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I tumori tra in bambini sono in aumento

Entro il 2015 numero dei casi destinato a crescere del 18%, ma due su tre guariscono

26 luglio 2008

Per bambini e adolescenti si registrano due trend di crescita diversi nella percentuale di insorgenza di tumori infantili, nel primo caso cresceranno e nel secondo caleranno ma per entrambe le categorie i dati sulla sopravvivenza a lungo termine sono in netto miglioramento rispetto al passato, i due terzi guariscono.
E' il Rapporto 2008 dell'Associazione Registro Tumori (Airtum) a tracciare il quadro nazionale della diffusione dei tumori in età infantile e a delineare lo scenario possibile per i prossimi anni.
Nei bambini, di età compresa tra 0 e 14 anni, il numero dei tumori è previsto che cresca (del 18% entro il 2015) ma si tratta di un dato sul quale occorre fare attenzione, avverte Riccardo Riccardi, capo della Divisione Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli.
"A fronte di una crescita, anche minima, in termini numerici - ha speigato Riccardi - bisogna tenere presente che si parla di incidenze che insistono su piccoli numeri e, per esempio nel caso dei tumori cerebrali, di eventi rari, non considerare questi fattori potrebbe far pensare a crescite esponenziali del fenomeno". Per gli adolescenti, invece, la previsione del rapporto parla di un decremento del 5,6% entro il 2015.

I tumori che colpiscono maggiormente bambini e adolescenti sono le leucemie, i linfomi e i tumori del sistema nervoso centrale (cresciuti rispettivamente nel periodo 1998-2002 dell'1,6%, del 4,6% e del 2%). In Italia, la variazione percentuale è più alta che negli altri Paesi europei e negli Stati Uniti. Considerati in una sola voce, i tumori infantili in Italia sono cresciuti del 2%, a fronte dell'1,1% nella Ue e dello 0,6% negli Usa. E le cause di questa tendenza non sono ancora state indagate. "Esiste molta incertezza sui fattori causali - ha detto Corrado Magnani, coordinatore scientifico del gruppo di lavoro Airtum - che hanno portato alla variazione manifestata in Italia e anche in Australia e Nuova Zelanda a differenza degli altri Paesi Europei e dell'America. Per adesso, lavoriamo solo su ipotesi, alcune delle quali riguardano il cambiamento degli stili di vita e l'effetto dell'esposizione dei bambini piccoli ad agenti infettivi, come il momento di ingresso nella scuola o nella comunità".

Se sulle cause si lavora su ipotesi, sui dati relativi alla sopravvivenza a lungo termine, invece, si ragiona su numeri certi. Secondo il rapporto, per i casi rilevati nel quinquennio 1998-2002, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi ha raggiunto il 78% per i tumori in età pediatrica e l'82% per i tumori negli adolescenti. "Sono migliorate le cure - ha aggiunto Riccardi - oggi possiamo dire che i due terzi dei bambini guarisce". Le tipologie che registrato i tassi di guarigione più alti sono le leucemie, in particolare quella linfatica acuta e i tumori non metastatici alla diagnosi. Dallo studio Airtum non sono emerse differenze di incidenza per aree geografiche, "a differenza di uno studio analogo cndotto circa 10 anni fa - ha spiegato Magnani - in cui si rilevarono tassi di sopravvivenza più bassi per i bambini del Sud, va però considerato anche il fatto che all'epoca, nel Sud Italia era attivo un solo Registro tumori".

Fonte: ANSA

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26 luglio 2008
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