Il carcere palermitano dell'Inquisizione diventa museo ed ospiterà la ''Vucciria'' di Renato Guttuso
La tela, chiusa negli uffici dell'Università di Palermo di Palazzo Steri, sarà mostrata in pubblico dopo trent'anni
Nelle carceri di Palazzo Steri, per due secoli, gli uomini dell'inquisitore Torquemada interrogarono e torturarono innocenti in nome di Dio. Adesso quelle celle, che fanno parte del complesso monumentale dello Steri e che sono interamente coperte da straordinari disegni e graffiti dei prigionieri, diventano museo grazie a un restauro da otto milioni di euro portato avanti dall'Università di Palermo e condotto con la collaborazione della Soprintendenza e con la consulenza del direttore della sezione dei Beni culturali del Cnr, che ha nel curriculum il restauro di opere come "La Primavera" e "La nascita di Venere" di Botticelli, il "Tondo Doni" e il "David" di Michelangelo.
Contestualmente il rettore dell'Università, Giuseppe Silvestri, ha deciso di rendere stabilmente visibile al pubblico "La Vucciria", l'omaggio dichiarato di Renato Guttuso alla memoria del celebre mercato storico di Palermo, donata dall'artista all'ateneo nel 1974.
In quell'anno il dipinto trovò collocazione nei prestigiosi uffici ai piani alti di palazzo Steri e la sua fruizione fu, pertanto, a lungo riservata ai soli impiegati dell’Università, agli ospiti del rettore o a chi, previi farraginosi passaggi burocratici, riusciva ad ottenere, per motivi di studio, uno speciale permesso alla "visione".
Nonostante la sua poca visibilità, l’opera ha goduto da sempre di un’immensa fortuna, divenendo certamente l’opera più nota del maestro bagherese e quasi un emblema del suo modo di intendere la pittura e l’essere siciliani.