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Il 21 ottobre 1984

moriva François Truffaut, padre della Nouvelle Vague e di Antoine Doinel

21 ottobre 2002
Il 21 ottobre 1984, muore all'età di 52 anni il regista francese François Truffaut, ideatore della Nouvelle Vague.
Indiscusso maestro della cinematografia contemporanea, Francois Truffaut uscì da un'infanzia tormentata (figlio di operai, fu ladro e teppista, spesso in carcere) grazie ad Andrè Bazin, l'amico rivale dei cineclub dell'immediato dopoguerra che lo fece uscire dal riformatorio in cui l'aveva praticamente fatto richiudere il padre, lo avviò alla carriera di critico e lo salvò di nuovo nel 1952 quando disertò per due volte l'esercito in cui si era arruolato volontario per dimenticare una donna.

Nel 1953 iniziò a scrivere sulla neonata rivista di Bazin, i Cahiers du cinéma, e a lodare i film americani di serie B per la loro sincerità e onestà.

Seguendo Bazin, Truffaut diventa critico (è lui a scrivere nel 1958 il manifesto della nouvelle vague) e regista (di tre cortometraggi amatoriali). Alfiere della politique des autors, esalta l'opera dei registi francesi che sono anche sceneggiatori dei loro film (Renoir, Bresson, Becker), screditando gli altri come adattatori della sceneggiatura; valorizza il cinema americano di serie b, diretto da mestieranti che speculano su trame già collaudate da decenni ma che su questi soggetti tradizionali sanno improvvisare spettacoli vivaci (Aldrich, Siegel, Fuller); ammira il cinema povero di Rossellini (con il quale lavora e viaggia per tre anni in cui si impegna a progetti poi mai realizzati), e i grandi Wells, Hitchcock, Lang.

Fra le opere più significativi, sicuramente quelle che compongono l'affresco di un'intera vita, raccolte nel rinomato "Ciclo Doinel".

Antoine Doinel - Jean-Pierre Léaud, l'alter ego di Truffaut, comincia ufficialmente la sua odissea esistenziale in "I 400 Colpi" (1959), resoconto autobiografico di un'adolescenza trascurata. All'epoca della realizzazione, l'attore Jean-Pierre Léaud ha quattordici anni ed è un ragazzo difficile, non molto diverso dal personaggio che deve interpretare. Sul set come a scuola, Jean-Pierre si dimostra subito turbolento, ma Truffaut sa come prenderlo e negli anni successivi si occupa personalmente dell'educazione del ragazzo.

A 17 anni Léaud, interpreterà di nuovo Antoine Doinel nel II° episodio del ciclo "L'amore a vent'anni (Antoine et Colette 1962), un episodio di mezz'ora che racconta la prima avventura sentimentale di Antoine.
Baci rubati (Baisers voles 1968)  III° capitolo del ciclo, questa volta ha il tono da commedia, ma il periodo dell'esistenza di Antoine Doinel preso in considerazione, la giovinezza dal servizio militare al matrimonio, induce piuttosto al pessimismo: la mediocrità del quotidiano sgretola gli entusiasmi giovanili.

Nel 1970, in "Non drammatizziamo… è solo questione di corna" (Domicile Coniugal) ritroviamo il nostro beniamino Doinel-Léaud sposato, che abita in un rione popolare e che dopo aver tradito la consorte, ritorna fra le sue gonne dopo essere stato perdonato. Truffaut annota minute notazioni realistiche e psicologiche, stipate con affetto in una struttura da commedia populista. Il film è costruito su squallidi riti meccanici ripetuti ogni giorno in spazi angusti, sulle abitudini e le frustrazioni che abbruttiscono i giovani sposini. Il tentativo di riconquistare la libertà si rivela peraltro velleitario.

La saga di Antoine Doinel si conclude con "L'amore fugge" (L'Amour En Fuite 1978). Un film che è un pretesto per mettere in piedi un'antologia di brani dai capitoli precedenti, un summa conclusivo.
Con l'invenzione di Antoine Doinel, Truffaut, oltre a eseguire un esercizio mai proposto nella cinematografia (quello cioè di creare il divenire dei personaggi, utilizzando parallelamente il divenire degli attori), ritrae con sapienza un uomo senza qualità della piccola borghesia che si perde in fantastichezze. Un debole, conteso fra l'incapacità di essere un borghese qualunque e l'orgoglio di esserlo; che alla fine verrà inghiottito dall'ordine sociale col suo completo imborghesimento.

Filmografia

Una visita (1954)
Anni difficili (1958)
Une histoire d'eau (1958)
I quattrocento colpi (1959)
Tirate sul pianista (1960)
Jules e Jim (1962)
L'amore a vent'anni (1962)
La calda amante (1964)
Fahrenheit 451 (1966)
La sposa in nero (1967)
Baci rubati (1968)
La mia droga si chiama Julie (1969)
Il ragazzo selvaggio (1970)
Non drammatizziamo... è solo questione di corna! (1970)
Le due inglesi (1971)
Mica scema la ragazza! (1972)
Effetto notte (1973)
Adele H., una storia d'amore (1975)
Gli anni in tasca (1976)
L'uomo che amava le donne (1977)
La camera verde (1978)
L'amore fugge (1979)
L'ultimo metrò (1980)
La signora della porta accanto (1981)
Finalmente domenica! (1983)

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21 ottobre 2002
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