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I ristoratori italiani sul piede di guerra, vogliono boicottare la nuova legge contro il fumo

I ristoratori italiani non si sentono sceriffi e non vogliono fare i delatori contro i propri clienti: ''Non li denunceremo''

31 dicembre 2004

Il 2005 sarà un anno molto duro per i fumatori italiani che dal prossimo 10 Gennaio si troveranno a fare i conti con le  nuove severissime norme della legge antifumo nei  locali pubblici. In questa loro ''battaglia'' quotidiana però non saranno soli.
A una decina di giorni dall'entrata in vigore della legge anti fumo infatti, i ristoratori italiani, sul piede di guerra, protestano energicamente contro la decisione del Ministro della Salute Girolamo Sirchia che li trasformerebbe in autentici sceriffi, responsabili in prima persona di vigilare sul rispetto del divieto di fumo.
A scatenare l'ira dei ristoratori è in particolare l'obbligo fissato dal provvedimento attuativo del testo di legge contro il fumo, siglato dalla Conferenza Stato-Regioni, di avvertire i vigili urbani se il cliente trasgressore non dovesse raccogliere la sollecitazione a spegnere la sigaretta o a fumare fuori dal locale.
Nel mirino di Sirchia, finiscono non solo i ristoranti ma anche le discoteche e le sale Bingo, che avranno gli stessi obblighi di denunciare i fumatori se non vorranno rischiare una multa da 220 a 2000 euro o addirittura, la revoca della licenza. In altre parole si assegna a osti e baristi un ruolo da "sceriffi", con tanto di nome affisso in calce in appositi cartelli obbligatoriamente appesi nei locali.

Il Ministro Sirchia ha un po' colmato la misura così loro, i ristoratori e i baristi di tutta Italia, hanno deciso di boicottare la nuova legge che tutela i cittadini dai danni provocati dalle sigarette. I gestori riuniti nella Fipe-Confcommercio quindi, hanno presentato due ricorsi al Tar contro la circolare del Ministro della Salute in applicazione della legge 3/2003.  "Lo sceriffo-oste è una figura incostituzionale, un obbrobrio giuridico - denuncia Edi Sommariva, direttore generale di Fipe-Confcommercio -. La legge sul fumo ha principi che noi condividiamo, ma è inattuabile. Chi, come il ristoratore, non ha la qualifica di pubblico ufficiale non ha l'obbligo, ai sensi dell'articolo 333 del codice penale, nemmeno di denunciare reati ai quali assiste".
Quindi, nessuno dei 240 mila gestori osserverà l'obbligo di denuncia. La parola d'ordine? Boicottare una legge che è la più rigida d'Europa. Anzi, i proprietari dei pubblici esercizi chiedono al governo di accogliere la richiesta di uno slittamento della data di entrata in vigore del divieto di fumo, avanzata dal presidente della Confcommercio, Billè e di cambiare il ruolo degli esercenti, invitati dall'associazione di categoria solo "a rivolgersi in maniera gentile al cliente per far rispettare il divieto".  "Il nostro - spiega Confcommercio - è un atto di disobbedienza contro provvedimenti assurdi, contro regole  prive di buon senso e misura".

I ristoratori si sono detti disponibili invece a esporre cartelli antifumo e realizzare  salette ventilate per gli amanti del tabacco anche se in Italia nessun locale ha sale fumatori realmente a norma di legge e ancora nessuno ha provveduto a installare depuratori per l'aria. Le associazioni dei consumatori comunque, promettono battaglia e minacciano di organizzare ronde per controllare il rispetto del divieto.
La guerra del fumo è appena cominciata.

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31 dicembre 2004
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