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I "re" del mondo sono nudi!

Leggendo i documenti di Wikileaks i potenti del mondo appaiono miserabili, puerili e inquietanti

29 novembre 2010

"I documenti che stiamo per pubblicare riguardano essenzialmente tutte le maggiori questioni in ogni Paese del mondo". E' questa l'affermazione fatta ieri da Julian Assange, fondatore di Wikileaks, intervenuto in video ad una conferenza di giornalisti in Giordania.
E infatti, ieri intorno alle 22:00 (ora italiana), le rivelazioni, i segreti, le magagne dei "Potenti del Mondo" hanno cominciato la loro giostra sui diversi media internazionali.
Le prime notizie arrivate sono i "vivaci" commenti dei diplomatici americani su diversi leader mondiali fra cui l'ex presidente sudafricano Nelson Mandela, i presidenti dello Zimbabwe, Robert Mugabe, e dell'Afghanistan, Hamid Karzai, del leader libico Muammar Gheddafi, del premier italiano Silvio Berlusconi.
Primo tra i mezzi di informazione a mettere nero su bianco i segreti diplomatici scovati da Wikileaks, la rivista tedesca Der Spiegel, già in edicola da ieri con in copertina le foto di vari leader mondiali, fra cui Berlusconi (sotto al quale vi è scritto "wilde partys", feste selvagge), il cancelliere tedesco Angela Merkel ("leader poco creativa"), il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ("E' il nuovo Hitler"), il primo ministro russo Vladimir Putin ("Autoritario e machista"), il presidente afghano Ahmid Karzai ("leader spinto dalla paranoia").
Insomma, Wikieleaks ha mostrato che il re, anzi, i re sono nudi, confermado, più che rivelando, dubbi e sospetti già da tempo nutriti anche dalla gente più informata. Certo, non è soltanto "gossip" quanto contenuto negli oltre 200mila files.
Nel tardo pomeriggio di ieri il sito Wikileaks è stato vittima di un attacco informatico, attraverso il suo account di Twitter. Wikileaks ha sottolineato che la pubblicazione dei documenti andrà avanti come previsto su diversi quotidiani.

Qualcosa che adesso sappiamo su di loro... - Attesa da giorni è arrivata la valanga di rivelazioni di Wikileaks a proposito delle comunicazioni del Dipartimento di Stato Usa. Da ieri sera i siti di informazione hanno iniziato la pubblicazione dei file.
Il New York Times, riportando i documenti di Wikileaks, cita diplomatici americani a Roma che, nel 2009, riferendo dei loro contatti in Italia, parlerebbero di un "rapporto incredibilmente stretto" tra il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e il primo ministro russo Vladimir Putin. Nei documenti si definirebbe Berlusconi "portavoce di Putin". I rapporti americani parlano di rapporti sempre più stretti tra i due leader, conditi da "regali sontuosi" e da "contratti energetici lucrativi". I diplomatici segnalano anche la presenza di "misteriosi intermediari".
Secondo l'incaricata d'affari americana a Roma Elizabeth Dibble, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarebbe: "Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno". Non solo: il presidente del Consiglio italiano è un leader "fisicamente e politicamente debole" le cui "frequenti lunghe nottate e l'inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza".
Nei documenti svelati da Wikileaks Vladimir Putin viene definito "alpha dog", il maschio dominante. Nei documenti anche una "buffa" descrizione del rapporto tra Putin e il presidente russo Dmitri Medvedev: in uno di questi rapporti, della fine del 2008, si afferma che Medvedev, ufficialmente di rango maggiore, "fa la parte di Robin rispetto al Batman di Putin". Inoltre, lo stato russo viene definito "virtualmente uno Stato della mafia": "La Russia e le sue agenzie usano i boss della mafia per effettuare le loro operazioni, la relazione è così stretta che il Paese è divenuto virtualmente uno stato della mafia".

I leader russi e quello italiano sono solo tre dei leader mondiali che vengono etichettati senza peli sulla lingua dai diplomatici di Washington: il presidente afghano Hamid Karzai è "ispirato dalla paranoia", mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel "evita i rischi ed è raramente creativa".
Nei documenti appare anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, che avrebbe espresso "frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l'Europa e l'Iran da parte della Turchia".
Fra le note filtrate dagli armadi riservati della diplomazia americana, fra "le più delicate" El Pais cita quelle sul leader libico Muammar Gheddafi. Nei suoi messaggi, secondo ElPais, l'ambasciatore americano a Tripoli "racconta che Gheddafi usa il botox ed è un vero ipocondriaco, che fa filmare tutti i suoi controlli medici per analizzarli dopo con i suoi dottori". Il New York Times riferisce invece della curiosità suscitata dalla vistosa infermiera ucraina dalla quale il leader libico non si separa mai.
Il Guardian di Londra, da parte sua ha pubblicato il documento nel quale si racconta che il 16 settembre 2009 il consigliere diplomatico dell'Eliseo, Jean-David Levitte, parlò dell'Iran ai suoi interlocutori americani come di un Paese "fascista", della risposta del regime alla politica della mano tesa di Barack Obama come di una "farsa" e del presidente venezuelano, Hugo Chavez, come di un "folle" impegnato a trasformare "uno dei Paesi più ricchi dell'America latina in un nuovo Zimbabwe".
Tra i files di Wikileaks pubblicati, il sito francese di Le Monde si è soffermato sui rapporti Usa-Iran per quel che riguarda il nucleare. Secondo quanto pubblica il quotidiano francese, l'Iran verrebbe descritto nei documenti Wikileaks una "totale dittatura". Nei file ci sarebbe anche traccia del tentativo di eliminare un presentatore televisivo irano-americano per il quale sarebbe stato reclutato in "California un killer per assassinarlo".

