Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Il boia non di ferma

Nel 2008 sono state 2.390 le condanne a morte eseguite in tutto il mondo

09 maggio 2009

IRAN, 7 maggio 2009 - Tre uomini e una donna condannati per omicidio sono stati impiccati nel carcere di Evin a Teheran. La donna era stata riconosciuta colpevole di aver ucciso il marito. Lo ha riferito l'agenzia stampa Fars, aggiungendo che le esecuzioni sono avvenute dopo che le sentenze erano state confermate dalla Corte Suprema. Altri sei condannati dovevano essere impiccati, ma le famiglie delle vittime hanno concesso un rinvio di sei mesi, probabilmente per permettergli di raccogliere il denaro necessario a pagare "il prezzo del sangue".

WASHINGTON, 9 maggio 2009 - Nuova esecuzione negli Stati Uniti. Un giovane di 34 anni è stato ucciso con una iniezione letale in Sud Carolina. Thomas Treshawn Ivey era stato condannato a morte nel 1995, quando aveva 20 anni, per aver ucciso un poliziotto e un uomo d'affari.

La pena di morte è la punizione estrema. E' crudele, inumana e degradante.
Sono almeno 2.390 le persone messe a morte, in 25 paesi, tra gennaio e dicembre dello scorso anno e sono almeno 8.864 le condanne alla pena capitale emesse in 52 paesi.
E' quanto emerge dall'ultimo rapporto di Amnesty International "Condanne a morte ed esecuzioni nel 2008", in cui l'organizzazione per i diritti umani sottolinea che sono state eseguite più condanne in Asia che in ogni altra parte del pianeta.
"Solo in Cina - si legge nel rapporto - hanno avuto luogo quasi tre quarti delle esecuzioni su scala mondiale, 1718 su 2.930, dati che si teme potrebbero essere più elevati poiché le informazioni sulle condanne a morte e le esecuzioni restano un segreto di stato". Per contrasto, in Europa solo un paese ricorre ancora alla pena di morte: la Bielorussia.

Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani segnala i paesi in cui sono state emesse condanne a morte al termine di processi iniqui, come Afghanistan, Arabia Saudita, Iran, Iraq, Nigeria, Sudan e Yemen; l'uso spesso sproporzionato della pena di morte nei confronti di persone povere o appartenenti a minoranze etniche o religiose in paesi come Arabia Saudita, Iran, Stati Uniti d'America e Sudan; il costante rischio che vengano messi a morte innocenti, come dimostrato dal rilascio di quattro prigionieri dai bracci della morte statunitensi. Entrando nel dettaglio regione per regione, il Rapporto di Amnesty International evidenzia come il maggior numero di esecuzioni nel 2008 è stato riscontrato in Asia, dove 11 paesi continuano a ricorrere alla pena di morte: Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam. Il secondo maggior numero di esecuzioni, 508, è stato registrato nella regione Africa del Nord - Medio Oriente. In Iran sono state messe a morte almeno 346 persone, tra cui otto minorenni al momento del reato, con metodi che comprendono l'impiccagione e la lapidazione. In Arabia Saudita, le esecuzioni sono state almeno 102, solitamente tramite decapitazione pubblica seguita, in alcuni casi, dalla crocifissione.

Nel continente americano solo gli Stati Uniti d'America hanno continuato a ricorrere con regolarità alla pena di morte, con 37 esecuzioni portate a termine lo scorso anno, la maggior parte delle quali in Texas. Il rilascio di quattro uomini dai bracci della morte ha fatto salire a oltre 120 il numero dei condannati alla pena capitale tornati in libertà dal 1975 perché riconosciuti innocenti. L'unico altro stato in cui sono state eseguite condanne a morte è stato Saint Christopher e Nevis, il primo dell'area caraibica ad aver ripreso le esecuzioni dal 2003.
L'Europa sarebbe una "zona libera dalla pena di morte" se non fosse per la Bielorussia, dove l'uso della pena di morte è avvolto dalla segretezza. Le condanne vengono eseguite con un colpo di pistola alla nuca e non vengono fornite informazioni sulla data dell'esecuzione né sul luogo di sepoltura. Le esecuzioni nell'ex repubblica sovietica sono state quattro.
Nell'Africa sub-sahariana, secondo dati ufficiali, sono state eseguite solo due esecuzioni ma le condanne a morte sono state almeno 362. Quest'area ha registrato un passo indietro, con la reintroduzione della pena di morte in Liberia per i reati di rapina, terrorismo e dirottamento.
Intanto il 24 aprile 2009, dopo dell'introduzione del nuovo codice penale, il Burundi è diventato il 93mo paese che ha abolito la pena di morte per ogni reato. L'annuncio compare nella sezione "Buone notizie" del sito di Amnesty International, secondo cui più della metà dei paesi ha abolito la pena di morte di diritto o de facto.

Secondo i dati aggiornati al 24 marzo 2009:
- 92 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato.
- 10 paesi l'hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra.
- 36 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.
In totale 138 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica. 59 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma il numero di quelli dove le condanne a morte sono eseguite è molto più basso. [Adnkronos/Ing]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

09 maggio 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia