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Il 10 settembre prossimo Lampedusa sarà il teatro della Manifestazione Nazionale Antirazzista

26 agosto 2006

La chiusura dei Cpt e dei centri di identificazione, l'abrogazione della legge Bossi-Fini, la stipula di accordi di cooperazione tra i paesi del Mediterraneo che permettano un libero ingresso degli immigrati per ricerca del lavoro e la realizzazione di centri di accoglienza ''trasparenti'' e accessibili a tutti.
Questi gli scopi della Manifestazione Nazionale Antirazzista che si terrà a Lampedusa il 10 settembre a cui aderiscono una quarantina di associazioni, enti, tra cui Emergency, Arci, Cgil Sicilia, Osservatorio migranti Agrigento, Rete antirazzista siciliana e esponenti dell'associazionismo, della politica e dello spettacolo come Gino Strada, Dario Fo e Rita Borsellino.

L'iniziativa è stata presentata nella sede di Emergency di Palermo da Giulio Cristoffanini dell'organizzazione umanitaria, alla presenza di Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana e Pietro Milazzo responsabile immigrazione della Cgil.
''Il sistema legislativo italiano ha reso impossibile l'ingresso legale sul nostro territorio favorendo di fatto, la clandestinità - ha detto Cristoffannini - e il ricatto di trafficanti che speculano sulla tratta degli esseri umani. Non passa settimana che non si venga a conoscenza dell'ennesimo naufragio che sta trasformando il Mediterraneo da millenario ponte di scambio di culture in un lugubre cimitero marino''. Per Milazzo ''i centri di permanenza temporanea sono la manifestazione più intollerabile e oscena della risposta segregazionista al fenomeno dell'immigrazione. I Cpt sono dei veri e propri lager dove uomini, donne e anche bambini vengono privati della propria libertà non per qualche azione ma per quello che sono. Per questo i Cpt, a partire da Lampedusa, devono essere immediatamente chiusi, sostituiti con strutture più accoglienti e non di detenzione''.

La manifestazione del 10 settembre prevede la mattina un'assemblea pubblica; nel pomeriggio un corteo si snoderà dal porto fino al Centro di permanenza temporanea di Lampedusa e la sera ci sarà uno spettacolo artistico-musicale. ''Siamo sicuri che i primi che parteciperanno alla giornata nazionale saranno proprio gli abitanti di Lampedusa - ha detto Anna Bucca dell'Arci - La chiusura dei Cpt è, infatti, un'emergenza che parte dal basso, che accoglie il volere e i malumori degli isolani stessi che non vogliono vedere la propria isola trasformarsi in una prigione a cielo aperto''.
Per Tripi infine ''è inammissibile il silenzio 'assordante' del governo siciliano: come se gli sbarchi si verificassero su altre coste e non quelle di casa nostra. Chiediamo un'inversione di tendenza nella politica internazionale dell'accoglienza dei migranti che veda privilegiato l'aspetto umanitario piuttosto che quello segregazionista''.

Fonte: La Sicilia, 25 agosto 2006

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26 agosto 2006
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