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I tesori antichi della Sicilia. Rinvenuta a Marsala (TP) una Venere del II sec. d.C.

La statua senza testa, in marmo greco, è un pezzo giudicato dagli archeologi unico nel suo genere

19 gennaio 2005

La Sicilia è una riserva inesauribile di tesori archeologici di grande valore storico e artistico. Dopo la nave punica e la statua del giovinetto di Mothia, l'isola stupisce ancora restituendo una statua femminile di epoca romana, probabilmente una Venere, risalente al II secolo dopo Cristo. Si tratta  di un pezzo di particolare pregio, la cui altezza è di circa un metro e 70 cm, in marmo greco, senza testa e senza gambe dal ginocchio in giù, giudicato unico nel suo genere.
A stabilirlo l'archeologa marsalese Rossella Giglio, funzionario della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani. Il reperto è stato rinvenuto durante i lavori di scavo nell'area del Parco Archeologico adiacente alla Chiesa di San Giovanni al Boeo, nella zona del futuro Parco di Lilybeo di Marsala.
La statua è stata presentata al pubblico, qualche giorno fa, al termine di una conferenza stampa tenuta al Museo Archeologico Regionale di Baglio Anselmi dal Soprintendente ai Beni Culturali di Trapani Giuseppe Gini, dall'Assessore Regionale ai Beni Culturali Alessandro Pagano e dall'ex Assessore Regionale alla Presidenza Davide Costa. ''Quando sarà ritrovata anche la testa, spero presto - ha detto l' assessore Alessandro Pagano - questa statua sarà un reperto che potrà essere definito unico al mondo. E per questo motivo la scoperta appena effettuata costituisce un evento di rilievo internazionale, che giunge, per altro, a concreta conferma di alcune tesi storiche''. Un altro aspetto sul quale Pagano ha  posto l'accento riguarda il richiamo turistico che il reperto può assicurare: ''Proprio in questa direzione nel Trapanese potrà essere giocata una grande partita'' ha sottolineato l'assessore.

Valorizzare il patrimonio archeomarino della area sud del Mediterraneo è pure l'obiettivo della Soprintendenza del mare di Palermo, unica in Italia.''Attendiamo solo la firma dell'accordo con la Tunisia per andare a caccia dei compagni del Satiro Danzante'',  ha annunciato l'archeologo Sebastiano Tusa nel giorno dell'insediamento. Il calendario delle prossime attività della Sovrintendenza nei fondali marini difatti, accanto alla ricerca di altri capolavori simili al Satiro, attribuito a Prassitele, e che per ora si trova esposto in Giappone, prevedono attività in Libia e in Turchia. ''Nell'area del Mediterraneo la Soprintendenza del Mare continuerà la sua missione in Libia -  ha confermato Tusa - per il recupero di una imbarcazione veneziana, e verrà avviata anche una campagna in Turchia''. 
In Sicilia sono molte le campagne già  in programma - ha proseguito il sovrintendente - tra queste c'è  il recupero di elementi architettonici sommersi nel mare di Marzamemi, in provincia di Siracusa. In località Calaminola, a Levanzo si svolgeranno gli scavi per il recupero di una nave ellenistica del terzo secolo avanti Cristo. La nave resterà in mare ma saranno installate telecamere che consentiranno al pubblico dei musei di ammirarla''. Tra gli obiettivi c'è anche la creazione di nuovi itinerari subacquei a Pantelleria, a Porto Palo, dove si trova una nave punica, e alle isole Egadi.

Ma non finisce qui. Una macina litica, che potrebbe risalire addirittura al periodo selinuntino, è stata trovata nei fondali di Sciacca (AG) dal responsabile del settore subacqueo del circolo nautico ''Corallo Mimmo Marchica'' Enzo Assenzo.  Lo studioso che da anni svolge la sua attività proprio a Sciacca  ha ricollegato il masso circolare con un foro al centro, localizzato in mezzo a cespugli di alghe, alla presenza poco distante sulla terra di strane buche anch'esse circolari. ''Ho verificato quelle curiose cavità sulla terra di cui nessuno sapeva nulla - dice Assenzio - accertando che si tratta della stessa misura della macina che si trova sott'acqua''. Il reperto potrebbe provenire quindi da una cava dalla quale veniva il materiale per realizzare le colonne dei templi, simile a quelle di Cusa, vicino a Selinunte. La Sovrintendenza del Mare ha disposto accertamenti subacquei per confermare l' importanza della scoperta archeologica.

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19 gennaio 2005
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