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Il 2008: un lungo anno di sbarchi

Attraverso il Mediterraneo nonostante Frontex e le politiche di chiusura delle frontiere

13 novembre 2008

Un barcone lungo venti metri con a bordo 274 migranti, tra cui 45 donne e 11 minori, è stato soccorso in nottata da una nave della Marina militare italiana e dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. L'imbarcazione è stata intercettata a circa sei miglia da Lampedusa.
Durante le fasi del trasbordo sulle motovedette due persone sono cadute in mare. Una è stata recuperata, mentre l'altra è dispersa. Le ricerche continuano nello specchio d'acqua 9 miglia a sud di Lampedusa. Gli extracomunitari, di diverse nazionalità, sono già stati trasferiti nel centro di prima accoglienza dell'isola.
E all'alba altri 32 migranti sono stati bloccati in località Porto Vecchio, nei pressi dell'attracco delle navi della Siremar. Sono tutti uomini e sono arrivati in Sicilia a bordo di una piccola imbarcazione in legno di circa metri 6 con motore entrobordo. A intercettarli e bloccarli sono stati militari delle Fiamme gialle della brigata di Lampedusa che hanno provveduto immediatamente ad assisterli e condurli nel Centro di soccorso e accoglienza dove si sta procedendo alla loro identificazione e all'assistenza medica. 

I due nuovi arrivi sono avvenuti a poche ore dalla presa di posizione della Lega Nord che, con alcuni emendamenti al ddl sicurezza (LEGGI), ha chiesto, tra le altre cose, l'istituzione di un blocco dei flussi migratori in Italia per un periodo di almeno due anni, legando la richiesta al perdurare della crisi economica. Sempre dalla Lega era arrivata nella stessa sede la proposta di uno stanziamento di due milioni di euro per Lampedusa a titolo di "compensazione" e per il mantenimento del centro di primo soccorso e permamenza dell'isola, meta di continui sbarchi di immigrati.
Negli emendamenti del Carroccio anche il pagamento delle prestazioni sanitarie pubbliche (quindi anche l'accesso al pronto soccorso) per gli immigrati irregolari, e per i medici l'obbligo di segnalazione degli irregolari.
Le proposte sono state depositate oggi nell'aula del Senato dove si è avviato, primo passaggio in Parlamento, l'esame del provvedimento.

Linea dura, insomma, sotto tutti i punti di vista. Con un altro emendamento, infatti, il partito di Bossi propone che per accedere agli alloggi pubblici, cioè alle case popolari, occorrano almeno 10 anni di residenza in Italia. E, ancora, arrivano la proposta di stop ai ricongiungimenti familiari per procura e il divieto di girare nei luoghi pubblici a volto coperto in modo che la persona sia sempre riconoscibile (su questo il Carroccio chiede che venga applicata in maniera più rigorosa la norma già esistente).
Non solo per gli immigrati, infine, un ordine del giorno con il quale si chiede al governo di portare il fermo di polizia a 48 ore, in luogo delle 24 previste, anche senza la convalida del magistrato.

2008: anno record per gli sbarchi - Nel 2008 gli sbarchi sulla riva nord del Mediterraneo sono aumentati in maniera notevolissima, nonostante i pattugliamenti di Frontex e le politiche di chiusura delle frontiere. Nei primi dieci mesi dell'anno sono stati circa 60.000 le persone che hanno attraversato il Mare Nostrum, verso la Grecia, l'Italia, Malta e la Spagna. Ovvero meno di un terzo dei 170.000 lavoratori stranieri appena richiesti soltanto dal governo italiano. Dunque, secondo il modo di vedere di Fortress Europe, è sbagliato parlare di "invasione" così come creare allarmismo.
Il vero allarme sono invece i 1.146 migranti annegati nelle acque del Mediterraneo dallo scorso gennaio, nonostante i grandi sforzi di soccorso in mare della Guardia costiera italiana, della Marina militare e della Guardia di Finanza. I dati, diffusi dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), infatti ci dicono: sono già più di 30.000 i migranti e i rifugiati sbarcati sulle coste italiane nei primi dieci mesi del 2008, contro i 20.000 dell'intero 2007. Cifre in aumento anche a Malta e in Grecia. Per quanto riguarda la Spagna e le isole Canarie, fino alla fine di ottobre erano arrivate 10.700 persone, 1.600 in più dello stesso periodo nel 2007, ma ben meno degli oltre 30.000 dell'intero 2006.

L'Acnur ricorda che una persona su tre di chi sbarca in Italia ha fatto richiesta d'asilo nel 2007. E a circa la metà di loro viene riconosciuto lo status di rifugiati o una qualche altra forma di protezione internazionale. A Malta invece ben l'80% delle persone arrivate via mare fa richiesta d'asilo e il 60% in media, ha diritto alla protezione internazionale. In Spagna invece i flussi sono diversi, e soltanto il 3% di chi sbarca sulle coste chiede l'asilo. [Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Corriere.it, Repubblica.it, Fortress Europe.com]

Di seguito pubblichiamo un focus sulle migrazioni verso l'Italia nel 2008 a cura di Fiorenza Sarzanini per il Corriere.it

