I viaggi della speranza
Con la legge italiana sulla procreazione assistita, in aumento le coppie che vanno all'estero alla ricerca di una speranza
Con la legge italiana sulla procreazione assistita approvata lo scorso febbraio, uno dei rischi che l'Italia sapeva di correre era quello di vedere aumentare progressivamente il numero delle coppie italiane con problemi di fertilità, che nei viaggi all'estero vedono l'unica chance per coronare il sogno di diventare finalmente genitori.
A scegliere di varcare i confini per ovviare alle limitazioni imposte dalla legge italiana sarebbe il 25 percento delle coppie. Questo dato emerge da un'indagine a questionario eseguita dal Forum delle associazioni di genetica e riproduzione (ForAGER). Gli esperti lanciano l'allarme anche sul fenomeno speculazione: il costo delle tecniche di fecondazione all'estero sarebbe notevolmente aumentato dopo il via alla legge italiana e il conseguente aumento di domanda da parte delle coppie nei centri stranieri.
Dunque, circa il 25% delle coppie che si rivolgono ai Centri di fertilizzazione, una volta venute a conoscenza delle limitazioni che, solo in Italia, la legge impone, decide di rivolgersi a Centri pubblici e privati in altri paesi. Inoltre, vietando la legge italiana persino di consigliare un centro estero piuttosto che un altro, non si può conoscere a priori dove tali coppie afferiscono.
In questa maniera, diventano particolarmente ''rischiose'' - perché ''prive di un controllo di qualità '' - anche le fonti di informazione da cui le coppie traggono notizie circa i centri cui rivolgersi: al primo posto figura infatti la comunicazione tra coppie, ovvero il passaparola; seguono Internet, le riviste e i giornali.
Come già detto, uno degli allarmi lanciti dagli esperti riguarda il problema della speculazione sul fenomeno. Il costo delle metodiche tradizionali (Fivet e Icsi) negli altri paesi, è infatti aumentato di circa il 30%: in Spagna un intervento di fecondazione assistita può costare dai 5.000 agli 8.000 euro; in Inghilterra tra le 3.500 e le 5.000 sterline; in Svizzera tra 6.000 e 8.000 euro; in Austria e Slovenia tra 5.000 e 7.000 euro. Negli altri paesi i prezzi risultano molto variabili, ma mai comunque al di sotto dei 5.000 euro.
Inoltre, secondo quanto emerso dall'indagine, spesso le coppie italiane sono sottoposte ad una evidente speculazione, dal momento che, solo per gli italiani, alcune delle metodiche vietate in patria hanno raggiunto prezzi molto più elevati rispetto al passato.
Un esempio? La diagnosi di anomalie fetali prima dell'impianto (che in Italia costava intorno ai 4.000 euro ed altrettanto in Belgio) è stata fatta pagare, sempre in Belgio, dopo l'introduzione della legge italiana, anche 10.000 euro.
E proprio grazie a una legge molto più permissiva della nostra, a Bruxelles arriva all'incirca una coppia italiana al giorno.
Nella nazione del Parlamento europeo, coppie di uomini e donne si presentano ogni giorno per cercare di risolvere gli ormai sempre più frequenti problemi di infertilità. Ma ci sono anche gli omosessuali o i single, che invece sperano di poter coronare loro sogno di avere un bambino. Un sogno che, in molti Paesi dell'Unione, non è consentito dalla legge. Succede così che, oltre agli italiani, in Belgio si presentino parecchi francesi e tedeschi.
Queste le rivelazioni, fatte dal quotidiano "De Morgen" secondo cui se si confermano i dati attuali, la presenza delle coppie italiane in un anno risulterà almeno sei volte più elevata che in passato.
Vi è poi un ultimo dato, ed è quello che risulta più preoccupante. Dai questionari esaminati dal ForAGER risulta che la percentuale di successo degli interventi appare inferiore oggi, all'estero, rispetto a quella ottenibile in Italia nella maggior parte dei Centri fino a marzo 2004: il 28% contro il 35% di successi registrato come media italiana prima dell'introduzione della legge.
Il Forum delle associazioni di genetica e riproduzione ha eseguito l'indagine utilizzando un questionario anonimo su un campione di 324 coppie tra Milano, Bologna, Roma e Catania al loro rientro in Italia. In base ai dati, la geografia dei 'viaggi della speranza' vede al primo posto la Spagna (vi si e' recato il 25% delle coppie intervistate), seguita da Inghilterra (20%), Belgio (18%), Svizzera e Austria (10%), Slovenia (5%), Francia, Ucraina, Malta e Cipro (complessivamente circa il 12%).
Procreazione assistita: così negli altri Paesi
AUSTRIA: è ammessa sia la fecondazione artificiale tra coppie sposate o conviventi sia quella eterologa, ma non per le donne sole. Non sono consentiti l'inseminazione post mortem e l'utero in affitto. È inoltre ammesso l'accesso ai dati del donatore.
GERMANIA: la legge del 1990 ammette l'inseminazione omologa e eterologa solo per le coppie sposate. La fecondazione in vitro è ammessa solo se omologa. L'articolo uno della legge vieta di trasferire nel corpo di una donna più di tre embrioni per un ciclo di inseminazione. Non sono ammessi l'inseminazione post mortem e l'utero in affitto.
GRAN BRETAGNA: la legge del 1990 consente sia l'inseminazione omologa che eterologa a coppie sposate o conviventi e a donne singole. La legge del 1990 ammette l'utero in affitto, purché non ci sia passaggio di denaro, e l'inseminazione post-mortem.
SPAGNA: l'accesso all'inseminazione artificiale, sia omologa che eterologa, è consentita alle coppie sposate, conviventi, nonché singole purché vi acconsentano in modo libero e cosciente. La prima legge che regola la materia è del 1987.
SVEZIA: è ammessa l'inseminazione omologa e eterologa per le coppie sposate o conviventi ma è vietato il ricorso al seme di donatori anonimi. Non è ammessa per la donna sola. La fecondazione in vitro è ammessa solo con il seme della coppia, che deve essere sposata o convivente. Non è ammesso l'utero in affitto.
FRANCIA: una legge quadro sarà promulgata l'anno prossimo dopo essere stata messa in cantiere nel 1994. L'attuale ministro del governo di centrodestra, Jean-Francois Mattei, è ripartito da quella legge proponendo numerose modifiche: pur esclusa per principio la ricerca sull'embrione in Francia sarà invece consentita "in via eccezionale" e "per una durata limitata di cinque anni". In Francia le coppie potranno scegliere autonomamente se distruggere gli embrioni in sovrannumero, se destinarli alla ricerca a scopo terapeutico oppure se donarli a un'altra coppia sterile. Dal progetto di legge resta rigorosamente esclusa la clonazione, sia a scopo riproduttivo, sia a scopo terapeutico: per quest'ultima, si rischiano sette anni e 100.000 euro di multa in caso di violazione.