Il 12 febbraio il referendum del Pd sulle alleanze
Si deciderà sul sostegno al Terzo Polo e ai moderati alle prossime amministrative. Lombardo: "Qualche genio del male s'è impadronito di loro"
Il referendum sulle prossime alleanza del Partito democratico con altre forze progressiste in vista delle prossime elezioni in Sicilia si terrà il 12 febbraio. Lo ha deciso il coordinatore della Commissione regionale per il congresso dopo avere sentito il segretario regionale, i segretari provinciali e i componenti dell'esecutivo, nel corso della riunione che si è tenuta lunedì, nella sede del Pd.
Al referendum al quale possono partecipare iscritti ed elettori del Pd, verrà anche posto un altro quesito: "Alle luce della disponibilità garantita dai partiti moderati e autonomisti del Terzo Polo, sei d'accordo a consolidare l'alleanza politica contrapposta al centrodestra a sostegno del governo regionale in Sicilia, fermo restando che l'ingresso del Pd in giunta con propri rappresentanti politici potrà rafforzarsi solo dopo le elezioni?".
"Avere stabilito la data del referendum è un risultato importante. Il tempo a disposizione per predisporre la macchina referendaria non è molto, ma il mio auspicio è che tutte le realtà provinciali del Pd lavorino con impegno per consentire l'affluenza di decine di migliaia di elettori del partito alla consultazione. Per favorire la partecipazione si allestiscano gazebo nelle piazze di tutti i comuni siciliani, con modalità che possano garantire da infiltrazioni di elettori di altre forze politiche, sia che oggi siano all'opposzione sia che sostengano il governo regionale". È quanto afferma il senatore e presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco. "Il 12 febbraio arriverà presto - aggiunge Bianco - e un successo del no al quesito sul sostegno al governo Lombardo non potrà che comportare il ritiro immediato dell'appoggio del Pd a un governo guidato da chi non riesce a dare risposte soddisfacenti ai bisogni della Sicilia e continua a fare politica in modo clientelare, una pratica non compatibile con i valori del Partito Democratico. Nei prossimi giorni - conclude Bianco - riuniremo i promotori del referendum, cominciando da Catania, questo sabato".
Silvio Moncada, consigliere provinciale di Palermo, mette in dubbio la decisione: "Apprendo con stupore che il partito democratico ha indetto per il 12 febbraio il referendum sulle alleanze. Nel mio ruolo di componente della Commissione Regionale per il congresso, oltre che di membro dell'esecutivo provinciale, intendo smentire categoricamente che tale decisione sia stata presa dagli organismi preposti ad indire tale consultazione". "L'arbitraria decisione del coordinatore della commissione Regionale per il Congresso non può essere in alcun modo presa in considerazione - ha aggiunto - in quanto la stessa commissione, non ha mai deliberato, con la maggioranza prevista dallo statuto, l'indizione del referendum. Peraltro, nella lettera che lo stesso coordinatore ha inviato a tutti i componenti, me compreso, si comunica che il referendum è stato indetto domenica 4 marzo e non il 12 febbraio".
La notizia dell'imminente referendum del Pd sull'appoggio al governo regionale, non è stata accolta per niente bene dal presidente della Regione Raffaele Lombardo: "Il Pd faccia tutti i referendum che vuole, ma non ha nulla da esprimere sul governo regionale. Tolgano il quesito sul governo, altrimenti dirò agli assessori che si sentono espressione dei democratici di lasciare la giunta. Mi auguro che il Pd faccia chiarezza entro 48 ore". "Anche se ci sono esponenti seri e competenti che lavorano per le riforme dentro e fuori dal parlamento - ha aggiunto Lombardo - alcuni dirigenti del Pd sono stati catturati dal genio del male. Sembrano in balia di qualche inventore di quotidiane camarille".
La risposta del segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, non si è fatta attendere: "Le parole in libertà del presidente della Regione sono incomprensibili quanto inaccettabili. Non si permetta di parlare di 'genio del male' nel Pd. Probabilmente sarà stata una battuta ironica. Se così non fosse, sarebbe opportuno che il presidente si guardasse allo specchio. Mi rendo conto che Lombardo, non conoscendo il valore della democrazia partecipata, non comprenda la decisione del Pd di chiedere ai propri iscritti ed elettori cosa ne pensino della scelta compiuta dagli organismi a sostegno dell'alleanza tra progressisti, moderati ed autonomisti, ma ha il dovere di rispettarla". "E' chiaro - ha concluso Lupo - che il Pd non accetta ultimatum da nessuno, tanto meno dal presidente Lombardo che, incomprensibilmente e incoerentemente, parla prima di governo tecnico e poi di assessori del Pd. La linea politica del nostro partito è chiara ed è quella assunta dai nostri organismi interni e vogliamo adesso rafforzarla attraverso un'ampia consultazione democratica".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, SiciliaInformazioni.com, GdS.it]
- Per il Pd un referendum necessario (Guidasicilia.it, 09/01/12)