minaccia di un attentato dinamitardo, seguito dalla richiesta del pagamento di 700 mila euro. Contemporaneamente a questo episodio alcuni complici legavano con delle catene i cancelli della sala Bingo di Moncalieri.
L'uomo ha denunciato i fatti, e le indagini che sono state sviluppate, anche grazie alle intercettazioni, hanno portato a delineare il quadro della vicenda legata al racket delle estorsioni.
Calogero Pillitteri, uno degli arrestati, è cognato di Francesco e Giovanni Bonanno, indicati come esponenti mafiosi. L'uomo è stato bloccato a Palermo dagli agenti della polizia.

Ottavio Magnis è stato arrestato a Torino grazie alla collaborazione della locale Squadra Mobile. Secondo l'inchiesta, Magnis avrebbe avuto un ruolo di referente torinese e appoggio logistico nei vari tentativi di intimidazione nei confronti dell'imprenditore palermitano. Emergono d'altra parte alcune connessioni di Magnis con la gestione e l'utilizzo di videopoker non regolari in sale gioco torinesi. L'uomo era noto da tempo alla squadra mobile di Torino per reati contro il patrimonio e la persona, tra cui delle rapine, e per questo aveva scontato alcuni periodi di detenzione, ma era libero ormai da alcuni anni.
L'uomo è stato catturato vicino alla sua abitazione, un appartamento che avevo preso in affitto in corso Agnelli, in una zona semiperiferica della città, dove stava con la famiglia, anche se la sua residenza ufficiale era a Nichelino, nell'hinterland torinese. Di fronte agli agenti della Questura si è mostrato incredulo e ha affermato: "Io non c'entro niente, mi hanno incastrato" e con estrema calma ha continuato a mantenere la sua versione. Non è chiaro però come potesse mantenere il suo tenore di vita, a partire dall'appartamento in affitto fino all'utilizzo di un'automobile Mercedes, dal momento che non risulta avere redditi legali ormai da anni.

Per l'imprenditore palermitano, che ha deciso di denunciare tutto alla polizia grazie al sostegno di Addio pizzo e Libero Futuro, sono state previste misure di protezione che non sono state rivelate dagli inquirenti per motivi di sicurezza.
"Libero Futuro, Fai e comitato Addiopizzo - si legge in una nota redatta dalle associazioni antiracket - hanno seguito e sostenuto sin dal primo momento l'imprenditore cha ha sempre denunciato ogni tentativo di estorsione. La pubblicazione del libro mastro e dei documenti di Lo Piccolo ha certamente condizionato il corso delle indagini e ha gettato una cattiva luce su un imprenditore che invece ha avuto un atteggiamento ineccepibile sin dal primo momento e cioè prima che la lista fosse pubblicata".

“Questa operazione è il risultato della collaborazione di Libero Futuro con la squadra mobile di Palermo”, ha detto Tano Grasso, presidente della Federazione nazionale antiracket.
Per il questore di Palermo, Giuseppe Caruso, la denuncia dell'imprenditore “è l'ultimo segnale importante che testimonia l'inizio di una svolta culturale in Sicilia”.
“E' un segnale importante nel momento in cui Confindustria invita gli imprenditori a rivoltarsi contro il pizzo denunciando le richieste del racket”, ha affermato il procuratore aggiunto di Palermo, Giuseppe Pignatone.

E a Trapani nasce una nuova associazione antiracket - E' stata costituita ieri mattina davanti a un notaio l'Associazione antiracket e antiusura di Trapani. Il comitato direttivo ha eletto presidente Paolo Salerno, un imprenditore del settore marketing. Suo vice Enzo Ingraldi, già sindaco del comune di Vita e attuale presidente provinciale di Legacoop. Fanno parte dell'associazione: Confindustria, Api, Cia, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Lega nazionale cooperative e mutue, Confcooperative, Provincia regionale, Confesercenti, Upia casartigiani, gli ordini professionali di architetti, ingegneri, avvocati, dottori commercialisti; e ancora, Cgil, Cisl, Uil, Ugl. "Prima di rilasciare dichiarazioni preferisco valutare le prime azioni concrete da intraprendere", ha detto il neo presidente Salerno. Il vice presidente, Ingraldi, ha annunciato che "come primo passo si procederà a un confronto con altre associazioni che hanno già maturato un'esperienza sul campo in Sicilia".

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

11 gennaio 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia