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I parlamentari M5S vogliono fuori la Gambaro

Il MoVimento 5 Stelle ha detto sì all'espulsione della dissidente, ma l'ultima parola sarà della rete

18 giugno 2013

I parlamentari del Movimento Cinque Stelle hanno detto sì (79 sì, 42 no e 9 astenuti) all'allontanamento della loro senatrice dissidente Adele Gambaro, rea di aver criticato il modo di comunicare di Beppe Grillo.
Il 'processo' da parte dei gruppi parlamentari grillini, si è tenuto ieri verso le 19:00, ma non è andata in onda in diretta streaming come previsto. L'assemblea congiunta formata da tutti i senatori e deputati stellati ha votato infatti per il no. Per concordare la linea da seguire nella 'requisitoria' contro la parlamentare emiliana del M5S, i senatori ortodossi Vito Crimi e Nicola Morra si erano riuniti già in mattinata. L'obiettivo era chiarire che chi si oppone al giudizio si schiera contro la Rete. E mette in discussione il leader, Beppe Grillo, che l’altro ieri infatti ha tuonato ai suoi: "Non è una conta sulla senatrice, ma sul Movimento. E su di me".

Dopo più di un'ora dall'inizio della riunione, Adele Gambaro ha lasciato l'assemblea dei parlamentari M5S dopo aver letto una lettera in cui, secondo lo staff della comunicazione, si è detta dispiaciuta ma non ha chiesto scusa. E ha confermato il suo no alle dimissioni.
Il voto che ne ha sancito l'allontanamento è arrivato poco prima delle 23, ma la decisione definitiva viene demandata a una consultazione in Rete.

Prima della riunione congiunta dei parlamentari del M5S, si era svolto un vertice preliminare (questo, però, trasmesso in streaming) a palazzo Madama dei soli senatori (per lo più "colombe"), per provare a mediare e cercare di sottrarre dall'espulsione la senatrice Adele Gambaro, presente all'incontro. Quasi tutti senatori hanno difeso la collega e complessivamente la riunione è apparsa come un tentativo di riconciliazione. Una frase, pronunciata a turno dai vari partecipanti, può riassumere il senso dell'assemblea: "Adele ha sbagliato e deve chiedere scusa, ma dobbiamo restare uniti, non possiamo spaccarci adesso".

Da parte sua, il capogruppo Nicola Morra ha ammesso di trovarsi in difficoltà ("Questi sono i giorni più brutti della mia vita") e, rivolgendosi alla base, ha ribadito la necessità di riportare il dibattito su toni di civiltà: "Chiunque si azzardi a fare minacce fisiche in Rete o a fomentarle, tipo 'vengo a prenderti sotto casa', è fuori dal Movimento. Dal dialogo non si può passare ad altro, altrimenti non sono i valori del M5S". Mentre il suo predecessore Vito Crimi - presente all'incontro anche se in un primo tempo aveva negato la sua partecipazione - ha precisato: "Non votiamo nessuna espulsione, ma rimettiamo il giudizio alla Rete. E' un nostro dovere".

In vista della resa dei conti e della manifestazione pro Grillo oggi in piazza Montecitorio, i falchi a cinque stelle si sono scatenati sul web. Il deputato Manlio Di Stefano è andato giù duro e ha scritto su Facebook: "La dignità o ce l'hai o non ce l'hai. La coerenza o ce l'hai o non ce l'hai. In Italia non si rispettano i contratti legali vincolanti, figuriamoci quelli morali non vincolanti. È stato chiesto troppo a queste persone. Fatele andare via tutte in un sol colpo. Spero vivamente che il M5S perda tutti gli elementi nocivi, tutti quegli elementi tossici che possono 'infettare', anche solo involontariamente, tutti gli altri. E' un po' la legge di Darwin 'sopravvivono i più forti, i non deboli".

