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I Ricchi e i Poveri della Regione Siciliana. Chi e quanto guadagnano i politici della Sicilia

Ecco cosa emerge dalle dichiarazione dei redditi dei signori di Palazzo Comitini

21 dicembre 2003
Dal "paperone" Francesco Musotto ai "paperini" Giuseppe Bono e Alessandro De Lisi.
Ricchi e poveri alla Provincia: in giunta, alle spalle del presidente ed europarlamentare, ci sono un deputato regionale e un dirigente statale; in consiglio, invece, dominano incontrastati i medici. Nove dei primi dieci posti a Sala Martorana sono infatti occupati da «camici bianchi» di professione, con un dirigente regionale come unico intruso.
È quanto emerge spulciando fra le dichiarazioni dei redditi dei 61 inquilini di Palazzo Comitini (presidente, 15 assessori e 45 consiglieri, la maggior parte dei quali matricole promosse dal voto della scorsa primavera), depositate - come legge vuole - in segreteria generale, a disposizione di chiunque li voglia visionare.

Dunque, come prevedibile, il primato di più "ricco" spetta a Francesco Musotto. Avvocato con la toga chiusa in soffitta e agricoltore per passione, il suo unico reddito 'liquido' è costituito dall'indennità di parlamentare europeo (per la quale ha optato, rinunciando a quella di presidente della Provincia), che lo fa arrivare a ridosso di quota 165 mila euro.
Nel suo esecutivo, sono cinque gli assessori che superano quota 100 mila: il dirigente generale della presidenza del consiglio dei ministri Salvatore Glorioso, l'imprenditore e deputato regionale Alberto Acierno, il direttore dell'Azienda turismo di Cefalù Salvatore Sammartano, il giornalista e segretario di An Giampiero Cannella e il dipendente del Banco di Sicilia Carmelo Scelta.
Di tutt'altra portata i redditi dell'avvocato Filippo Cangemi (ma la cifra riportata è relativa al 2001) e di Aristide Tamajo, che Totò Cuffaro ha voluto con se nell'ufficio del commissario per l'emergenza idrica.

Dalla giunta al consiglio, dove pesano più di tutti i "730" medici, anche più di quanto non succede già al Comune (tre medici ai primi quattro posti, ma a Palazzo delle Aquile la media generale è molto più alta): in testa il diabetologo diessino Vincenzo Provengano, che «brucia» di appena 200 euro il pediatra cuffariano Mimino Porretta. A ruota un odontoiatra (Michele Gangi), un cardiologo (Vincenzo Briganò), un chirurgo (Filippo Cusimano), uno specialista in medicina del lavoro (Giuseppe Motisi), un otorinolaringoiatra (Giuseppe Guercio) e altri due chirurghi (Antonino Angelo e Francesco Muscarella). A spezzare l'egemonia sanitaria nella "top ten", il solo forzista Vincenzo Lo Meo, dirigente della Forestale.

Fra i "poveri", invece, spicca il reddito zero dell'aspirante avvocato Giuseppe Bono e dell'antropologo Alessandro De Lisi, entrambi in coda perfino alla casalinga Giuseppa Scafidi: per la dipietrista, poco più di mille euro dichiarati, decisamente poca cosa rispetto ai 43 mila abbondanti dell'altra donna-consigliere, la diessina della Cgil Maria Concetta Balistreri.

Fonte: La Sicilia

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21 dicembre 2003
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