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Il boss, il medico e il costruttore. Tre uomini al comando della mafia dopo Bernardo Provenzano

20 giugno 2006

Era una ''triade'' a comandare la mafia, tre uomini che si incontravano in un box di lamiera alla periferia di Palermo per tirare le file dell'organizzazione. La maxi operazione di oggi, martedì 20 giugno 2006 - che ha portato all'arresto di 52 persone - ha nuovamente ''decapitato'' la mafia: dopo Totò Riina, in carcere dal 1993, e Bernardo Provenzano, arrestato l'11 aprile scorso, sono finiti in manette anche i pregiudicati Nino Rotolo, boss di Pagliarelli, l'analista Antonino Cinà, ex medico di Provenzano e di Totò Riina, e il costruttore mafioso dell'Uditore Franco Bonura.

Antonino Rotolo, il numero '25'. Uno dei componenti della "triade" è un nome già conosciuto: Antonino Rotolo, indicato col numero 25 nel gioco dei codici di 'Binu' Provenzano. Rotolo, da anni agli arresti domiciliari per motivi di salute, era riuscito ad ottenere il beneficio grazie a una serie di trucchi: era infatti capace di saltare disinvoltamente - senza sapere di essere filmato dalla polizia - un muro di cinta per raggiungere il box dove avvenivano gli incontri. Da lì, Rotolo impartiva ordini e addirittura progettava l'eliminazione di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, latitanti, capi della cosca di Tommaso Natale e ritenuti i capi attuali della mafia a Palermo.

Antonino Cinà, il medico di Provenzano. Della presunta "triade" faceva parte anche il dottore Antonino Cinà, anche lui uno dei soliti noti: medico di Totò Riina e dello stesso Provenzano, più volte condannato, più volte finito in carcere, tra il '93 e il 1999, e poi tornato in liberta' nel 2003. Una sentenza passata in giudicato aveva escluso che avesse fatto da capo o da reggente del mandamento di San Lorenzo: ora Cinà, indicato col numero 164 nei pizzini di Provenzano, dimostra nei dialoghi intercettati il proprio livello, al punto da essere stato coinvolto - pure lui - nel progetto di complotto, comunque poi rientrato, contro i Lo Piccolo.

Il costruttore Franco Bonura. Terzo membro della triade è, sempre secondo il pool antimafia, Franco Bonura, un costruttore dell'Uditore che negli anni '80 fu arrestato subito dopo un omicidio: secondo la polizia stava scappando dopo avere appoggiato i killer, ma rimase imbottigliato nel traffico e fu catturato. Al processo pero' mancarono i riscontri e Bonura fu scagionato dal delitto, anche se fu condannato per associazione mafiosa. Bonura è un sottocapo della famiglia, ma grazie al vuoto di potere in Cosa Nostra assurge al livello di componente la triade.

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20 giugno 2006
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