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Il caldo manda alle stelle la richiesta di energia elettrica e l'incubo de blackout si riaffaccia sull'Italia

28 luglio 2006

Scatta il primo livello di attenzione anti-blackout. Il caldo eccessivo ha portato le persone di tutta Italia ad un uso massiccio dei condizionatori e dei refrigeratori e i consumi elettrici volano alle stelle.
Una richiesta di energia elettrica che ha sfiorato i record storici degli anni scorsi. Oggi le previsioni di domanda sono di 54 mila megawatt, vicinissimo al record storico di 55.600 mega watt toccato il 27 giugno di un anno fa. Se i consumi non dovessero arrestarsi sotto la soglia di pericolo, la Terna, la società di gestione della rete, sarà costretta a chiudere ancora una volta ancora gli interruttori che alimentano i ''grandi utenti''.
Quando i consumi superano la produzione, via via tutte le centrali devono staccarsi dalla rete. E' per questo che viene deciso un ''distacco programmato'': per evitare che l'Italia intera finisca al buio. Alcuni utenze sono state già isolate: ''Lo abbiamo fatto - ha spiegato il gestore della rete - perché il contratto con loro prevede una tariffa inferiore in cambio della facoltà di poter sospendere l'erogazione dell'energia elettrica in casi simili. Sono utenze che in gergo chiamiamo 'distaccabili' ''.

L'incubo di un blackout come quello del 2003, dunque, non dovrebbe avere modo di esistere, inoltre, le grandi fabbriche stanno per chiudere e dal primo agosto i consumi crolleranno. La Terna ha assicurato che non c'è alcun rischio perché negli anni seguenti il 2003 la riserva di potenza a cui si può fare ricorso in caso di emergenza si è moltiplicata, da 1500 a 7000 Megawatt.
E fin qui va bene, ma forse non si dovrebbe sottovalutare un'altra variabile che potrebbe far saltare i conti: la siccità.
Solo nella valle del Po, principale bacino italiano, sono sei le centrali attualmente o potenzialmente in sofferenza per il livello sempre più basso del fiume. Scendendo la corrente si tratta dell'impianto de La Casella (Enel) da 1520 Mw, quello di Piacenza di proprietà dell'Edipower da 800 Mw, quello di Isola Serafini dell'Enel da 82 Mw (una centrale di piccola potenza in assoluto ma notevole per la sua particolare tipologia), quello di Ostiglia (Edipower) da 1460 Mw, quello di Sermide (ancora Edipower) da 1800 Mw e quello di Porto Tolle (dell'Enel) da 2640 Megawatt.
Se venisse meno l'apporto di qualcuno di questi impianti ci sarebbero gravi problemi, se in ipotesi estrema si bloccassero tutti verrebbe meno l'intera riserva di potenza di 7000 Mw (e anzi questa nemmeno basterebbe a colmare il vuoto).
La società di gestione della rete non valuta probabile quest'ipotesi, ma ammette che al di là delle misure di emergenza già previste non è ancora stato approntato uno specifico piano per questa eventuale calamità.

Beh, che dire? Speriamo che piova.

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28 luglio 2006
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