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Il boom del biologico

In Sicilia aumenta il numero degli agricoltori biologici, ma il "fenomeno" bio prende campo in tutta Italia

10 gennaio 2015

"È boom per il biologico siciliano. Nel 2014 il numero degli operatori è aumentato del 24,9 per cento passando da 7.918 del 2012 a 9.888 nel 2013. Una percentuale che distacca di molto tutte le altre regioni in quanto l'incremento più elevato registrato è nelle Marche con il 7,7%".
Lo dice la Coldiretti siciliana commentando i dati del Sistema di informazione nazionale agricoltura biologica (Sinab) che attesta che la Sicilia è la regione leader nel settore. "I produttori esclusivi - aggiunge l'organizzazione - sono 8.954 ed è il cerealicolo il comparto dove si concentra la maggiore produzione (41.793 ettari) ma anche gli agrumi, la vite e l'olivo vengono prodotti in superfici significative. Rispettivamente in 15.824 ettari, 25.153 e 24.470 ettari. Complessivamente la superficie bio dell'Isola nel 2013 ammonta a 280.448 ettari. Il primo posto riguarda anche la produzione zootecnica: le aziende biologiche sono aumentate del 38,7 % passando da 1.735 nel 2012 a 2.407 nel 2013".

"È un quadro positivo che dimostra la scelta compiuta dai produttori siciliani che guardano al mercato per rispondere ad una richiesta pressante - commenta il presidente della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli -. Ma anche nel biologico la nostra regione conferma il modus operandi: produciamo, inviamo per la trasformazione e tutto torna nei nostri confini a prezzi doppi. I nostri prodotti bio, certificati, naturali, sono all'avanguardia anche per le scelte compiute dagli agricoltori al di là dell'aiuto comunitario, indispensabile negli anni di conversione".

Il "fenomeno" biologico, comunque, interessa tutto il terrirtorio nazionale dove si è registrato un giro d'affari di 2,6 miliardi, in crescita dell'8% rispetto al 2013. Sono le stime che FederBio, Federazione italiana agricoltura biologia e biodinamica, ha anticipato ad Adnkronos in attesa dei dati definitivi di febbraio.
"Un mercato in crescita", rileva il presidente della federazione Paolo Carnemolla. Ma, allo stesso tempo, "sottosviluppato rispetto alle potenzialità che avrebbe".
"Dal 2008 - sottolinea Carnemolla - il settore biologico, in totale controtendenza rispetto al resto dell'agroalimentare, continua a crescere e abbiamo previsioni che questa crescita continuerà. E i valori saranno anche più elevati sui mercati stranieri in particolare in Europa, soprattutto Germania, Stati Uniti e anche Asia". Allo stesso tempo però si tratta di "un mercato sottosviluppato rispetto alle potenzialità che avrebbe". "Le indagini - osserva - dicono che più del 30% dei consumatori sarebbe intenzionato ad acquistare prodotti biologici ma da Firenze in giù e molto difficile trovarne nella rete vendita. Il consumo è fortemente concentrato al Centro nord, per non dire al Nord". Pesano, spiega Carnemolla, "la scarsa presenza di negozi specializzati in logica moderna e assortimenti spesso modesti".

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10 gennaio 2015
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