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I veleni della Campania

L'emergenza rifiuti in Campania mette a seriamente a repentaglio la salute della popolazione

16 giugno 2008

SESSANTA PERSONE AFFETTE DA TUMORE. E' il dato scandaloso emerso dall'indagine condotta porta a porta dalla Procura di Napoli sull'incidenza dei tumori tra le famiglie che vivono nei pressi della discarica di Pianura, quartiere periferico di Napoli.
Nella maggior parte dei casi finora appurati dai pubblici ministeri  si tratta di linfoma di Hodgkin. Secondo quanto si apprende in ambienti giudiziari - e anticipato nei giorni scorsi dai quotidiani 'E-polis Napoli' e 'Cronache di Napoli' - la gravissima forma tumorale secondo il consulente della Procura, un epidemiologo di Brescia, potrebbe essere riconducibile alle sostanze tossiche sversate negli anni nella discarica e già tracciate dagli inquirenti. Il tipo di malattia, dunque, e il numero consistente di casi potrebbero per la prima volta dimostrare il nesso causale fra il traffico di rifiuti tossici e la diffusione dei tumori fra gli abitanti della zona.

Il consulente della Procura aveva rappresentato al pm della sezione coordinata del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, le difficoltà nel provare il nesso tra le due cose, nel trovare il giusto collegamento tra le sostanze nocive della discarica e le malattie e supportarlo con dati scientifici. Dopo i primi risultati adesso sembra che la strada sia in discesa.
La Procura ha inviato i carabinieri del Nas casa per casa tra i residenti di pianura, per raccogliere diagnosi, cartelle cliniche ed eventuali denunce. Fondamentale anche il contributo dei comitati di zona che hanno inviato al palazzo di giustizia molto materiale sugli effetti dei veleni gettati illecitamente per anni nella cava.
L'inchiesta della Procura napoletana, aperta circa 6 mesi fa, riguarda il periodo fino al 1996 e le ipotesi di reato di epidemia colposa relativamente al presunto incremento di tumori e malformazioni negli ultimi 20 anni nel quartiere di Pianura e disastro colposo, in relazione ad un possibile inquinamento di falde acquifere e terreni. Gli inquirenti dopo aver raccolto la storia clinica di una parte degli abitanti delle aree intorno a contrada Pisani, ultima discarica pubblica cittadini rimasta attiva fino al 1997, chiederanno loro di sottoporsi anche a prelievi biologici in modo tale da avere un quadro preciso ed attuale della situazione.

E allo scandalo si aggiunge altro sconcerto. Lo staff del sottosegretario all'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, ha denunciato all'autorità giudiziaria un carico di rifiuti contenenti materiali con una "lieve anomalia rispetto al parametro della radioattività". Il camion è stato bloccato all'ingresso della discarica di Savignano Irpino (Avellino), uno dei siti adibiti allo sversamento dei rifiuti per l'emergenza in Campania. Le tracce radioattive, hanno sottolineano a Savignano Irpino, sono state rilevate "grazie alla capillare capacità di controllo di tutte le componenti che operano presso la discarica, forze dell'ordine, vigili del fuoco ed esercito". Nel carico infatti sono stati trovati alcuni rifiuti di origine ospedaliera su cui sono state rilevate le tracce radioattive. "E' bene evidente - hanno detto ancora dalla struttura di Bertolaso - che i rifiuti ospedalieri devono essere smaltiti, come previsto dalla legge, attraverso una filiera completamente diversa da quella prevista per i rifiuti solidi urbani. Quest'ultimo episodio conferma, dopo quelli dei giorni scorsi, l'accuratezza dei controlli per garantire il totale rispetto delle norme per il materiale che viene conferito nelle discariche".
Il carico illecito è stato immediatamente isolato. E' scattata perciò la denuncia all'autorità giudiziaria per poter risalire all'autore dello sversamento illecito.

"Il carico radioattivo ritrovato mentre andava nella discarica appena aperta a Savignano dimostra tutto il pericolo che questo piano rifiuti rappresenta per la nostra regione". Questo è quanto hanno affermato in una nota i comitati in difesa delle cave di Chiaiano e Marano. "Se da un lato - si sottolinea - c'è la gestione illegale dei rifiuti che può portare a situazioni come quella di oggi, dall'altro c'è il decreto governativo che legalizza lo sversamento della gran parte dei rifiuti tossici (fanghi chimici, ceneri pesanti ecc) per fare della Campania lo sversatoio a basso prezzo dell'industria settentrionale. Per questo è vitale perseguire modelli alternativi, praticabili e richiesti dalla stessa Unione Europea". "Nei prossimi giorni - si conclude la nota - si intensificheranno le nostre iniziative per difendere la Selva di Chiaiano che è un patrimonio di Chiaiano, Marano e Mugnano, ma anche di tutta la città di Napoli".

Ma i problemi ambientali in Campania non arrivano solo dallo smaltimento legale dei rifiuti, ma soprattutto da quello abusivo. Quaranta quintali di rifiuti pericolosi, destinati alla Campania perché fossero smaltiti illecitamente, sono infatti stati sequestrati dai carabinieri della Compagnia di Montella (Avellino). Il carico era trasportato da due tir provenienti dalla provincia di Foggia e diretti in Alta Irpinia. Per sfuggire ai controlli i due conducenti, entrambi pregiudicati e residenti a Cerignola (Foggia), stavano transitando sulla dismessa statale dell'Ofantina, quando sono stati fermati ad un posto di blocco. I due autisti non hanno voluto fornire spiegazioni sul carico: sono stati individuati materiale ferroso, batterie esaurite, profilati di eternit, scarti di rame. I due trasportatori sono stati denunciati in stato di libertà all'autorità giudiziaria per trasporto e smaltimento illecito di rifiuti. Negli ultimi mesi, il comando provinciale dei carabinieri ha sequestrato circa 70 mila metri cubi di rifiuti pericolosi e ha denunciato 50 persone, molte delle quali con numerosi precedenti penali, originarie delle province di Caserta, Salerno e Napoli.

[Informazioni tratte da Adnkronos.com e Corriere.it]

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16 giugno 2008
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