Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

I pirati hanno sequestrato una motonave italiana!

E' successo nel Mar Arabico: a bordo della 'Rosalia D'Amato' 21 uomini, sei dei quali italiani

21 aprile 2011

La motonave italiana 'Rosalia D'Amato' è stata sequestrata dai pirati, la scorsa notte, nel Mare Arabico. Ventuno i membri dell'equipaggio, sei sono italiani. La 'Rosalia D'Amato', burk carrier di proprietà della compagnia 'Fratelli D'Amato Spa' di Napoli, è stata attaccata dai pirati nel mare Arabico "intorno alle 3.40 ora italiana di questa mattina", ha dichiarato all'Adnkronos il comandante d'armamento della società e responsabile company security office, Carlo Miccio. I pirati non hanno sparato e sarebbero in rotta verso le coste somale. "Sono riuscito ad avere notizie parlando con il comandante Orazio Lanza. Mi è stato riferito che stavano tutti bene poi la telefonata si è interrotta bruscamente. Oltre al contatto iniziale, c'è stata una brevissima comunicazione dopo con i pirati già a bordo, nella quale assicurava che l'equipaggio sta bene", ha detto Miccio.
Subito è scattato il filo diretto con la Farnesina. Il comando generale delle Capitanerie di Porto, che aveva ricevuto il segnale di allarme, sta monitorando la situazione. "Ci siamo già messi in contatto con i familiari del personale a bordo. Subito dopo l'interruzione delle comunicazioni con il comandante Lanza mi sono messo in contatto con la Farnesina e con il Centro di Coordinamento di Roma", ha aggiunto il comandante Miccio.
La nave, proveniente dal Parana, in Brasile, era diretta nel porto di Bandar-e Imam Khomeini, in Iran. Trasporta un carico di semi di soia. "Non sappiamo dove sia diretta la nave, non ha una posizione precisa. Siamo in attesa di fare dei plotting tramite sistemi satellitari, per capire se è in movimento".
Contatti sono stati messi in piedi anche con la fregata della marina militare italiana "Espero", una delle unità navali della missione internazionale "Atlanta" che opera contro la pirateria nell'Oceano indiano e nel Golfo Aden.

A bordo della 'Rosalia D'Amato' ci sono i 21 membri dell'equipaggio, 6 dei quali sono italiani: due siciliani, tra cui il comandante, tre campani, di cui due di Ischia e uno di Vico Equense, e il primo ufficiale nativo di Meta ma che vive in Belgio.
La società armatrice di Napoli 'Fratelli D'Amato' è la stessa proprietaria della petroliera "Savina Caylyn", caduta nelle mani dei pirati lo scorso 8 febbraio nell'Oceano indiano. Quest'ultima nave, di 105mila tonnellate, aveva a bordo 22 persone: 5 italiani e 17 indiani. In quell'occasione però i pirati spararono con mitra e lanciarazzi Rpg per salire a bordo, anche se non ferirono nessuno dei passeggeri.

Ma che fine ha fatto l'Asso 22 ? - Di loro non se ne sapeva più nulla. Le ultime notizie sul rimorchiatore italiano Asso 22, sequestrato in Libia un mese fa, risalgono al 5 aprile. Quando l’imbarcazione si trovava nel porto di Tripoli da settimane. Adesso il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha fatto sapere che gli undici marinai, di cui otto italiani, sono ancora bloccati. "Non sarebbe difficile un’azione di forza - ha spiegato il ministro - Ma non è mai stata presa in considerazione perché le notizie che abbiamo ci inducono a non mettere a repentaglio la vita degli ostaggi". Le autorità italiane stanno monitorando la situazione del rimorchiatore, ha aggiunto La Russa. Ma "al primo posto per noi c’è la totale integrità fisica degli italiani, che per ora hanno potuto ripetutamente parlare al telefono con i propri familiari, riferendo che sono in buone condizioni", ha concluso il ministro.

Nei primi giorni di aprile sembrava che la situazione si stesse sbloccando. L’imbarcazione aveva lasciato il porto di Tripoli – facendo rotta verso una destinazione ignota -, ma per rientrarvi l’indomani. Il rimorchiatore Asso 22, della società 'Augusta Off Shore' di Napoli, ha a bordo undici persone – tra cui otto italiani, due indiani e un ucraino – ed è stato sequestrato da militari libici lo scorso 20 marzo. I marinai si trovavano nel Paese da un paio di giorni, avevano portato a termine la loro attività e attendevano istruzioni per il rientro. "In Libia - ha spiegato l'armatore Mario Mattioli, proprietario della compagnia - lavoriamo con un cliente locale partner dell’Eni". Alle 6.30 del 20 marzo, invece, a bordo salgono degli uomini armati. E' l’inizio del sequestro.
Fino a oggi, non si hanno notizie delle motivazioni né di richieste al governo italiano da parte dei libici. Il giorno dopo il sequestro, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, escludeva l’ipotesi secondo cui gli uomini dell’Asso 22 fossero diventati degli ostaggi. "Non lo credo affatto", ha detto in un’intervista a 'Radio Anch’io', "Si sarebbero mossi in altro modo e il rimorchiatore sarebbe già scomparso dai radar". Dopo giorni di silenzio, le famiglie riescono a mettersi in contatto con l’equipaggio. Da allora ci saranno brevi ma costanti telefonate, dove gli uomini dell’Asso 22 raccontano sempre di stare bene e di essere trattati con riguardo dai militari.
Già nel marzo del 2009 il rimorchiatore aveva fatto parlare di sé, ma in un contesto del tutto differente. Sempre durante un’operazione in Libia, l’Asso 22 aveva intercettato al largo un’imbarcazione in difficoltà, subito agganciata e rimorchiata fino al porto di Tripoli. A bordo c’erano 350 migranti.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it, Il Fatto Quotidiano]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

21 aprile 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia