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Il 70% dei comuni siciliani è a rischio frane

Legambiente e Protezione civile hanno presentato i dati della ricerca Ecosistema Rischio 2009

10 novembre 2009

Il 70% dei comuni della Sicilia sono classificati a rischio idrogeologico e il fenomeno interessa tutte le nove province, ma le più colpite sono Messina e Caltanisetta (86% e 84% dei comuni a rischio).
E' quanto emerge dall'indagine sui comuni siciliani effettuata da Ecosistema Rischio 2009, curata da Operazione Fiumi, la campagna di sensibilizzazione e prevenzione organizzata da Legambiente e dal dipartimento della Protezione civile dedicata al rischio idrogeologico e presentata a Palermo.
Nel 77% dei comuni che hanno risposto alle interviste ci sono abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi e nelle aree a rischio frana; il 49% presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 73% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, con grave rischio non solo per l'incolumità dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Nel 29% dei casi sono presenti in zone esposte a pericolo strutture sensibili, come scuole e ospedali e strutture ricettive turistiche, ad esempio alberghi o campeggi.
Secondo lo studio, sono 273 i comuni a rischio frane o alluvioni. Nonostante il 76% delle amministrazioni monitorate preveda nei propri piani urbanistici vincoli di edificabilità per le zone a rischio, la quasi totalità dei comuni intervistati, ben il 93%, presenta abitazioni in tali aree; solo nel 2% dei casi sono state avviate iniziative di delocalizzazione di abitazioni dalle aree più a rischio.

La ricerca è stata presentata nei giorni scorsi nel capoluogo siciliano da Sebastiano Venneri, vicepresidente Legambiente, Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia, Mario Parlavecchio, assessore all'Ambiente del Comune di Palermo, e Salvatore Cocina, dirigente generale dipartimento regionale di Protezione Civile.

Segnali positivi arrivano per quanto riguarda la pianificazione dell'emergenza e l'organizzazione della protezione civile locale.
Il 69% dei comuni ha predisposto un piano d'emergenza con il quale fronteggiare situazioni di crisi come frane e alluvioni, e il 42% ha aggiornato il piano negli ultimi due anni; il 42% ha attivato una struttura di protezione civile attiva 24 ore su 24.
Secondo l'indagine, pesa sulla diffusa esposizione della Sicilia al rischio idrogeologico una politica di informazione alla cittadinanza frammentaria e poco consistente. Soltanto il 22% dei comuni è attivo su questo fronte, mentre appena il 18% ha organizzato almeno una esercitazione nel proprio territorio durante l'ultimo anno. "Regione, Province e Comuni della Sicilia sembrano aver posto le politiche delle protezione civile tra le priorità di lavoro - ha informato Sebastiano Venneri - ma questo settore va ulteriormente valorizzato e potenziato".
Sul fronte delle politiche di mitigazione del rischio di frane e alluvioni, invece, c'é ancora molta strada da fare: secondo Ecosistema Rischio 2009, soltanto il 9% dei comuni siciliani svolge un lavoro positivo di prevenzione.

[Nella foto la frana che ha distrutto Giampilieri (ME)]

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10 novembre 2009
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