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Il caimano

L'ultima segretissima pellicola di Nanni Moretti che ha già scatenato un putiferio politico

24 marzo 2006


 





Noi vi consigliamo...
IL CAIMANO
di Nanni Moretti
 
E' stato senza dubbio il film più atteso della stagione. Non solo per il nome del regista, capace di per se di trainare una buona fetta del pubblico, ma anche per la data di uscita, il 24 marzo, ovvero a ridosso delle elezioni, per il tipo di uscita ovvero in 380 sale, un numero decisamente alto per un film d'autore, e infine per il tema di cui nella generale consegna del silenzio che Moretti (come al solito) ha voluto, si è saputo solamente che ruotava 'intorno' alla figura di Silvio Berlusconi.
Un film di denuncia politica alla Rosi? Un docu-fiction alla Michael Moore? Niente di tutto questo...
La trama parla di un film nel film su una regista che vuole girare un film su Silvio Berlusconi. Ma nessuno vuole interpretarlo. Conoscendo Moretti, più che di Silvio Berlusconi è facile pensare che il film parlerà di Nanni Moretti.

Un produttore di pellicole trash è in crisi coniugale e finanziaria. Cerca una pellicola che salvi la sua società dalla bancarotta. Quasi per caso gli capita tra le mani la sceneggiatura ''Il Caimano'', sulla storia dell'ascesa di Silvio Berlusconi. L'autrice è la giovane regista Teresa. Dopo vari tentativi andati a vuoto trova un finanziatore, individua anche l'attore giusto per il ruolo e inizia ad immaginarsi lo sviluppo della storia, dal Berlusconi imprenditore a quello politico. Tutto fila liscio fino a quando l'attore prescelto non si tira indietro, seguito subito dopo dal finanziatore. Il produttore ha i soldi per girare solamente la scena finale del film, ambientata nel tribunale di Milano.


Distribuzione Sacher Film
Durata 91'
Regia Nanni Moretti
Con Silvio Orlando, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Michele Placido
Genere Drammatico


Il giudizio di Tullio Kezich (Corriere.it)
Nanni vede nero. Mi auguro che si sbagli
Se fra un mese avremo il governo della sinistra avanzo fin d'ora al presidente Prodi la modesta proposta di affidare la direzione dei servizi segreti a Nanni Moretti. Impossibile trovare un ''secretante'' più bravo del cineasta che per un anno è riuscito a non far trapelare nulla del suo film. E ora che il velo è caduto in un'affollatissima mattinata al Barberini di Roma, a salvaguardia dei futuri spettatori che hanno il diritto a godersi le sorprese del film, si avrebbe voglia di continuare a non anticipare granché. Purtroppo nella nostra società il bel gioco della riservatezza dura poco e i giornali pretendono le notizie.

Vediamo comunque di soddisfare qualche curiosità. Chi impersona Berlusconi? A parte che il nome fatidico viene pronunciato solo dopo mezz'ora, di Silvio sullo schermo ne appaiono l'uno dopo l'altro almeno quattro. Il primo è Elio De Capitani in una virtuale messinscena del ''film nel film'' intitolato Il caimano, quella che immagina il produttore Silvio Orlando leggendo la sceneggiatura della pellicola. Il numero due è Nanni Moretti, che rifiuta la parte perché sostiene in un'ammiccante autocritica che bisogna fare solo commedie. Il terzo è Michele Placido, un ex-contestatore già militante con Gian Maria Volontè e tuttavia pronto a tirarsi indietro. Il quarto è Berlusconi in persona in alcuni reperti fra i quali l'incredibile intervento all'assemblea del Consiglio d'Europa. In finale rientra uno dei rinunciatari e (colpo di scena!) fra tutti è quello che ha l'àplomb più irreprensibile. Sembra quasi che dopo anni all'opposizione l'autore di Il caimano voglia rendere omaggio a un personaggio che, piaccia o no, sta ormai nella storia.

La curiosità maggiore riguarda il giudizio complessivo: siamo di fronte a un'opera riuscita? Direi che sulle prime scene c'è di che restare perplessi: tutto quel parlare di cinema, quel muoversi fra finti film e vere persone dell'ambiente, quel ritrovare registi in prestito (Virzì, Sorrentino, Montaldo, Mazzacurati, Garrone e altri) o attori di nome che si concedono in gustose apparizioni fanno pensare a una faccenda riguardante un mondo di pochi. Vien quasi da dire ''fatti loro'', ma si è già emotivamente immersi nel naufragio del matrimonio fra Orlando e la brava Margherita Buy, preoccupati di come la prenderanno i bambini. Qui si affaccia il Moretti intimista di La stanza del figlio e il discorso va oltre l'affresco caricaturale. Spunta poi la ragazza Jasmine Trinca, la trepida esordiente che fortissimamente vuol girare questo film su Berlusconi e magari sarà la fatina che salverà il suo produttore dalla disperazione su tutti i fronti... O no? Domina la buffa e dilaniata figura di Silvio Orlando, candidabile a qualsiasi premio. Ex-fabbricante di horror con il conto in rosso e i progetti che non quagliano, il cineasta prepara un Cristoforo Colombo da realizzare con una caravella giocattolo, progetto che gli viene soffiato dall'onnipotente Aurelio De Laurentiis che lo umilierà facendo sfilare per le vie di Roma una mastodontica nave avviata a Tor Vajanica. Dove ad attenderla è proprio l'ineffabile Placido in costume da Colombo.

Apparentemente legato a un cinema di commedia gergale, Moretti sconfina volentieri nella metafora grandiosa o minimalista: come quella ricerca nevrotica che i bambini fanno di un'introvabile pezzo del Lego senza il quale non potranno mai essere felici. Se una volta si parlava del ''Lubitsch Touch'', oggi è lecito parlare del ''tocco morettiano''. Qui il nostro abbraccia in un solo sguardo la crisi del cinema, la crisi dei sentimenti e la crisi dell'Italia; ma cos'è che amalgama il tutto in una chiave più amara che dolce, sottolineata dalle ispirate musiche di Franco Piersanti? Nient'altro che il pessimismo apocalittico di un grande umorista che vede nero nel nostro futuro a onta delle possibili vittorie; e, in cauda venenum, con un finalino esplosivo da far venire i brividi. Cosa aggiungere, caro Nanni? Speriamo che ti sbagli.

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24 marzo 2006
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