I primati di cui, francamente, si farebbe volentieri a meno. L'Italia prima in Europa nel ''caro-bolletta''...
Francamente, primati del genere uno se li risparmierebbe volentieri, eppure... Secondo l'annuale relazione redatta dall'Authority per l'energia, l'Italia mantiene il primato del ''caro-luce''. Infatti, facendo un confronto a livello europeo una famiglia italiana spende quasi il doppio rispetto a quanto deve sborsare una famiglia spagnola o una francese per lo stesso tipo di forniture: 23,29 centesimi di euro per kwattora contro, rispettivamente, 12,25 e 12,11 centesimi.
In Europa a pagare più di noi sono solo le famiglie danesi, che pagano l'elettricità 25,79 centesimi di euro per kwattora.
Ma è nel raffronto dei costi per le imprese che l'Italia vanta il poco invidiabile primato assoluto: le aziende italiane pagano il kwattora 15,26 centesimi di euro, contro i 12,72 centesimi della Germania, i 9,87 della Spagna e addirittura la metà della Francia (7,01 centesimi).
Tra le quaranta pagine confezionate dall'Authority, nelle quali lo stesso presidente Alessandro Ortis denuncia che ''il prezzo italiano si mantiene significativamente al di sopra dei principali Paesi europei'', si scopre che a determinare il caro-bollette sono anche i cosiddetti ''oneri di sistema'', ossia l'infinita a serie di costi ed extracosti che da soli pesano per circa il 13%. Dalla stessa Authority arriva però un timido segnale: nel primo semestre dell'anno le bollette elettriche sono calate dello 0,4%. Appunto, un timido segnale: a quando una riduzione più ''sfacciata''?