Le carte di Wikileaks confermano poi che le intrusioni nei computer di Google sono state dirette dal governo cinese. L'aggressione informatica è parte di una campagna che ha coinvolto funzionari governativi, esperti di sicurezza e cybercriminali. Gli attacchi informatici vanno avanti dal 2002 e avrebbero permesso di entrare nei sistemi informatici del governo americano, di alcuni alleati e anche in quelli del Dalai Lama.
Gli Stati Uniti con Hillary Clinton hanno deciso di mettere sotto osservazione i diplomatici stranieri presso le Nazioni Unite. La Clinton inviò una nota, nel 31 luglio 2009, dal titolo "National Humint Collection Directive". Nella nota si chiede di raccogliere informazioni sui piani dell'Onu e sulle intenzioni del segretario Onu Ban Ki-Moon e del suo segretariato su temi specifici come l'Iran. La nota è stata inviata a 30 ambasciate americane da Amman a Berlino fino a Zagabria.
In un dispaccio si parla di colloqui confidenziali di funzionari Usa con il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed Bin Zayed in cui secondo il principe "una rapida guerra convenzionale con l'Iran sarebbe meglio delle conseguenze a lungo termine di un conflitto nucleare". Secondo il generale americano David Patraeus l'Iran sarebbe per gli Stati Uniti "il migliore strumento di reclutamento", mentre "il numero di alleanze e di accordi per un sostegno militare tra Usa e partner arabi nel Golfo è considerevolmente aumentato".
In altri documenti si afferma che l'Iran ha ottenuto sofisticati missili dalla Corea del Nord in grado di colpire l'Europa occidentale.
E ancora, nei files di Wikileaks si parla dei detenuti di Guantanamo utilizzati come merce di scambio. Quando gli Stati Uniti si sono trovati di fronte alla necessità di chiudere il carcere di Guantanamo, i presunti terroristi detenuti sono diventati moneta di scambio con gli alleati minori: alla Slovenia è stato detto di prendersi un prigioniero in cambio di un incontro con il presidente Obama. All'isola di Kiribati sono stati offerti incentivi milionari per convincerla ad imbarcare un gruppo di detenuti. Anche al Belgio sarebbe stato detto che prendersi qualche prigioniero sarebbe stato un sistema valido e poco costoso per diventare più importante in Europa.


Julian Assange

L'11 settembre della diplomazia mondiale - Le nuove rivelazioni di Wikileaks rischiano di diventare "l'11 settembre della diplomazia mondiale". Questa la convizione del ministro degli Esteri, Franco Frattini, poche ore prima della pubblicazione dei documenti segreti di Wikileaks.
"La diplomazia o è confidenziale o non è - ha detto Frattini, giunto a Doha, prima tappa della missione che nei prossimi giorni lo porterà a visitare cinque paesi del Golfo - e Wikileaks fa saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati". Per il titolare della Farnesina, così come "l'11 settembre ha cambiato gli assetti mondiali sul piano della sicurezza, così queste notizie lo cambieranno sul piano dei rapporti diplomatici". La conseguenza del rendere pubblici notizie e rapporti che dovevano rimanere circoscritti nell'ambito della riservatezza e segretezza, è che "a questo punto nessuno si fiderà più dell'altro", ha sottolineato Frattini. "Non è tanto la gravità del contenuto - ha aggiunto Frattini - ma le possibili conseguenze", a costituire motivo di preoccupazione. "Così si mettono anche a rischio i processi di pace", ha affermato ancora Frattini. In ogni caso, ha poi garantito il ministro, "niente può scalfire la solidità dei rapporti tra Stati Uniti e Italia".
E se ieri Frattini aveva parlato "dell'11 settembre della diplomazia", oggi attribuisce al fondatore del sito, Julian Assange una volontà criminale ("WikiLeaks vuole distruggere il mondo"), e ha invitato "la comunità internazionale a reagire compatta senza commentare e senza retrocedere sul metodo della diplomazia, senza lasciarsi andare a crisi di fiducia, che se diventa sfiducia reciproca può bloccare collaborazioni fondamentali per risolvere grandi situazioni di crisi".
Il titolare della Farnesina ha poi difeso il premier: "Berlusconi evidentemente non si sente né attaccato, né colpito, né offeso. Molte notizie che abbiamo letto erano già uscite sulle prime pagine dei giornali di opposizione". Infatti, sembra che, la prima reazione di Berlusconi al fatto che viene dipinto come un semplice portavoce di Putin in Europa e decisamente propenso ai festini, è stata una risata. Già, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha scrtto l'Ansa citando fonti autorevoli, quando gli è stato riferito il contenuto delle rivelazioni di Wikileaks sull'Italia si è fatto una risata.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Adnkronos/Aki, Repubblica.it, Corriere.it]

 

 

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29 novembre 2010
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