IMMIGRAZIONE, IL 2008 ANNO RECORD
Non sono mai stati così tanti. Sono arrivati via terra, via mare, con l'aereo. Molti hanno forzato i controlli alle frontiere, la maggior parte è entrata con un permesso provvisorio e poi è rimasta in cerca di fortuna. Tutti hanno intrapreso un viaggio della speranza dagli esiti imprevedibili.
Certamente il 2008 è l'anno record per l'ingresso degli immigrati in Italia. Lo dicono i numeri degli sbarchi e quelli che riguardano le persone rintracciate senza permesso di soggiorno, ma lo dice soprattutto il dato che riguarda le richieste di asilo. Perché nel 2007 erano 14.000 gli stranieri che avevano presentato istanza per il riconoscimento dello status di rifugiato e quest'anno si è già superata la quota di 40.000. Per molti stranieri si è aperto uno spiraglio con la decisione del governo di varare un nuovo decreto flussi da 170.000 posti. Ma è, appunto, uno spiraglio perché la domanda di regolarizzazione continua ad essere molto superiore alla possibilità reale di ottenere un permesso di soggiorno.

Boom di somali e nigeriani - C'è chi scappa dalla guerra, chi da un'esistenza segnata dagli stenti e dalla sofferenza. Fino a qualche anno fa il nostro Paese era soprattutto terra di transito per coloro che miravano a raggiungere la Germania o il nord Europa. Adesso sono sempre di più quelli che si fermano.
L'esame delle cifre fornisce un quadro dettagliato della situazione, anche se sul totale delle presenze si può fare soltanto una stima, visto che non è possibile sapere quanti partono davvero dopo aver ricevuto un provvedimento di espulsione. Si sa che dal 1° gennaio al 16 settembre sono sbarcati in tutta Italia 24.241 clandestini e che il loro numero è salito in appena un mese di 3.176 unità arrivando a 27.417 persone senza permesso. Tra loro ci sono 4.417 nigeriani, 4.320 somali, 2.918 eritrei, 2.514 tunisini. La Sicilia si conferma la regione con il maggior numero di arrivi, seguita dalla Sardegna che ha scalzato la Calabria e ha visto approdare sulle proprie coste 1.288 persone (in dettaglio, 1.247 uomini, 20 donne e 21 minori).
Al 16 settembre il numero delle persone fermate e risultate non in regola era 49.297. Sottraendo il numero degli sbarcati, si ottiene quello delle presenze irregolari che sono 25.056. È soltanto una piccola parte di chi vive in Italia pur non avendo titolo.

In crescita gli "overstayers" - Secondo l'ultima relazione diffusa dal ministero dell'Interno l'estate scorsa, gli stranieri che vivono clandestinamente in Italia sono oltre 650.000. E' una stima che tiene conto di diversi indicatori. Il primo è certamente quello sulle istanze relative al decreto flussi. Perché è vero che il provvedimento governativo dovrebbe riguardare soltanto chi vive nel proprio Paese e ha intenzione di trasferirsi in Italia per lavoro, ma non è un mistero che la maggior parte abbia varcato da tempo le frontiere e adesso voglia ottenere il nulla osta. L'altro dato di cui tenere conto riguarda gli ingressi per motivi turistici o di studio. Il rapporto del Viminale relativo al 2007 stimava che almeno il 63 per cento degli immigrati fosse arrivato via terra oppure con l'aereo con un biglietto di sola andata. Sono i cosiddetti "overstayers", stranieri che dichiarano una permanenza di qualche settimana o al massimo di tre mesi e invece si stabiliscono sia pur in maniera provvisoria con un lavoro "in nero". E' un problema che ci accomuna al resto d'Europa, tanto che sempre più spesso vengono pianificate operazioni congiunte tra vari Stati per portare a termine i rimpatri.

"Click" per tutti - Il rischio di far ritorno per sempre nel Paese d'origine dovrebbe essere scongiurato per chi svolge lavoro domestico, ha presentato istanza attraverso l'ormai famoso "click day" del dicembre scorso e non ha precedenti penali o provvedimenti di espulsione pregressi. Il nuovo decreto flussi da 170.000 posti che sarà varato entro la fine di novembre riserva infatti 95.000 quote a colf e badanti e dunque chi rientra nei parametri ha buone possibilità di ottenere il nulla osta, anche se si trova in fondo alla graduatoria compilata in base all'orario di registrazione del modulo nel sistema informativo del ministero dell'Interno.
L'accordo preso nei giorni scorsi tra il ministro Roberto Maroni e il suo collega del Welfare Maurizio Sacconi (se la Lega non romperà tutto) non prevede alcun adempimento ulteriore per i datori di lavoro italiani che hanno registrato la proprio richiesta. La nuova graduatoria verrà compilata in base all'ordine di arrivo e terrà naturalmente conto dei parametri economici. Oltre al via libera della questura, bisogna infatti ottenere il "visto" degli uffici provinciali del lavoro che verificano se il reddito del privato o dell'azienda che sollecita l'assunzione sia sufficiente a pagare lo stipendio al dipendente e se questi possa poi provvedere al proprio mantenimento. Diverso trattamento è invece stato stabilito per gli stranieri che vogliono assumere dipendenti provenienti dall'estero. In questo caso dovranno dimostrare di essere in possesso della carta di soggiorno e dunque di essere regolarmente in Italia da almeno cinque anni.

 

 

 

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13 novembre 2008
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