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Ieri l'accorato appello della moglie del gelese Francesco Arena al governo italiano, a quello nigeriano e al Mend

12 febbraio 2007

''Mi rivolgo al governo italiano, al governo nigeriano e ai sequestratori, affinché ognuno di loro faccia la propria parte''. Comincia così l'appello lanciato ieri mattina da Angela Fiaccabrino, la moglie di Francesco Arena, di Gela (Caltanissetta), uno dei tre tecnici Eni sequestrati in Nigeria il 7 dicembre scorso dal Mend (Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger).
''So che il governo italiano continua a lavorare - prosegue la donna, che finora aveva evitato di parlare con i media - ma chiedo che faccia uno sforzo ulteriore e più incisivo, che possa portare al più presto alla liberazione, prima che succeda l'irreparabile in quell'accampamento militare pericoloso''.

''Esorto il governo nigeriano ed il Mend - ha proseguito la signora Fiaccabrino - ad essere ragionevoli, a fare uno sforzo per arrivare ad un punto d'accordo. Vi ricordo che quegli uomini che sono in ostaggio fanno dei sacrifici, lasciano le proprie famiglie e vanno in Nigeria soltanto per lavorare onestamente e duramente. Mio marito è stato sempre stimato all'estero - ha concluso la donna - perché ha capito la realtà dei paesi africani, mentre adesso si ritrova a soffrire l'inferno. Tutta la società civile vi sarà grata se farete ritornare questi padri di famiglia a casa, fra i propri cari''.

Sempre ieri mattina Cosma (Mimmo) Russo, l'altro ostaggio italiano, ha telefonato alla moglie Annamaria nella sua casa di Bernalda (Matera). ''Mimmo ha chiamato verso le 8,30 - ha spiegato la donna -. Ha detto che lui e gli altri stanno bene, ma che sono stanchi. Sanno che c'è il viceministro degli Esteri Franco Danieli in Nigeria e sperano di tornare a casa con lui. Ho sentito al telefono anche l'altro ostaggio, Francesco Arena - aggiunge Annamaria - che diceva di fare presto''.

Fonte: La Sicilia

- ''Il governo faccia un miracolo'' (Guidasicilia, 10/02/07)

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12 febbraio 2007
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