I tre assessori nominati sono...
Raffaele Lombardo ha incontrato Berlusconi: dall'incontro (per ora) nulla di definitivo
Sabato scorso, 20 giugno, il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ci aveva lasciato con questa frase: "Dal prossimo lunedì pomeriggio provvederemo a completare la Giunta. Finora abbiamo pazientato 'pro bono pacis', ma ormai la vicenda non può non avere una conclusione in tempi brevissimi, perché la situazione lo richiede".
Lombardo aveva anche detto di "non avere ancora scelto i nomi dei tre nuovi assessori, che sceglierò non da solo ma anche con chi ha condiviso il percorso di una giunta nuova dove non potrà entrare, per nessuna ragione, chi ha remato contro e si è reso responsabile di una gestione che incompatibile con lo sviluppo della Sicilia. Non pongo assolutamente preclusioni e prendo in considerazione per i tre posti di assessore ogni proposta compatibile con lo crescita della nostra isola. Ci sono già delle proposte e le esamineremo".
Infine, come chiusa della settimana aveva assicurato: "Entro lunedì parlerò col premier Silvio Berlusconi. Se da parte del presidente del Consiglio verrà un'idea, una proposta o una sollecitazione, non potrò che tenerla nella considerazione che merita".
Giunto il lunedì, quindi passata (come lui stesso ha detto) la notte di "riflessione", tutti si aspettava la conclusione del puzzle regionale: gli ultimi tre pezzi per il quadro definitivo del Lombardo bis. Aspettando si pensava sopra chi sarebbe potuta cadere la scelta del governatore... Tre le variabili, si pensava, che potrebbero influire sui nomi da inserire nelle caselle mancanti: 1) l'eventualità di un colloquio con Berlusconi, in grado di attenuare le tensioni con quella parte del Pdl che chiede l'azzeramento dell'attuale giunta; 2) il possibile ingresso in giunta di un "tecnico" di area Udc (non escluso l'assessore uscente alla Presidenza Giovanni Ilarda, il magistrato che era stato definito il "Brunetta" siciliano); 3) riflettere seriamente sulla nomina di un assessore dell'area ex An.
Ma, passa anche il "fatidico" lunedì e pezzi continuano a mancare. Si arriva dunque a ieri, martedì 23 giugno, e nel pomeriggio Lombardo annuncia: "Ho già deciso i nomi dei tre assessori mancanti nella Giunta e ho avvertito i diretti interessati, ma i nomi li farò soltanto tra qualche ora"...
Tutti con la bocca aperta e in trepidante attesa, ma Lombardo va a Roma per incontrare Berlusconi: dirà per primo a lui i nomi degli ultimi tre assessori che entreranno a far parte della sua Giunta.
E l'incontro tra Lombardo e il premier finalmente c'è stato. Un incontro, a Palazzo Grazioli, durato fino alle tre di notte, per quasi cinque ore. Nella residenza romana di Berlusconi c'erano anche i coordinatori nazionali del Popolo della libertà Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa.
Dalla riunione però, definita "interlocutoria" dagli esponenti del Pdl, non è uscito nulla di definitivo. Da quanto si apprende, sarebbe stata decisa una pausa di riflessione di 24 ore... [Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]
Berlusconi detta le condizioni a Lombardo, Udc in giunta
FORSE UN GOVERNO BALNEARE
di Dario La Rosa (SiciliaInformazioni.com, 24 giugno 2009)
E' un casino, l'avrete capito e non si sa a che cosa credere, ma il nostro lavoro dobbiamo farlo. Qual è? Raccontare gli eventi, la loro evoluzione, momento dopo momento, perché le nostre testate non sono cartacee e non abbiamo un giornale che esce una volta al dì.
Premessa esaurita.
Torna in alto mare la composizione della giunta. Perché?
Il presidente Lombardo ha incontrato ieri sera Silvio Berlusconi. Erano presenti Denis Verdini e Gianfranco Miccichè. Berlusconi ha posto subito un problema di "spazi" in giunta. Non bastano tre assessori, ma quattro. Il presidente della Regione ne aveva lasciati tre a disposizione del Pdl. I quattro assessori, secondo Berlusconi, vanno ripartiti fra Pdl e Udc, due per parte.
Il premier non ha segnalato alcuno. Niente nomi, affidando al presidente della Regione il compito di scegliere come vuole. E questa richiesta ha creato un bel problema sia a Lombardo che a Miccichè, i quali avrebbero voluto sbarazzarsi dell'Udc. Non s'aspettavano che il capo del governo tutelasse gli interessi dell'Udc.
Il partito di Casini negli ultimi tempi ha giocato su due tavoli, Pdl o Pd, dimostrando di essere determinante in alcune circostanze. E Berlusconi non è stato affatto tenero con Casini in campagna elettorale. Questo ha fatto sospettare che l'uscita dell'Udc dalla giunta siciliana non dispiacesse affatto al Cavaliere.
Le cose non stanno così?
Ci possono essere più letture sulla questione, la più interessante fa risalire la posizione del premier allo speciale rapporto di Berlusconi con l'Udc siciliano, che non è affatto sulle posizioni di quello nazionale. Tutti sanno che Totò Cuffaro è l'uomo dell'Udc più vicino al Pdl, quindi la "tutela" di Berlusconi all'Udc siciliano non ha niente a che vedere con l'Udc nazionale, anzi potrebbe essere una furbata del Cavaliere, il quale vuole ingraziarsi ancora di più l'area Cuffaro, guardando in prospettiva. La forza di Cuffaro nell'Udc, ovviamente, è nota a Berlusconi. In questa chiave, dunque, va vista la richiesta fatta a Lombardo. Il cero passa dunque alla coppia Miccichè-Lombardo, che incassa un punto - Berlusconi non ha parlato di azzeramento della giunta - ma deve sottostare ad un diktat difficile da digerire.
Fra i "ribelli" del Pdl e nel Mpa ci sono due correnti di pensiero: alcuni spingono perché si vada avanti così come è stato deciso, niente arretramenti, vanno riempite le ultime caselle nel modo più utile, si completi il governo e si vada in mare aperto cercando una maggioranza sulle singole questioni. C'è chi, invece, frena e vorrebbe che si prendesse tempo, mediando fra le richieste di Berlusconi e i bisogni sopravvenuti.
In questi ultimi giorni, com'è facile immaginare, sono state create delle aspettative. Lombardo ha incontrato molta gente, ha creato rapporti, prospettato iniziative, proposto "poltrone". Non potrà soddisfare tutti, ma non può trattare a pesci in faccia nessuno. La qualcosa significa che deve fare la quadratura del cerchio.
Un solo esempio: corrispondendo alla richiesta del Cavaliere, deve necessariamente espellere uno degli assessori appena nominati. C'è il sospetto che venga sacrificata il magistrato Chinnici, destinata all'assessorato alla Famiglia. La Chinnici attende il nulla osta del Csm, che ancora non arriva. Per un magistrato che va, uno che viene. Tornerebbe Ilarda per l'Udc, ma questo, formalmente, è un problema di Lombardo.
Berlusconi si è guardato dal fare nomi ed ha lasciato ampia libertà d'azione al presidente della Regione, ma questo non significa niente. Lombardo può porre qualche veto ma non può scegliere da solo gli assessori dell'Udc, deve sentire i dirigenti del partito, sempre che acceda all'idea di accontentare Berlusconi.
Dall'incontro romano è venuta anche una rassicurazione diretta a chi resta fuori o non è contento della soluzione trovata, che in settembre si cambia tutto. Sarà un governo balneare, insomma.