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I "raccomandati" di Sicilia e-Servizi

Gatta da pelare per l'ex pm Ingroia: tra i dipendenti ci sarebbero persone indagate, parenti di politici e burocrati

24 gennaio 2014

Una commissione speciale, nominata da Antonio Ingroia, farà una indagine, che dovrà concludere entro due mesi, sui 76 dipendenti assunti tre giorni fa da Sicilia e-Servizi, la società della Regione di cui l'ex pm è commissario liquidatore, per stabilire che tipo di competenze hanno e se dunque potranno essere confermati dopo i 4 mesi di prova. Si tratta di personale assunto qualche anno fa dal socio privato di Sicilia e-Servizi, che intanto è diventata interamente pubblica e che il governo una decina di giorni fa, con la finanziaria, ora considera strategica dunque, non più in liquidazione.
Tra i 76 dipendenti, a quanto pare, ci sarebbero un bel gruppo di "raccomandati", tra le quali persone indagate, parenti di politici e burocrati, e anche di mafiosi, come il genero di Stefano Bontade, ucciso nella guerra di mafia a Palermo nel 1981. Dal figlio dell'ex capo di gabinetto di Totò Cuffaro, Massimo Sarrica, all'ex consigliere comunale dell'Udc Filippo Fraccone; dal presidente del consiglio comunale di Raffadali, al figlio dell'autista del direttore dell'Irfis Enzo Emanuele. E poi tanti impiegati di Belmonte Mezzagno, paese dell'ex ministro Saverio Romano.

"Abbiamo deciso di assumere il personale proveniente dall'ex socio privato perché la Regione non ha tra i propri dipendenti le figure professionali per gestire il servizio - ha spiegato Ingroia dopo le notizie apparse su alcuni organi d'informazione - In questo modo abbiamo evitato il blocco del sistema informatico che avrebbe mandato in tilt la Regione, mettendo a rischio le prenotazioni negli ospedali, il servizio del 118 e l'intera macchina burocratica". "In questa fase era fondamentale evitare il blocco del servizio, che sarebbe scattato tra un paio di giorni in quanto la procedura di mobilità, disposta dall'ex socio privato, per le 76 persone scadeva a breve - ha aggiunto l'ex pm - Non avevamo scelta. In Sicilia c'è il blocco delle assunzioni, potevamo solo assumere personale che aveva precedenti rapporti con l'amministrazione, come in questo caso". Ingroia infine aggiunge: "Ho preso in mano questo incarico alla vigilia del blocco delle assunzioni e nel pieno del contenzioso tra Sicilia e-Servizi e socio privato; in cinque anni nessuno aveva mai controllato nulla, avrei potuto anche dimettermi, ma non l'ho fatto assumendomi la responsabilità di rimettere a posto la società".

Il gruppo parlamentare M5S all'Ars ha subito acceso i riflettori sulla questione assunzioni a Sicilia e-Servizi, per le quali aveva già chiesto, con tanto di lettera ufficiale, una "verifica preventiva di tutti i nomi e delle responsabilità del personale già impiegato presso la società, accertandone per ciascuno il periodo lavorativo e le modalità di impiego". "Nomi discutibili e in tantissimi casi riconducibili ad amici degli amici. Visto che finora ha fatto orecchie da mercante, ora Ingroia venga in commissione Bilancio a riferire in merito alle assunzioni a Sicilia e-servizi. Ci spieghi pure, e con chiarezza, le assunzione eventualmente eccedenti il numero delle 65 unità, previsto dalla politiche di popolamento aziendale", ha chiesto il gruppo.

Per accertare la modalità della assunzioni, il Movimento chiederà la convocazione di Ingroia in commissione Bilancio dell'Ars. In partenza dal gruppo pure una richiesta di accesso agli atti della compartecipata. "Apprendiamo - ha detto il deputato M5S Giorgio Ciaccio - che l'ex pm, per indagare sui nominativi, starebbe avviando una commissione speciale, che durerà addirittura due mesi. E' un'operazione che andava fatta preventivamente, come avevamo chiesto noi, e con estrema celerità".
Sulle manovre attorno a Sicilia e-Servizi il Movimento da tempo ha acceso i riflettori con denunce pubbliche. "Dopo diverse audizioni fatte sul tema, per capire chi e come dovrà funzionare l'informatizzazione regionale - ha  aggiunto Ciaccio - non siamo riusciti a quantificare il numero di soggetti coinvolti. Il numero delle persone continuava a lievitare, audizione dopo audizione, senza sapere come e perché".

Il Codacons invece si chiede: "Ma la Sicilia e-Servizi Spa è in liquidazione o in rilancio?" "Che ci sta a fare la parola "investimenti" nell'ambito di una società che viene posta in liquidazione?" si chiede anche. "Si nota infatti - continua l’associazione in difesa dei cittadini - che ripetuti sono i proclami che vogliono la predetta società avviare una fase di investimenti e di rilancio; cosa che appare in contrasto con la liquidazione che, come noto, prevede la vendita delle attività e il successivo scioglimento". Forse, si chiede ancora il Codacons, vi sono manovre politiche che appaiono incomprensibili anche per quanto riguarda il mantenimento e la revoca degli incarichi nell'ambito della stessa Sicilia e- Servizi? "E' bene che sulla questione si faccia assoluta chiarezza anche da parte del Presidente Crocetta che dovrebbe spiegare ai contribuenti siciliani le reali intenzioni del socio Regione sul destino della società di cui tanto si è detto ma in cui tutto appare fumoso".

Dopo l'ondata di polemiche, Antonio Ingroia ha replicato con veemenza: "Non accetto accuse da nessuno. Una parte della stampa sostiene ce io avrei avallato assunzioni politico-clientelari. Questo mi fa sorridere ma soprattutto mi indigna. Quello che non andava alla Sicilia e-Servizi è stato già denunciato da Crocetta a luglio. Proprio per fare pulizia il governatore ha chiamato me". "Io sono arrivato a un mese dalla fine della convenzione e a due mesi dal possibile licenziamento di questo personale - ha detto Ingroia - Era già deciso con l'amministrazione regionale che, per mantenere il servizio informatico e non disperdere i 66 milioni di euro investiti, era necessario prorogare i contratti dei dipendenti (con un periodo di prova di due mesi) e nominare una commissione di super esperti che verificherà se questo personale abbia i giusti requisiti e se il socio privato ha provveduto a formare con 66 milioni di euro il personale". "Sarebbe meglio, prima di sparare a zero, informarsi. Invece di sentirmi criticato mi aspetterei e qualcuno mi dicesse grazie. Grazie alla partecipazione al 100% della Regione nella società, risparmieremo circa dieci milioni di euro all'anno", ha aggiunto Ingroia. "Il mio ruolo adesso è quello costruttivo per salvare ciò che si può salvare - ha infine concluso - Vedremo cosa dirà la commissione sulle capacità di questi dipendenti che sono stati formati con ben 66 milioni di euro. A noi, a questo punto, non interessa di chi sono figli o se sono stai raccomandati da qualcuno, ci interessa sapere se sono in grado di lavorare e assicurare questo servizio".

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24 gennaio 2014
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