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I piazzisti del Ponte che non c'è

La ''Stretto di Messina Spa'', che sogna il ponte da 35 anni, fa propaganda nei suoi Info Point

17 giugno 2006

I piazzisti del Ponte che non c'è
di Attilio Bolzoni (Repubblica.it, 15 giugno 2006)

Se volete conoscere la verità sul Ponte e scoprire quando anche voi ci passerete sopra, allora non date retta alle chiacchiere o alle bizze di certi ministri della Repubblica. Venite quaggiù, seguiteci sino alla punta estrema dell'Italia per vedere da vicino che la Sicilia già quasi non è più isola. La verità, tutta la verità ve la dicono solo quelle simpatiche hostess e quei ragazzi ammaestrati che abbiamo incontrato nei due Info Point della ''Stretto di Messina spa''.
Tutto quello che avreste voluto sapere sulla ''meravigliosa opera'' e nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontarvelo.
Quella che parla è la voce del Ponte.

''Buongiorno, stiamo per dare lavoro a 40 mila persone'', ci informa Antonio, vestito rigorosamente di blu e un sorriso prefabbricato che esibisce mentre gira intorno al plastico in mostra nella vetrina. C'è un treno ad alta velocità che corre sospeso tra cielo e mare, video con effetti speciali, brochure di raffinata fattura e pure il succo di frutta e gli arancini per i visitatori apparentemente più importanti.
E' cominciato a Villa San Giovanni il nostro viaggio sul Ponte che c'è e non c'è, è cominciato da uno dei due uffici di ''comunicazione pubblica'' appena aperti dalla società che da 35 anni - è nata nel 1971 - spende e spande per unire Scilla e Cariddi con quella striscia di acciaio e cemento. Via Garibaldi, civico 68 e civico 70, i traghetti un po' malconci della Ferrovie mollano gli ormeggi a meno di duecento metri, lunga è la fila di camion agli imbarcaderi delle linee private.
L'entusiasta Antonio verso mezzogiorno è lì, pronto a soddisfare tutte le nostre curiosità di turista di passaggio. È gentile, molto preciso.
Allora si farà il Ponte? ''Garantito''.
Ma il nuovo governo ha già annunciato che non è tra le sue priorità... ''Per ora c'è una legge, le dichiarazioni di qualche ministro non fanno testo, la legge è quella fino a quando non se ne farà un'altra''.
E quando cominceranno i lavori? ''Nel secondo semestre del 2007''.
E quando sarà finito? ''In cinque anni esatti''.

Di ragazzi e ragazze come Antonio all'Info Point di Villa la mattina di lunedì 13 giugno ce ne sono sette. Sembrano fatti tutti in fotocopia.
Ostentano gli stessi sorrisi, usano le stesse parole. Un disco incantato dalle 9 alle 21, ogni giorno esclusa la domenica, informazione implacabile per abbattere la resistenza dei più riottosi. Alla fine ci fanno riempire un questionario.
L'ultima domanda è decisiva: sei favorevole o contrario al Ponte?
Un'ora dopo il vecchio e caro ferry boat ci porta sull'altra sponda, a Messina. Viale San Martino civico 174, questo Info Point è ancora più grande, ancora più sorridenti le sue hostess, ancora più convincenti i suoi venditori di sogni. Una è Annalisa, l'altro è A. S.. La prima ci regala ''The Bridge'', la nota informativa del progetto, un mini report sull'opera, trenta pagine che riportano la ''valutazione ambientale strategica'' e le ''stime di traffico'', i costi, i benefici. Su un maxi schermo si inseguono immagini di un mercato del pesce, macellai chini su quarti di bue, commercio, turismo, cooperazione, la scritta che annuncia come ''migliorerà la qualità della vita''.

Ma si farà davvero? Risponde A. S.: ''Certo, altrimenti lo Stato dovrà pagare una penale altissima''.
E gli espropri? ''Coinvolgono almeno 200 famiglie in Sicilia e circa 100 in Calabria''.
Il visitatore di passaggio è rassicurato. Se ne va con le certezze che sparge - appena qualche settimana dopo il ''NO'' del nuovo governo di centro sinistra - la Stretto di Messina Spa, società che per mantenere se stessa ha speso 150 milioni di euro da quando è nata e quasi 11 solo nell'ultimo anno. Fabbrica carte sul Ponte. Il progetto preliminare è chiuso in un baule che pesa 120 chili.

''Sono molti i miei colleghi che con le sue consulenze si sono fatti la villa al mare'', spiega Tonino Perna, docente di sociologia economica all'Università di Messina, un intellettuale che da sempre è schierato contro. Soldi e ancora soldi. Ne distribuisce dappertutto la benemerita Società. Tra le voci di spesa del 2005 c'è quella ''sui flussi migratori dei cetacei'' e quella per ''l'investigazione radar di uccelli migratori notturni'', finanziata in extremis anche un'indagine psico-socio-antropologica sulla ''percezione del Ponte presso le popolazioni residenti''.
E poi quei due Info Point per comunicare a tutti ''le informazioni sul progetto, lo stato di avanzamento e le prossime tappe''. A Messina hanno aperto pure un call center. Via telefono, sul Ponte dicono tutto e anche di più. ''Questi ragazzi li hanno addestrati a divulgare informazioni di futurologia, raccontano un romanzo che non finirà mai e che non ha riscontro con la realtà'', risponde sconsolato Osvaldo Pieroni, sociologo dell'Ambiente all'Università della Calabria di Cosenza. E aggiunge: ''Lavorano con la fantasia. E, infatti, il Ponte è una fantasia''.
Sarà anche così ma sullo Stretto c'è la febbre del Ponte che sale. E c'è chi soffia sul fuoco, chi fomenta la rivolta per l'opera che il nuovo governo non vuole più. Da giugno sono aumentati i prezzi dei biglietti dei traghetti privati, un po' per colpa del costo della nafta e un po' per un nuovo attracco siciliano che è a distanza doppia da Messina. Le sacrosante proteste vengono cavalcate dagli ultrà, a Villa San Giovanni e in Sicilia ormai si fanno code anche di un'ora e mezzo. Prima accadeva solo nei giorni caldi di agosto.

L'altra settimana c'è stata anche una piccola invasione di Messina, un'ottantina di pullman arrivati da ogni provincia orientale dell'isola con a capo quel Raffaele Lombardo dell'Mpa, l'autonomista che abita sotto il vulcano e che è diventato amico di Bossi. Erano quasi tutti ''forestieri''. C'era anche il governatore Cuffaro, c'erano il sindaco di Catania Scapagnini e il presidente della Provincia di Palermo Musotto. Erano in 7 mila a gridare che ''è un'ingiustizia''.
Anche gran parte della stampa siciliana scalpita. Pagine e pagine sulla Sicilia strangolata dal suo Stretto. Si stanno modificando equilibri politici ed economici intorno al Ponte che c'è e non c'è. Palermo e Catania stanno insieme su un inedito asse. Messina è dall'altra parte. Per ora è solo una guerra di parole e di slogan.
E' un altro gigantesco Info Point siciliano.

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17 giugno 2006
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