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I sindacati della Fiat di Termini Imerese alla Regione siciliana: ''Gli impegni presi si devono mantenere''

Giovedì prossimo la Regione siciliana incontrerà i vertici del Lingotto, per discutere sul future della Fiat in Sicilia

05 marzo 2005

C'erano oltre 500 lavoratori ieri in piazza, a Palermo, dove Fim-Fiom e Uilm hanno organizzato un presidio davanti a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana, per protestare contro le strategie della Fiat rispetto al futuro dello stabilimento di Termini Imerese.
In piazza, dove è stata bloccata la circolazione stradale, anche gli operai di molte aziende dell'indotto: l'Iposas di Vicari, l'Automotive System e Sist di Carini, la Lear, la Bienne Sud e l'Universalpa di Termini Imerese.
Presenti anche i gonfaloni di Termini Imerese, di Mezzojuso, di Castronovo di Sicilia, una folta delegazione dei comuni della Valle del Torto e i dirigenti di alcune aziende dell indotto Fiat.

Fim-Fiom e Uilm, incontrando il presidente della Regione siciliana Totò Cuffaro, hanno contestano il mancato impegno assunto due anni fa di firmare un accordo di programma con Fiat Auto investendo 250 milioni di euro per le infrastrutture nell'area industriale e per sostenere l'indotto.

''L'incontro tra la Regione siciliana e la Fiat è fissato per martedì. Sarà una riunione tecnica alla quale prenderà parte anche il ministero della Attività produttive, incentrata sull'ipotesi di accordo di programma che dovrà governare il rilancio dello stabilimento di Termini Imerese''. E' stata questa la risposta data da Cuffaro ai sindacati.
L'appuntamento tra Regione Siciliana e Fiat sarà preceduto il giorno prima da un faccia a faccia con i rappresentanti dei lavoratori con cui saranno concordate le richieste da sottoporre e al quale sarà invitato anche il vice presidente nazionale di Confindustria, Ettore Artioli. Successivamente si rivedranno giovedì per trarre le conclusioni del vertice con Fiat.
L'accordo di programma dovrà prevedere anzitutto un piano di infrastrutturazione di Termini Imerese, per il quale due anni fa Cuffaro aveva dichiarato la disponibilità della Regione ad investire 250 milioni di euro.
A spiegare il senso della riunione con il Lingotto è stato lo stesso Cuffaro: ''Governo regionale, parti sociali e amministratori del comprensorio termitano puntano alla stipula di un contratto di programma che spinga la Fiat a rilanciare lo stabilimento di Termini Imerese garantendo, allo stesso tempo, la piena operatività di tutte le aziende dell'indotto''.

I delegati di fabbrica hanno chiesto anche che nell'agenda di martedì venga inserita la questione dell'indotto, dopo la decisione assunta da Torino di tagliare i rapporti con le imprese siciliane e di rifornire lo stabilimento di Termini con i pezzi prodotti a Melfi.
E' forte, infatti, il rischio di chiusura il prossimo 21 marzo (quando partiranno i 5 mesi di cassa integrazione nello stabilimento di Termini), della Iposas di Vicari e di altre aziende, che - dice Maurizio Calà, segretario provinciale della Fiom Cgil - va categoricamente neutralizzato.

Il governo della regione Sicilia è pronto a cofinanziare un accordo di programma per lo stabilimento di Termini Imerese ma pretende dalla Fiat il rispetto dei patti siglati a Palazzo Chigi nel dicembre del 2002 quando venne presentato il progetto di un polo di eccellenza dove sperimentare vetture di nuova generazione.

Ieri era l'ultimo giorno di cassa integrazione per i 1.400 lavoratori di Fiat. Rientreranno in fabbrica lunedì prossimo. Dopo due settimane di lavoro, il prossimo 21 marzo gli impianti si fermeranno nuovamente. L'azienda ha già comunicato alle Rsu altre 13 settimane di cassa integrazione.
Il rientro è previsto per il 20 giugno, ma nell'ultima riunione con le segreterie nazionali dei metalmeccanici Fiat aveva annunciato 5 mesi di cig per lo stabilimento di Termini Imerese, proprio a partire dal 21 marzo, con la ripresa produttiva prevista a settembre quando la Punto restyling sarà sostituita dalla Lancia Ypsilon.

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05 marzo 2005
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