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Il "barcone dei misteri"

In mano alla Procura di Agrigento un video sul barcone naufragato a Lampione la scorsa settimana

15 settembre 2012


Immagini d'archivio

Immagini mosse e di pessima qualità, ma che consentono di individuare nitidamente le persone a bordo su quello che è stato definito il "barcone dei misteri". È un video esclusivo, quello in possesso dell'Ansa, che potrebbe fornire alcune risposte ai numerosi interrogativi che ancora avvolgono l'ultima tragedia dell'immigrazione avvenuta una settimana fa al largo di Lampedusa. Nelle immagini, riprese con un telefonino, si vedono alcuni dei tunisini poi naufragati nei pressi dell'isolotto di Lampione.
Il video è stato mostrato ai parenti di un giovane disperso - Mohamed, di 22 anni - giunti a Lampedusa da Brescia, da uno dei superstiti che sostiene di averlo girato durante la traversata dal Nord Africa verso le coste siciliane. Le immagini - se la loro genuinità venisse confermata - costituiscono un importante documento sia per ricostruire l'esatta dinamica della vicenda, che presenta ancora numerosi punti oscuri, sia per individuare la presenza a bordo delle persone che risultano ancora ufficialmente  "disperse".

Il video è stato acquisito agli atti dell'inchiesta condotta dalla Procura di Agrigento che sta procedendo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per omicidio colposo plurimo. Per il procuratore di Agrigento Renato Di Natale, che le ha visionate, "è probabile che le immagini siano genuine e che si riferiscano all'evento di cui ci stiamo occupando". Nei giorni scorsi la squadra mobile di Agrigento aveva sottoposto a fermo di polizia due tunisini, che erano tra i superstiti, accusati di essere tra gli scafisti dello sbarco, insieme ad altre persone ancora da identificare.
Secondo il racconto dei 56 superstiti, sul barcone viaggiavano 136 migranti, tra i quali dieci donne e sei bambini. Dunque, all'appello mancherebbero altre 78 persone. I naufraghi hanno riferito che l'imbarcazione sarebbe colata a picco in pochi minuti e che gli altri compagni di viaggio sarebbero annegati. Ma questa versione non convince gli inquirenti, secondo i quali gli immigrati sarebbero stati abbandonati nei pressi dell'isolotto di Lampione da alcuni scafisti che avrebbero poi fatto rientro in Tunisia. Una ricostruzione avvalorata dal mancato ritrovamento dei resti del relitto e che sembrerebbe adesso trovare ulteriori riscontri anche nelle immagini riprese con il telefonino. Nel video si vedono infatti decine di extracomunitari, tra i quali alcuni minori, accalcati sulla coperta e sul ponte superiore dell'imbarcazione, un motopesca di una decina di metri che sta navigando regolarmente come testimonia il rumore di fondo del motore. I migranti appaiono tranquilli e hanno come unica preoccupazione quella di coprirsi il capo per trovare riparo dal sole battente. (GUARDA IL VIDEO)
Le ricerche del barcone erano scattate giovedì sera, in seguito a una telefonata giunta ai carabinieri di Agrigento: "Aiuto, stiamo affondando. Veniteci a prendere...". Al momento del presunto naufragio le condizioni meteo nella zona erano buone.

Ieri è stato avvistato a Linosa, nelle Pelagie, un cadavere quasi certamente di un migrante morto durante la traversata verso le coste siciliane. Il corpo potrebbe appartenere a uno dei dispersi del naufragio di una settimana. Fino ad ora, dunque, sono stati ritrovatii solo tre cadaveri: nei giorni scorsi, infatti, sono stati recuperati i corpi di un uomo e una donna.

Intanto il ministro degli Affari Esteri tunisino Rafik Abdessalem è arrivato a Lampedusa, accompagnato dall'ambasciatore in Italia, Naceur Mestiri, per una visita sull'isola in seguito al naufragio. Il rappresentante del governo tunisino, che l’altro ieri aveva incontrato a Roma il titolare della Farnesina Giulio Terzi e il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, è stato ricevuto dal sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini.

Dopo una breve conferenza stampa nella sede dell'aeronautica militare, la delegazione ha visitato il Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola dove sono ospitati i 56 superstiti. Giovedì scorso al Viminale Abdessalem e Cancellieri hanno concordato di costituire una commissione mista al fine di individuare ogni utile elemento sulle dinamiche del naufragio e sull'identità dei tunisini scomparsi nella sciagura. Nel corso del colloquio è stato affrontato anche il tema del rafforzamento della collaborazione bilaterale in materia migratoria, alla luce "del comune interesse di Italia e Tunisia - come si legge in una nota del Viminale - al contrasto delle organizzazioni criminali che sfruttano i migranti e alla prevenzione di tragici naufragi nel Mediterraneo".

Ed un fuori programma è andato in scena all'aeroporto di Lampedusa, subito dopo l'arrivo della delegazione del governo tunisino guidata dal ministro degli Esteri Rafik Abdesallem. La mamma di uno dei 56 superstiti del naufragio, Fauziah Fahdli, ha tentato di ripartire in aereo insieme al figlio, Mahdi, di 26 anni, che era fuggito durante la notte del Centro di accoglienza, e alla nuora, una ragazza di origini olandesi che la accompagnava. I tre sono stati però bloccati dalle forze dell'ordine, che hanno subito riconosciuto il giovane tunisino. Quest'ultimo, che è al suo secondo sbarco consecutivo a Lampedusa, ha spiegato che nel suo Paese non riesce a ottenere il visto per raggiungere la madre e la moglie che vivono in Francia. A questo punto la mamma di Mahdi ha fermato il ministro degli Esteri pregandolo in lacrime di far rilasciare il figlio e di impedire che venga rimpatriato, ma Abdesallem non ha potuto fare altro che allargare le braccia.
La richiesta di non essere rimpatriati è stata ribadita al ministro anche dagli altri tunisini sopravvissuti al naufragio che il ministro ha incontrato all'interno del Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola. "Anche se ci rimandate indietro - hanno detto - noi torneremo ancora a Lampedusa".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it]

 

 

 

 

 

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15 settembre 2012
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