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Il boia americano è di nuovo in piena attività

Dopo otto mesi di ''riflessione'' l'America ha riattivato la morte di Stato

19 maggio 2008

Dopo otto mesi di riflessione l'America ha riattivato la morte di Stato. Qualche settimana fa in Georgia, col beneplacito in extremis della Corte Suprema, è stato messo a morte William Earl Lynd, 53 anni, condannato per l'omicidio della sua ragazza vent'anni fa. L'amministrazione penitenziaria della Georgia per tutto il giorno aveva lavorato alla preparazione dell'iniezione letale.
La sua esecuzione che non avrebbe fatto notizia se non si fosse trattato della prima attuata da quando la Corte Suprema, il 16 aprile scorso, ha cancellato con un verdetto di 7-2 le speranze degli oppositori di veder dichiarate illegali le iniezioni letali (leggi).
L'ultima esecuzione prima di Lynd negli Usa risale al 25 settembre 2007, quando il Texas mise a morte Michael Richard. Poche ore dopo, i giudici di Washington annunciarono di voler valutare un caso del Kentucky nel quale si sollevavano i dubbi sulle iniezioni, definendole incostituzionali perché paragonate a un metodo "crudele" di far giustizia.

Per mesi, da quel giorno, la Corte Suprema aveva bloccato ogni esecuzione, creando una situazione di moratoria di fatto cessata a metà aprile, quando la tesi sostenuta nella causa del Kentucky è stata bocciata. La decisione della Corte ha rimesso in movimento l'iter in vari stati.
Mentre in Georgia gli avvocati di Lynd si affannavano per ottenere rinvii dell'ultimo momento, in Mississippi è stata fissata per dopo domani, mercoledì 21 maggio, l'esecuzione di Earl Wesley Berry, che doveva morire il 30 ottobre scorso ma era stato temporaneamente "graziato" dalla causa del Kentucky.
E altre 13 esecuzioni sono state giá fissate entro ottobre, e presto ve ne saranno di nuove, compresa probabilmente quella di Jack Harry Smith, a 70 anni il più anziano detenuto nel braccio della morte. Condannato a morte 30 anni fa per un omicidio durante una rapina che sostiene di non aver commesso, è rinchiuso nel braccio della morte del carcere texano di Huntsville e viene condotto in parlatorio su una sedia a rotelle.

Dopo quella del Mississipi di mercoledì, la successiva esecuzione è fissata in Virginia il 27 maggio, per Kevin Green. Altri tre detenuti in questi stato verranno giustiziati fra giugno e luglio. In Texas la prima condanna a morte eseguita sará quella di Derrick Sonnier, 40 anni, il prossimo 3 giugno, e ne seguiranno altre quattro entro il 20 agosto. In Louisiana sono state decise due esecuzioni per il 15 luglio, fra cui quella dell'ex poliziotta Antoinette Frank, condannata per una rapina a New Orleans in cui uccise un collega e altre due persone. Altre esecuzioni sono state fissate in Oklahoma e North Dakota.

Ma il ritorno del boia negli Stati Uniti è destinato a riprire il dibattito sulla pena capitale. "Quando la gente si confronterá con una nuova ondata di esecuzioni, si chiederá non solo in che modo avvengono ma anche se la persone devono essere condannate a morte", ha scritto sul New York Times James Acker, storico della pena capitale alla università di Albany. A fomentare i dubbi sono anche alcuni clamorosi errori giudiziari: nei giorni scorsi in North Carolina è stato scarcerato Levon Jones condannato a morte per omicidio nel 1993. Nel 2006 un giudice aveva ordinato la riapertura del processo riconoscendo che Jones non aveva avuto un'adeguata difesa e ora la principale testimone d'accusa ha ritrattato. All'inizio di maggio, grazie ad un test del Dna, è stato scarcerato in Texas James Woodard, da 27 anni in attesa di esecuzione per un assassinio che non aveva commesso.

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19 maggio 2008
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