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I rapporti tra Turchia e Israele si sono spaccati irreparabilmente

Dopo il blitz contro la 'Freedom Flotilla'. Il presidente turco: "Israele ha commesso uno degli errori più gravi della sua storia"

04 giugno 2010

Il rappresentante alle Nazioni Unite di Ginevra, mons. Silvano Tomasi, ha espresso il proprio appoggio a un'inchiesta imparziale e trasparente sull'assalto dei militari israeliani alla nave delle ong che si stava dirigendo a Gaza con l'obiettivo di rompere l'embargo. Tomasi è intervenuto alla riunione urgente che si è tenuta sull'accaduto al Consiglio dei Diritti Umani in corso a Ginevra.
"Sono intervenuto - ha detto Tomasi ai microfoni della Radio Vaticana - per seguire la linea espressa dal Santo Padre affermando che la violenza non porta a nessun risultato costruttivo. Certo, bisogna condannare la violenza di questo attacco, soprattutto perché era in acque internazionali e dà l'impressione che le regole umanitarie e il diritto internazionale non contino. Invece, per le buone relazioni tra gli Stati e' necessario che queste regole vengano rispettate". "Poi - ha aggiunto - mi pare che le conseguenze di questo tipo di azione sono spesso imprevedibili e, infatti, hanno portato a delle vittime, a dei morti. La simpatia di tutti va verso le famiglie di queste vittime. Allo stesso tempo bisogna dire e riconoscere che lo Stato di Israele ha il diritto a vivere e difendersi ma, appunto, attraverso il dialogo si può arrivare a una sicurezza che è basata sul rispetto del diritto internazionale". "E' evidente dopo questo incidente che la politica adottata di questo isolamento della Striscia di Gaza non può funzionare, perché bisogna prima di tutto dare una risposta positiva ai diritti fondamentali di cibo, di acqua, di medicinali, di educazione per la popolazione di Gaza" ha aggiunto mons. Tomasi. "Dobbiamo considerare l'incidente dei giorni scorsi - ha aggiunto - come uno dei tanti eventi che sono allo stesso tempo causa e risposta all'instabilità politica e militare del Medio Oriente". "Quindi - ha proseguito - dobbiamo tutti incoraggiare la comunita' internazionale e i Paesi più direttamente interessati a lavorare per una soluzione di lunga durata che non può essere altro - a questo punto - che quella di uno Stato palestinese e di uno Stato israeliano sicuro, in modo che tra i due si possa eventualmente non solo rispettare le regole dell'indipendenza ma anche aprire la porta alla collaborazione".

Ed è ormai alle stelle la tensione tra Turchia e Israele dopo il blitz alla 'Freedom Flotilla' in cui sono morti otto attivisti turchi e un americano di origine turca (LEGGI). I rapporti hanno subito danni "irreparabili" e "non saranno mai più gli stessi" ha dichiarato il presidente turco Abdullah Gul. "Questo incidente ha lasciato una cicatrice irreparabile e profonda" nelle relazioni tra i due paesi, ha affermato Gul in una dichiarazione alla tv di Stato. Per il presidente turco Israele ha commesso "uno degli errori più gravi della sua storia".
Ankara ha deciso di sospendere tutti gli accordi con Israele nel settore idrico e in quello energetico. Lo ha annunciato il ministro dell'Energia, Taner Yildiz, citato dal sito del quotidiano 'Hurriyet'. "In un momento in cui siamo concentrati sugli aspetti umanitari di quanto compiuto da Israele, non possiamo discutere di questioni economiche e commerciali - ha detto - Non daremo il via ad alcun progetto con Israele fino a quando le relazioni bilaterali non saranno normalizzate". Il provvedimento, ha spiegato il ministro, riguarda solo la sfera pubblica e non intacca gli accordi tra aziende private dei due paesi.

Gli aerei con a bordo centinaia di attivisti della 'Freedom Flotilla' espulsi da Israele sono arrivati ieri mattina a Istanbul, dove sono stati accolti all'aeroporto dal vice primo ministro Bulent Arinc, da altri esponenti politici turchi e da centinaia di sostenitori. La maggior parte dei rilasciati era di cittadinanza turca. I feriti nel raid israeliano sono stati trasferiti in ospedali turchi. Anche le salme dei nove morti nel blitz erano a bordo degli aerei partiti da Tel Aviv. Ma si teme che le vittime possano essere di più. Mancherebbero infatti all'appello ancora molti attivisti tra quelli che erano a bordo della 'Freedom Flotilla'. A lanciare l'allarme Bulent Yildirim, presidente della IHH, la fondazione turca che ha organizzato il convoglio.
Centinaia di persone si sono riunite presso la moschea Fatih di Istanbul per partecipare ai funerali delle vittime. L'emittente CnnTurk ha trasmesso le immagini della cerimonia, con le bare avvolte nelle bandiere turca e palestinese e la folla che scandiva slogan contro Israele. Una seconda cerimonia sarà organizzata in seguito per il cittadino Usa di origini turche. Gli attivisti uccisi dalla Marina militare israeliana, secondo quanto riporta la televisione turca 'NTV' in base a una preliminare relazione dei medici legali, sarebbero morti in seguito a ferite d'arma da fuoco.

