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I ragazzi di Pachino (SR) in Canada, per celebrare lo scrittore Vitaliano Brancati

Gli studenti dell'Istituto Superiore di Pachino (SR) in visita dai connazionali canadesi

06 aprile 2004

Per un gruppo di studenti e docenti del Primo Istituto Superiore di Pachino (SR), domani sarà l’ultimo giorno in Canada, almeno per ora, da ambasciatori della cultura siciliana.
Infatti, una rappresentanza del Primo Istituto Superiore di Pachino, capeggiato dalla professoressa Giuseppina Ignaccolo, Consigliere della Provincia di Siracusa, è a Toronto per una serie di iniziative culturali, nell'ambito delle manifestazioni per il cinquantenario della morte dello scrittore Vitaliano Brancati, nato a Pachino nel 1907.

Ricco il programma che nella settimana di visita in Canada è stato presentato, dalla commedia "Tutti a tavola", scritta da una delle professoresse dell’Istituto e messa in scena dai giovani attori del Teatro Giovane di Pachino, all’interpretazione di brani di Brancati; un concerto con il tenore Benito Nastasi e una serie di spettacoli con il gruppo folk "Pachinu n'ciuri".
Un altro momento interessante della visita e degli incontri con la comunità pachinese di Toronto è stata la presentazione di un documentario sull'emigrazione, realizzato dagli studenti pachinesi e il film "Oltremare" realizzato nel territorio di Pachino.

"Questo progetto - afferma la Professoressa Giuseppina Ignaccolo docente dell'Itis e Consigliere Provinciale - rafforza i legami culturali e affettivi con la comunità pachinese del Canada con la quale abbiamo da tempo rapporti continui e molto proficui".
Al progetto che è finanziato dalla Provincia di Siracusa stanno collaborando Italtheatre e la Professoressa Francesca Schembri, l'Associazione Pro-Pachino, la Sicilian Cultural Society of Canada, il Cavaliere Sebastiano Di Lorenzo e alcuni imprenditori pachinesi.

Biografia di Vitaliano Brancati
Vitaliano Brancati nacque a Pachino (Siracusa) nel 1907. A soli 13 anni si trasferì a Catania con la famiglia. Catania fu una tappa fondamentale per la formazione culturale ed umana dello scrittore. Nel 1922 aderì al Partito Nazionale Fascista e nel 1929 si laureò in Lettere, con una tesi su Federico De Roberto. Subito dopo si trasferì a Roma, dove iniziò a scrivere, come giornalista, per "Il Tevere" e, successivamente, dal ’33 in poi, per il settimanale letterario "Quadrivio". Risalgono al quel periodo alcune opere di chiara ispirazione Fascista e successivamente ripudiate: "Fedor", poema drammaico del 1928, "Everest", del 1931 ed il dramma "Piave", del 1932. Ma già dal ’30 lo scrittore cominciava ad accostarsi ad una forma di scrittura a lui più congeniale: il romanzo. "L’amico del vincitore" rappresentò il primo tentativo di scrittura satirica e trasse ispirazione dalla piccola borghesia siciliana; ispirazione e tema che costituirono il leitmotiv della sua maggiore produzione. Lasciò Roma, rientrò in Sicilia e, nel ’34 , scrisse "Singolare avventura di viaggio", che venne sequestrato dalla censura fascista per immoralità.

Nel 1936 iniziò la sua collaborazione a "Omnibus", settimanale diretto da Leo Longanesi . Collaborazione interrotta nel ’39 a causa della soppressione della rivista da parte del regime fascista.
Si dedicò all’insegnamento fino al ’41, anno in cui tornò a Roma e pubblicò "Gli anni perduti" da lui stesso considerato il suo primo vero romanzo, già qui è chiaro l’allontanamento dall’ideologia fascista e l’amarezza verso la realtà storico-politica del suo tempo. Nel ’42 pubblicò "Don Giovanni in Sicilia", romanzo di satira al gallismo siciliano (vanità sessuale del maschio del sud che cerca, attraverso la fantasia, un’evasione dal chiuso mondo bigotto della provincia). Fu in quell’anno che, al teatro dell’Università , conobbe l’attrice Anna Proclemer, se ne innamorò e 5 anni più tardi la sposò. Presso la rivista "Aretusa" pubblicò, nel ’44, il racconto "Il vecchio con gli stivali" affrontando per la prima volta il tema dell’uomo distrutto e sopraffatto dalla macchina inesorabile del proprio tempo. Nel ’46 Brancati si stabilì definitivamente a Roma e, nel ’49, pubblicò "Il bell’Antonio", a puntate, sul settimanale "Il mondo". E’ una satira di costume che, attraverso l’impotenza del protagonista, fa intravedere, la crisi e il fallimento del regime. Il romanzo riscontrò il favore della critica e dei lettori e, nel ’50, vinse il Premio Bagutta.

Separatosi dalla moglie nel 1953, morì a Torino l’anno successivo. Nel ’55 venne pubblicato, rispettando le sue ultime volontà, il romanzo incompiuto "Paolo il caldo", con prefazione di Alberto Moravia.

Brancati lavorò anche per il cinema:scrisse la sceneggiatura del film "Anni difficili" (1947), tratto da «Il vecchio con gli stivali». "Signori in carrozza" (1951), "L’arte di arrangiarsi" (1955, di Luigi Zampa), "Altri tempi" (1952), di Alessandro Blasetti, "Guardie e ladri" (1951), di Mario Monicelli, "Dov’è la libertà" e "Viaggio in Italia" (entrambi del ’54), di Roberto Rossellini. Del 1960 è il film "Il bell’Antonio" di Mauro Bolognini, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo e del 1973 "Paolo il caldo", diretto da Marco Vicario e interpretata da Giancarlo Giannini e Ornella Muti.

Fra le opere teatrali di Brancati ricordiamo: Le trombe di Eustachio (’42), Don Giovanni involontario (’43), Raffaele (’46), La governante (’52).
Per la Saggistica: I piaceri, I fascisti invecchiano (entrambi del ’46), e Ritorno alla censura del 1952.

Da italialialibri.net

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06 aprile 2004
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