Poi, nel corso dell'assemblea, ha invitato chi non è d'accordo con il Movimento a dirlo e ad andare via: "Invece di stare a parlare ogni giorno di dissidenti se c'è qualcuno che non è d'accordo con il movimento si alzi ora, lo dica, faccia il suo percorso lontano da noi".

Più tardi, Di Stefano ha sparato a zero sulla collega Paola Pinna, rea di aver difeso Adele Gambaro, definendola "una Cosetta dei Miserabili laureata, disoccupata che viveva con i genitori a Quartuccio Cagliari e con 100 voti 100 è diventata deputata al Parlamento". E l'ha attaccata: "Invece di spargere petali di rosa dove Grillo cammina, sorge in difesa di una certa Gambaro, un'altra miracolata che si crede Che Guevara". La risposta è arrivata subito dopo il voto, nel corso della trasmissione Piazza Pulita su La7: "L'ho scritto anche nell'intervista. E' un clima da psicopolizia. Esagerato. Prendetelo come un valore simbolico. Basta chiedere perché non è stata fatta una certa votazione e si dice 'tu vai via per i soldi, tu eri per l'accordo con il Pd'; è un modo per 'delegittimare le persone'".

Di "stato di guerra" ha parlato addirittura il senatore Maurizio Buccarella, usando con un linguaggio bellicoso: "Dopo quasi 20 ore di riunioni di gruppo svolte negli ultimi giorni, sotto l'assedio mediatico della stampa nemica che, percepito l'odore del sangue, si avventa come un branco di squali per distruggere e dividere i parlamentari - ha scritto anche lui su Facebook - fra loro e fra loro e Grillo, oggi avremo finalmente l'opportunità di sentire dalla diretta voce della collega, che ha ben pensato di eclissarsi fino ad oggi dalle suddette riunioni sfinenti, il suo pensiero e le sue intenzioni". E ha concluso affermando che la Gambaro "deve fare un passo indietro".

E se domenica, 12 senatori hanno diffuso una nota per negare qualsiasi tentazione "scissionista", la situazione alla Camera è meno chiara. Qui i 'ribelli' stanno lavorando alla stesura di un nuovo statuto più aperto alla democrazia interna. Contro di loro i falchi avrebbero pronto un dossier, pieno di interviste e indizi, che ha lo scopo di inchiodare chi lavora nell'ombra per ribaltare gli equilibri interni al gruppo. Sui dissidenti aleggia anche il sospetto della compravendita dei voti, sui cui ieri è intervenuto anche Luigi Di Maio ad Agorà su Rai Tre: "Il sospetto c'è - ha detto il deputato stellato - il capogruppo alla Camera Riccardo Nuti, ne ha parlato con consapevolezza, io ho la stessa preoccupazione. E' stato anche criticato dal Pd. Non ho capito se queste persone hanno la coda di paglia o se si sono sentite chiamate in causa quando noi non lo abbiamo mai fatto".

"Forse siamo stati eccessivamente buoni all'inizio. Un gruppo politico deve far rispettare le regole. E' quello che manca in Italia. Chiederemo d'ora in poi il rispetto delle regole...". Così ha parlato Riccardo Nuti, capogruppo M5s alla Camera, in diretta dal web channel LaCosa del blog di Beppe Grillo. "Non si tratta di criticare Beppe Grillo - ha aggiunto - ma di aver tradito tutto quello che si è detto in assemblea".

"Noi siamo semplicemente una punta di diamante che lavora per tutti quei cittadini che hanno deciso di farla finita con questo sistema. E' giusto che gli attivisti valutino la 'questione Gambaro' e si esprimano con pacatezza". Così Nicola Morra, capogruppo M5s al Senato ha commentato la decisione dell'assemblea del movimento di espellere la Gambaro e dare la parola alla Rete. "Le regole devono essere applicate", ha continuato Morra sottolineando che "in Italia molto spesso le regole vengono evocate per poi non essere applicate". [Fonte: Repubblica.it]

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18 giugno 2013
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