I vitivinicoltori pugliesi contro il "Primitivo di Sicilia"…
I Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria della Puglia dicono no all'impianto e alla produzione del vitigno in Sicilia
Succede che la giunta regionale siciliana con una delibera dia il via alla possibilità di impiantare nell’Isola il vitigno del Primitivo. Il Primitivo è uno dei vini rossi più famosi della Puglia, molto noto anche all'estero, con una forte esportazione ed un'area territoriale di riferimento che parte da Manduria, in provincia di Taranto, e si estende nel vicino Salento.
Succede che, di conseguenza, il mondo vinicolo pugliese alza le barricate contro la questa possibilità. Per il Gruppo di azione locale (Gal) Terre del Primitivo, "parliamo di un danno per la nostra identità". "Non da ultimo - afferma il Gal - si rischia di creare un precedente per il futuro: altre varietà autoctone potrebbero essere scippate ad altre regioni, facendo venire meno una storia secolare".
Per il Gal, "il valore culturale e identitario" del Primitivo di Manduria "appartiene a questi luoghi e nessuno può appropriarsene". Il Gruppo di azione locale ricorda anche di aver costruito l'intero Piano di Azione Locale 2014-2020 proprio su questo e "in fase di programmazione abbiamo deciso di puntare l'attenzione sul Museo diffuso delle Terre del Primitivo inteso come territorio da condividere".
I Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria della Puglia non ci stanno e congiuntamente hanno fatto arrivare la dichiarazione al vetriolo che segue.
"La decisione della Giunta Regionale della Regione Sicilia (DGG 1733 del 09/08/2019) con la quale si autorizza la coltivazione della varietà Primitivo sull'intero territorio regionale crea un pericoloso precedente amministrativo. Per noi questo provvedimento è inammissibile.
Tale decisione offende la nostra storia. Il primitivo è un vitigno pugliese, espressione coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni vitivinicole. Inoltre, la sua affermazione commerciale che lo pone come prodotto traino dell'economia vinicola, agroalimentare e enoturistica regionale, è il risultato di decenni di sforzi e investimenti, sacrifici dei viticultori. E non possiamo tollerare che tale patrimonio sia sottratto. Un messaggio chiaro che deve anche essere recepito non solo da tutta la filiera ma anche dai tanti consumatori".
Così si esprimono congiuntamente il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria dop e docg, il Consorzio del Salice Salentino doc, il Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle doc, il Consorzio di Brindisi e Squinzano doc, il Consorzio dei vini doc e docg Castel del Monte, l'Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione Puglia, il Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria, Cia- Agricoltori Italiani Puglia e la Confagricoltura Puglia sottolineando con forza che: l'autorizzazione all'impianto e alla produzione di Primitivo in Sicilia è da considerarsi un abuso.
Da parte sua, la Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova dice: "Mai consentirò che una bottiglia di vino siciliano Dop o Igp possa chiamarsi "Primitivo" esattamente come solo le Dop Igp Siciliane possono utilizzare il nome del vitigno "Nero d'Avola", e questo nonostante quel vitigno possa essere coltivato in altre regioni che lo hanno inserito nell'elenco delle varietà raccomandate e autorizzate".