I PETROLIERI
Schiaffo delle compagnie petrolifere al governo: ''Il prezzo del carburante non si tocca neanche di un centesimo''
Quasi come se fosse una... tradizione agostana (brutta, bruttissima, e subìta dalla maggior parte delle persone), alla vigilia del grande esodo delle ferie il prezzo dei carburanti subisce un balzo in avanti. I petrolieri allargano le braccia, e assicurano che loro e le loro compagnie non hanno alcuna responsabilità diretta, perché sono costrette a stare appresso alle oscillazioni del mercato.
Quindi la benzina aumenta, un po' come la temperatura, e di conseguenza aumenta il malcontento dei consumatori che si ritrovano sfacciatamente fregati senza che nessuno faccia niente per loro. Ci si può solo affidare alle associazioni dei consumatori (come dire, fare affidamento solo a se stessi), che giusto nei giorni scorsi, mentre i vari marchi petroliferi facevano la corsa "a chi aumenta di più il prezzo", hanno esplicitamente chiesto al governo di promuovere azioni concrete. "Non c’è più spazio per l’indignazione - ha scritto Federconsumatori in una nota - È necessario intervenire con decisione su tale versante, passando finalmente dalle parole ai fatti, come ribadiamo da tempo. In particolare è indispensabile agire su tre fronti. In particolare, portando finalmente a compimento la configurazione dell’Autorità per l’Energia e dotando tale organismo di responsabilità di verifica e controllo, ma anche di sanzione, soprattutto in relazione ai prezzi dei prodotti petroliferi; in secondo luogo verificando l’efficienza dell’intera filiera petrolifera nel nostro Paese, a partire dalla raffinazione, al fine di comprendere il perché dell’esistenza di un differenziale (dai 3 ai 5 centesimi) tra il costo industriale dei carburanti in Italia rispetto alla media europea; ed infine eliminando una volta per tutte 'impicci ed impacci' che ostacolano una completa liberalizzazione del settore della distribuzione dei carburanti, che consenta la vendita anche attraverso il canale della grande distribuzione". Il Codacons, inoltre, ha denunciato le ricadute che il rincaro-benzina avrà sulle vacanze degli italiani. "Ogni anno si verifica la stessa situazione, con aumenti concomitanti agli esodi dei cittadini", ha detto il presidente Codacons, Carlo Rienzi, "ci appelliamo ad Antitrust e Mister Prezzi affinché indaghino sui rincari dei carburanti".
Alle pressanti e legittimissime (perdonateci l'antipatico sauperlativo, ndr) richieste dei consumatori, il governo ha tentato di dare una risposta, ieri infatti il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha convocato al Ministero le compagnie petrolifere per esaminare l'andamento dei prezzi dei carburanti. Un incontro che però non ha dato gli effetti sperati. Insomma, governo e consumatori se ne facciano una ragione: il prezzo dei carburanti non si tocca.
Marco D'Aloisi, portavoce dell'Unione petrolifera, ha spiegato che "gli aumenti dei prezzi della benzina sono ampiamente giustificati dalle speculazioni di mercato. Le compagnie hanno assunto un atteggiamento cauto verso il mercato perché avremmo potuto subire aumenti dell'ordine di 6-7 centesimi al litro mentre gli aumenti sono stati solo di 3 centesimi". E sulla richiesta del governo di abbassare il prezzo di 2 centesimi ha sottolineato che "non ci sono i margini". Insomma l'incontro si è concluso con un nulla di fatto.
Ci immaginiamo che finito l’incontro, i petrolieri e i governanti si siano salutati augurandosi l'un l’altro buone vacanze come si conviene fra persone civile. Nel frattempo il prezzo della benzina è stato ritoccato, ovviamente in avanti, e gli italiani per fare il pieno alle loro automobili e spostarsi nell'inferno del traffico d'agosto dovranno sborsare di più.
Teatro, vero teatro
Contro la lobby più potente al mondo il governo italiano usa la moral suasion
[SiciliaInformazioni.com, 07 agosto 2009]
La guerra della benzina non si può combattere alla vigilia di Ferragosto. Le compagnie petrolifere sono una lobby potente, non hanno nazionalità, hanno gli stessi interessi ovunque: si alleano, si accordano e fanno fronte comune. Non solo nel prezzo alla pompa. Fanno le guerre vere per avere il controllo dei pozzi petroliferi. Milioni di uomini sono morti nei campi di battaglia per la conquista dei giacimenti. E negli ultimi trent’ anni guerre sanguinose sono state combattute in Medio Oriente e nel Caucaso. Le conseguenze delle carneficine in Iraq e in Cecenia sono sotto gli occhi di tutti.
L’America dei Bush e la Russia di Putin hanno mandato i carri armati e gli aerei per il controllo delle vie del petrolio. E' un caso che i magnate del petrolio – russi, italiani, americani, arabi ecc – comperano squadre di calcio, basket o altro per il loro diletto? Non, non lo è. Sono ricchi sfondati e non hanno nemici nei governi delle loro nazioni, anzi c’è chi combatte per loro. Il governo italiano usa la moral suasion alla vigilia della prevedibile ascesa del prezzo agostano per convincere i petrolieri italiani alla morigeratezza. Viene semplicemente da ridere. La risposta, negativa, delle compagnie era prevedibile, al pari del tono e del linguaggio con cui è stata illustrata. I petrolieri non hanno nulla di cui temere.
Sanno che il governo italiano deve fare la sua parte e ne tollerano lo spirito "combattivo", ma nulla di più. Il Ministro Scajola ha minacciato un’indagine di Mister Prezzi e dell’Antitrust, perché c’è il sospetto che sui prezzi le compagnie facciano lobby. Il sospetto? C’è da rimanere ammutoliti da tanta ingenuità. Teatro, puro teatro. Perché le indagini non sono state condotte prima? Perché Mister Prezzi non si mette a fuoco il rapporto prezzi-mercato? Perché la rete di distribuzione non viene riorganizzata e liberalizzata? Perché i prezzi cambiano da un’ora all’altra mentre il costo del gas, energia elettrica ed altro può essere modificato solo ogni tre mesi? Quali risultati ha avuto la cosiddetta Robin Tax del fantasioso Ministro dell’Economia che aveva annunciato di volere togliere ai ricchi – cioè ai petrolieri – per dare ai poveri, cioè agli italiani?
E' vero che la Robin Tax non ha affatto nuociuto alle compagnie petrolifere e che queste ci hanno invece guadagnato, ritardando l’adeguamento al ribasso dei prezzi? Il portavoce dei petrolieri, a conclusione della trattativa, si è detto stupito per l’allarme sociale suscitato dall’aumento del prezzo della benzina alla vigilia dell’esodo. Un’arroganza elegante ma plateale. Come si fa a non capire, è questo il senso delle sue parole, che è il mercato energetico a comandare la barca e che loro non fanno altro, i petrolieri, che stare dietro al mercato. E poi, ma questo il portavoce non l’ha detto, come si fa a non riconoscere le benemerenze dei petrolieri che spendono i soldi guadagnati vendendoci la benzina, regalando agli sportivi spettacoli sportivi superbi. L’Inter stellare non esisterebbe, la Roma del commendatore Sensi non avrebbe visto la luce.