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Il 41 bis verrà riformato

Dal Guardasigilli alcune modifiche legislative per correggere la norma per il regime di carcere duro

08 luglio 2008

"Ho incaricato l'Ufficio legislativo di predisporre alcune modifiche legislative dell'attuale 41 bis".
L'annuncio arriva dal ministro della Giustizia Angelino Alfano all'indomani dell'allarme lanciato da alcuni quotidiani italiani sui boss mafiosi che sempre più spesso riescono a lasciare, impugnando la nuova norma, le sezioni del carcere duro, quelle appunto riservate ai detenuti 'eccellenti' sottoposti al 41 bis.
Alfano ha spiegato che "si tratta di risolvere le carenze dovute alle interpretazioni, spesso contrapposte, date alla norma dai diversi tribunali di sorveglianza in merito all'attuale capacità di collegamento del soggetto con l'esterno, interpretazioni che spesso hanno determinato la fine dell'applicazione per molti detenuti". "Su questo punto - ha aggiunto il Guardasigilli - è mia intenzione sollecitare un'attenta riflessione parlamentare, che riguardi tutte le forze politiche, per individuare gli opportuni interventi riformatori in grado di assicurare l'assoluta impermeabilità delle strutture carcerarie e armonizzare il sistema che finora ha sofferto variegate decisioni giurisdizionali in materia, non sempre di segno univoco".

Ieri anche Walter Veltroni aveva puntato il dito sulla questione: "Condivido la preoccupazione e la rabbia dei familiari delle vittime di mafia sul 41 bis - ha detto il leader del Pd -. Certe decisioni che stanno allentando il regime carcerario per boss mafiosi, responsabili di omicidi e attentati, sono ingiustificate e rischiano di vanificare la lotta dello Stato alle cosche e alla malavita organizzata". Veltroni si è poi detto preoccupato per "il silenzio del governo che appare occupato, sui temi della giustizia, a polemizzare con la magistratura più che ad affrontare problemi come questo".
Le affermazioni di Veltroni hanno avuto una preplica polemica da parte di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl: "Veltroni fa bene a preoccuparsi per l'attenuazione del 41bis, il regime carcerario duro per i boss delle cosche. Dovrebbe però sapere che la sospensione del 41 bis per molti boss delle cosche viene decisa dai magistrati del Tribunale di sorveglianza. Già nei giorni scorsi ho invitato il Csm ad abbandonare le battaglie politiche per preoccuparsi della criminale politica di favoreggiamento della mafia che molti magistrati stanno attuando, sospendendo il carcere duro per i capi della criminalità organizzata".

Il ministro Alfano, ha cercato però di smorzare subito la polemica: "Voglio continuare a sperare che l'antimafia sia tema unificante tra gli schieramenti politici e che si abbia l'onestà intellettuale e il coraggio di riconoscere alla parte avversa gli sforzi compiuti e i risultati ottenuti. Dal primo giorno del mio insediamento ad oggi - ha sottolineato il ministro - ho firmato 73 41-bis, 51 conferme, 22 nuove applicazioni. L'ho fatto con grande rigore e grande riservatezza perché credo fermamente che rientri a pieno titolo tra i miei doveri di ministro della Giustizia a garanzia della sicurezza del nostro Paese e contro le più aggressive forme di criminalità organizzata".
"Inoltre - ha fatto sapere il ministro Alfano -, ho dato mandato al Dap di assicurare, con ogni mezzo, la massima efficienza nel funzionamento del regime speciale e impedire così possibili comunicazioni con l'esterno da parte dei detenuti sottoposti al regime del 41 bis. Se necessario, anche attraverso l'emanazione di nuove disposizioni organizzative interne".

[Informazioni tratte da Adnkronos.com, Repubblica.it]

- Il 41-bis non fa più paura ai boss (Guidasicilia.it, 07/07/08)

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08 luglio 2008
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