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I posti persi nel 2009

In Italia la disoccupazione è aumentata: in un anno mezzo milione di posti di lavoro in meno

31 dicembre 2009

Nel terzo trimestre del 2009, il numero degli occupati è sceso di 508 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2008, con un calo su base annua del 2,2%. Il numero di occupati infatti risulta pari a 23.010.000 unità. Mentre, rispetto al secondo trimestre del 2009, le unità perse sono state 120.000.
Sono gli ultimi dati rilevati dall'Istat precisando che è il calo peggiore dal '92, anno di inizio delle serie storiche, e che 386.000 posti sono stati persi nell'industria.
Su base territoriale, a Nord il calo dei posti registrato è di -274mila, nel Mezzogiorno di -196mila mentre il Centro tiene perdendo solo 38mila unità.

L'Istat ha visto al rialzo quindi anche il numero delle persone in cerca di occupazione, cresciuto di 299 mila unità a ottobre 2009 rispetto a ottobre 2008. Nel mese i senza lavoro erano 2.039.000 (2.004.000 il dato diffuso in precedenza) a fronte di 1.740.000 registrato ad ottobre 2008. "Nel terzo trimestre - ha spiegato l'Istat - il tasso di disoccupazione si è attestato al 7,8%, il dato più alto dal terzo trimestre 2005. Nel terzo trimestre il tasso di disoccupazione era del 12,4% nel Mezzogiorno, del 6,9% nel centro e del 5,5% nel nord. I posti di lavoro persi sono stati 508 mila nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, soprattutto a causa del calo dei posti registrato nel nord (-274 mila) e nel Mezzogiorno (-196 mila) mentre il centro tiene e perde solo 38 mila unità".
L'Istat ha segnalato di aver rivisto al rialzo anche le stime sui posti di lavoro persi a ottobre. Due mesi fa, secondo l'istituto, erano occupate 22.929.000 persone con un calo di 486 mila unità rispetto ad un anno prima. Sono poi diminuite le forze di lavoro con un -0,9% rispetto al terzo trimestre 2008 (-222 mila unità) e un -0,2% sul secondo trimestre 2009 (-50 mila unità). Il tasso di occupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni segnala il quinto consecutivo arretramento tendenziale e scende dal 59% del terzo trimestre 2008 all’attuale 57,5%.
Il calo dell'occupazione si è concentrato nell'industria in generale (-386 mila posti) con un picco nell'industria in senso stretto (-307 mila unità e un calo del 6,1%). Le costruzioni segnano un -4% con un calo di 79 mila unità mentre il terziario segna un calo dello 0,6% con una diminuzione di 97 mila unità. Al sesto calo consecutivo delle posizioni lavorative indipendenti (-3% pari ad un calo di 178 mila unità) si associa la seconda consistente flessione tendenziale di quelle dipendenti (-1,9% pari ad una riduzione di 330 mila unità). In particolare l'Istat ha segnalato un calo dei dipendenti a tempo indeterminato di 110 mila unità concentrata nelle imprese di più ridotta dimensione.

In Sicilia trentottomila posti di lavoro in fumo - I dati dell'Istat riferiti all'occupazione in Sicilia, hanno rilevato che tra il terzo trimestre di quest'anno e lo stesso periodo del 2008 sono andati perduti 38.000 posti di lavoro. In soli tre mesi, da giugno a settembre di quest'anno, sono stati registrati 33 mila occupati in meno. La Sicilia, in base ai dati dell'Istat, è la regione che fa peggio nel Mezzogiorno, dove in alcune regioni, come la Campania e la Puglia, l'occupazione negli ultimi tre mesi è aumentata rispetto al trimestre precedente. Peggio dell'isola, a livello nazionale, fanno soltanto regioni ad alto tasso occupazionale: la Lombardia, con 65 mila posti persi da giugno a settembre, e il Veneto, con 42.000 occupati in meno.

I dati dell'Istituto nazionale di statistica fanno il paio con quelli rilevati da Confindustria. Infatti, anche dal Centro Studi di Via dell'Astronomia sono arrivate cifre negative sul fronte degli occupati. Dal 2008 al 2009 sono stati persi circa 470 mila posti di lavoro ed altri 195 mila sono a rischio tra il 2010 ed il 2011. Gli economisti di Confindustria calcolano i potenziali disoccupati per il prossimo biennio sulla base che le imprese possano riassorbire il 70% dei lavoratori in Cassa integrazione. Le previsioni infatti peggiorerebbero nettamente, si legge ancora negli scenari economici, se fossero invece riassorbiti dalla Cig solo il 40%. In questo caso, infatti, i posti di lavoro persi salirebbero a 700 mila nel 2008-2010 con altri 70 mila nel 2011. In generale comunque, sempre nell'ipotesi di un riassorbimento del 70% della Cig il tasso di disoccupazione, "compatibile con l'operare di un effetto di scoraggiamento", salirà "dal 6,5% a inizio 2008 all'8,3% a fine 2009 raggiungendo l'8,8% a fine 2010 e il 9% a fine 2011".
Confindustria conferma che l'Italia è ormai uscita dal tunnel della crisi ma, avverte, quella che si profila per i prossimi anni rimane una ripresa "lenta e faticosa, in salita e ostacolata da venti contrari".

E continua a calare anche l'occupazione nelle grandi imprese. Secondo l'Istat, a ottobre l'indice dell'occupazione nelle grandi imprese dell'industria ha registrato, al netto della stagionalità, una diminuzione congiunturale dello 0,3% sia al lordo, sia al netto della Cig. Secondo l'Istituto di statistica, in termini tendenziali, la diminuzione è stata del 3,7 % al lordo dei dipendenti in Cig e del'8,1% al netto dei dipendenti in Cig.
Nel confronto tra la media degli ultimi tre mesi (periodo agosto-ottobre) e quella dei tre mesi precedenti vi è stato un calo dell'1,% al lordo della Cig e una variazione nulla al netto della Cig. Complessivamente, nella media dei primi dieci mesi del 2009 l'occupazione è diminuita, rispetto allo stesso periodo del 2008, del 2,7% al lordo della cig e dell'8,6% al netto della cig.
A ottobre 2009 l'indice dell'occupazione dipendente (al lordo c.i.g.) registra, in termini tendenziali, diminuzioni del 4,2% nel settore delle attività manifatturiere, del 3,9% nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria condizionata e dell'1,9% nel settore delle costruzioni. Il settore della fornitura di acqua; attività di trattamento dei rifiuti e risanamento segna un incremento del 2,3% dovuto all'effetto delle trasformazioni societarie di alcune imprese appartenenti al settore. Tra i comparti delle attività manifatturiere, quelli che registrano i cali tendenziali più marcati sono le produzioni di articoli farmaceutici di base e di preparati farmaceutici (meno 8,3%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (meno 7,0%), la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e la fabbricazioni di macchinari e attrezzature n.c.a. (entrambi meno 5,6%). L'unico comparto in cui l'occupazione presenta un incremento è la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (più 0,1%).
All'interno del settore dei servizi si registrano variazioni tendenziali positive nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (più 1,8%), nel commercio e nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (entrambi più 1,3%). Variazioni tendenziali negative riguardano i settori delle attività finanziarie e assicurative (meno 2,1%), trasporto e magazzinaggio e servizi di alloggio e di ristorazione (entrambi meno 1,9%) e servizi di informazione e comunicazione (meno 1,8%).

[Informazioni tratte da Ansa.it, Adnkronos/Labitalia, Adnkronos/Ing]

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31 dicembre 2009
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