I risarcimenti della Regione alle aziende dell'energia
Chiesto un altro risarcimento alla Regione Sicilia per 21 milioni di euro
Se il presidente della Regione Raffaele Lombardo pensava di tirare un sospiro di sollievo dopo la condanna al risarcimento di 20 milioni a favore dalla New Energy per una autorizzazione arrivata dopo 4 anni che ha causato la mancata realizzazione di un impianto di biomasse a Modica, si è sbagliato. Il danno causato alla Regione dalla malaburocrazia per la vicenda New Energy rischia di essere solo il primo di una lunga serie. Ed il respiro di sollievo né Lombardo né tantomeno le casse regionali lo potranno tirare.
A distanza di pochi giorni negli uffici dell’assessorato Beni culturali arriva un’altra tegola da 21 milioni circa. Questa volta la richiesta di risarcimento proviene dalla Enerplus srl poi diventata Enerplus 2010 srl. Il motivo è sempre lo stesso. La tardiva autorizzazione, questa volta della precedente gestione della Sovrintendenza ai Beni culturali di Palermo, per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Roccamena nel palermitano. La società, assistita dagli avvocati Ugo Mastelloni, del Foro romano, e Ninfa Pannizza, del Foro di Palermo, ha già vinto in sede di Consiglio di giustizia amministrativa, che ha confermato la sentenza del Tar di Palermo e ora chiede il conto alla Regione.
La vicenda comincia il 13 novembre del 2008 allorquando viene avanzata l’istanza per la realizzazione di un impianto che avrebbe comportato una riduzione di 10 mila tonnellate annue di CO2 con 4000 Kw di potenza. La Sovrintendenza nega il nulla osta poiché "l’impianto risultava fortemente lesivo dei valori archeologici e monumentali". Ma questa motivazione non è stata ritenuta idonea dal Tar di Palermo poiché il sito dove sarebbe dovuto sorgere l’impianto non si trovava in area archeologica ma era solo visibile dall’area di Monte Maranfusa. Nell’ubicazione del sito, quindi, nessun vincolo archeologico, monumentale o paesaggistico. Inoltre, i terreni destinati all’impianto si trovano in area edificabile anche per fini industriali. Il Tar, quindi, il 27 ottobre 2009, accogliendo il ricorso della Enerplus, sospende esecuzione dell’ordinanza della Sovintendenza con la seguente motivazione: "il provvedimento impugnato è fondato sulla mancanza di vincoli". L’allora sovrintendente Adele Mormino impugna, attraverso l’ufficio legale della Regione, la sentenza davanti al Cga il quale, confermando la sentenza del Tar, rigetta l’istanza sospensiva della Sovrintendenza. In pratica, dà ragione alla Enerplus. A seguito di questa sentenza si svolgono diverse conferenze di servizi alle quali, secondo alcune indiscrezioni, la Sovrintedenza non si sarebbe presentata. Il 20 ottobre scorso l’assessorato Energia emette il decreto autorizzativo. Ma è ormai troppo tardi affinchè l’azienda goda di alcuni benefici previsti dalle normative. Infatti, l’impianto non potrà essere realizzato entro il 2010 data oltre la quale il ministero per lo Sviluppo economico compenserà la produzione di energia a 0,346 a 0,313 euro per poi scendere ulteriormente nel 2001 sino ad arrivare a 0,264 euro. In pratica un mancato introito annuale di 185 mila euro che per 20 anni fa quasi 4 milioni. A questo si aggiunge il danno non patrimoniale pari a 926 mila euro e un danno sanzionatorio più spese legali. Totale richiesta di risarcimento al Tar di Palermo 5,7 milioni. Ma non è finita. La richiesta è relativa anche a una mancata vendita del sito, assieme ad altri 2 siti siciliani, ad una società tedesca, la Ingenta Gmbh. Danno patrimoniale 10 milioni, più altri 5 di danno non patrimoniale e sanzionatorio. In pratica altri 15 milioni di euro. Totale 21 milioni di euro che la Regione potrebbe essere chiamata a pagare se la richiesta della società verrà accolta. Ma su questo, secondo gli esperti legali, i presupposti vi sono tutti poiché la società ha avuto già partita vinta dal Cga. Quindi altro buco nelle casse regionali. [Articolo di Andrea Naselli, €conomiaSicilia.com - 12 novembre 2010]