E sono intanto tornati in Italia gli attivisti italiani coinvolti nell'assalto del blitz dei militari israeliani. Gli attivisti erano stati fermati subito dalle autorità di Israele, per poi essere rilasciati dopo alcune ore di carcere. Giuseppe Fallisi, Angela Lano e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin sono arrivati ieri nella notte a Milano. Marcello Faraggi si è diretto immediatamente a Bruxelles dove risiede. Manuel Zani è rientrato nel pomeriggio a Roma e ha immediatamente posto la questione dei diritti: "I nostri non sono stati rispettati", mentre molto più duro è stato il racconto di Manolo Luppichini, rientrato poco dopo, sempre a Roma, a bordo di un volo sul quale viaggiava il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, di rientro dalla missione in Israele. "L'infermiera australiana 25enne Jenny Campbell, che era a bordo della nave Mavi Marmara durante il blitz, ha detto di 'aver visto almeno 19 morti nella sala di primo soccorso della nave'", ha detto l’attivista, che ha aggiunto: "Ha riferito (l’infermiera, ndr) di aver visto più di un corpo gettato in mare dagli israeliani". Luppichini ha anche raccontato che i soldati israeliani hanno "preso in ostaggio per ore, minacciandolo con le armi, un bimbo di 13 mesi, figlio del capo macchina" della nave greca '8000' (ribattezzata con il numero di palestinesi che gli attivisti stimano siano rinchiusi nelle carceri israeliane), "Ekrem Oren, a bordo con la moglie, per convincere il comandante dell'imbarcazione a fare rotta verso il porto israeliano di Ashdod".
Fernando Lattarulo, il marito della giornalista torinese Angela Lano, ha detto ieri all'Adnkronos, prima del suo rientro, di averla sentita solo per pochi minuti. "Mi ha telefonato da una cabina telefonica dato che, secondo quanto mi ha detto, a tutti sono stati sequestrati telefoni, macchine fotografiche e abbigliamento. Mi ha raccontato - ha riferito Lattarulo - che è stata in cella con due ragazze, una ebrea e una musulmana, due persone splendide ha detto, e ha aggiunto che non è stato rispettato alcun diritto né umano, né civile, né internazionale".

In merito ai maltrattamenti riferiti da alcuni attivisti italiani coinvolti nel blitz, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che ieri ha ringraziato profusamente Israele "per la collaborazione offerta e alla nostra ambasciata a Tel Aviv per l'impegno con cui ha sin dall'inizio seguito la vicenda adoperandosi per la rapida liberazione dei nostri connazionali e affinché i loro diritti fossero tutelati al massimo", ha detto che occorrerà fare luce, "e noi chiederemo chiarimenti sulle violenze denunciate".
Intanto l'Italia è tra i 3 no espressi contro la missione indipendente d'inchiesta votata a larga maggioranza dal Consiglio Onu dei diritti umani a Ginevra. E' quanto si apprende da fonti della Farnesina, le quali precisano che come l'Italia hanno detto no Stati Uniti e Olanda, mentre gli altri stati Ue si sono astenuti. "Ha fatto bene l'Italia, membro del fatidico Consiglio dei Diritti umani dell'Onu, su istruzioni del ministro Frattini - ha detto Margherita Boniver, deputato del Pdl e presidente del Comitato Schengen - a votare contro l'ambigua proposta di una inchiesta internazionale sui gravissimi fatti accaduti sulla nave turca diretta a Gaza. Esattamente come si farebbe con qualsiasi altra democrazia confidiamo con assoluta sicurezza che l'inchiesta interna alle istituzioni israeliane farà emergere tutta la verità attorno al tragico episodio".
Di diverso avviso il Partito democratico e Italia dei valori. "Frattini dovrà spiegare alla Camera il no dell'Italia all'inchiesta su quanto avvenuto a Gaza - ha affermato il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei - L'assalto, i morti, l'arresto degli italiani sono tutti fatti incomprensibili, che necessitavano di un'indagine. Perché l'Italia abbia detto no è un mistero che va chiarito, al più presto".
"E' gravissimo che l'Italia abbia votato no alla risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, che chiedeva una missione di inchiesta internazionale sul blitz israeliano contro la flottiglia diretta a Gaza - ha detto poi Fabio Evangelisti, vicepresidente del gruppo Italia dei Valori alla Camera - Chiediamo al ministro Frattini di spiegare le ragioni del nostro diniego e di venire a riferire in Parlamento. Proprio perché siamo amici di Israele, abbiamo il dovere di dire che il massacro di 10 persone innocenti sulla nave dei pacifisti reclama una ferma condanna e l'esigenza di un'inchiesta internazionale che faccia piena luce sull'accaduto".
Il sottosegretario agli Esteri, Enzo Scotti, in un'informativa alla Camera sul blitz israeliano ha spiegato così le motivazioni del no votato dall'Italia: "Abbiamo votato contro ritenendo troppo squilibrato il testo che condanna Israele senza un preventivo accertamento dei fatti". Scotti ha spiegato inoltre che il voto contrario dell'Italia è stato motivato anche dal giudizio negativo sulla richiesta di una 'missione di inchiesta' internazionale: "Israele è un paese democratico in grado di condurre un'inchiesta in modo corretto e indipendente". Sulla questione è intervenuto lo stesso Frattini, aggiungendo un secco: "Lo spiegheremo in Parlamento".

Ed è notizia di ieri che la nave irlandese 'Rachel Corrie', partita da Cipro dopo il blitz israeliano contro la 'Freedom Flotilla', potrebbe attraccare al porto di Ashdod senza essere fermata dalla Marina di Tel Aviv. Sarebbe questa la soluzione diplomatica trovata per la nuova imbarcazione che trasporta aiuti umanitari diretti a Gaza, secondo quanto rendono noto fonti diplomatiche europee e del ministero degli Esteri a Gerusalemme. L'attracco, precisano le fonti, sarebbe stato deciso nel corso di comunicazioni tra l'equipaggio e le autorità israeliane. Si attende l'arrivo della nuova nave di attivisti per il fine settimana.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

 

 

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04 giugno 2010
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