Il carrello della spesa è sempre più caro e... più vuoto
Gli ultimi dati Istat su tutti i rincari italiani che fiaccano sempre di più la popolazione nazionale
Sempre più caro il carrello della spesa per gli italiani. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, rileva l'Istat, registrano un aumento su base mensile dello 0,4% e il tasso di crescita tendenziale sale al 4,7% dal 4,6% di marzo. Per effetto soprattutto dei rialzi congiunturali dei beni energetici regolamentati (energia elettrica e gas), i prezzi dei prodotti a media frequenza d'acquisto subiscono forti rincari (+0,9%) e crescono su base annua del 2,9% (in lieve decelerazione dal 3,1% di marzo 2012).
Dall'Istat arriva poi il dato sulla benzina. Con il prezzo che aumenta del 3,1% sul mese precedente e con il tasso di crescita tendenziale sale al 20,8% (in sensibile accelerazione dal 18,6% di marzo). Il prezzo del Gasolio per mezzi di trasporto segna un rialzo su base mensile dello 0,9% e cresce su base annua del 20,5% (dal 22,5% del mese precedente). Un rincaro congiunturale marcato si registra per il prezzo degli Altri carburanti (+4,4%), il cui tasso di variazione tendenziale accelera ulteriormente e sale al 12,5% (dal 7,7% di marzo). Infine, il prezzo del Gasolio per riscaldamento aumenta dello 0,3% sul mese precedente e del 10,1% su quello corrispondente del 2011 (era +11,7% a marzo).
"Nel mese di aprile, secondo le stime preliminari, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei confronti di aprile 2011 (lo stesso valore registrato a marzo). L'inflazione acquisita per il 2012 è pari al 2,7%". E' quanto rileva l'Istat. "L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, resta al 2,3%. Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo resta stazionario al 2,2% - continua l'Istat-. La stabilizzazione dell'inflazione è il risultato della stazionarietà (al 4,2%) del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni, accompagnato da un lieve rallentamento di quello dei servizi (2,2% dal 2,3% del mese precedente). Come conseguenza di questi andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta di un decimo di punto percentuale rispetto al mese di marzo". "Sotto il profilo settoriale, nel mese di aprile i più rilevanti effetti di sostegno alla dinamica congiunturale dell'indice generale vanno imputati ai Beni energetici regolamentati e non regolamentati (rispettivamente +2,2% e +2,0%). Impatti significativi derivano, inoltre, dagli aumenti su base mensile dei prezzi dei Servizi relativi ai Trasporti (+1,3%) e dei Ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,2%)", continua l'Istat.
"I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza registrano un aumento su base mensile dello 0,4% e il tasso di crescita tendenziale sale al 4,7% dal 4,6% di marzo. Per effetto soprattutto dei rialzi congiunturali dei beni energetici regolamentati (energia elettrica e gas), i prezzi dei prodotti a media frequenza d'acquisto subiscono forti rincari (+0,9%) e crescono su base annua del 2,9% (in lieve decelerazione dal 3,1% di marzo 2012) - conclude la nota -. Sulla base delle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,9% sul mese precedente e del 3,8% su quello corrispondente del 2011 (lo stesso valore di marzo)".
Sui dati lancia l'allarme il Codacons: "Secondo le stime preliminari dell'Istat rese note, ad aprile il rincaro annuo del cosiddetto carrello della spesa, cioé dei prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, è stato del 4,7%, un valore ancora più alto del record del mese scorso. Tradotto in termini di costo della vita significa che una famiglia di 3 persone spenderà, per fare la spesa di tutti i giorni, 635 euro in più su base annua, mentre per una famiglia di 4 persone la stangata sarà di 686 euro all'anno". "E' evidente che aumentare ad ottobre l'Iva significherebbe una ulteriore spinta sui prezzi già alle stelle", concludono i consumatori.
Ai dati Istat sui prezzi, bisogna associare quelli sulla disoccupazione. Infatti, secondo le nuove rilevazioni dell'Istituto di statistica (dati destagionalizzati e provvisori), il tasso di disoccupazione a marzo è al 9,8%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su febbraio e di 1,7 punti su base annua. È il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Guardando le serie trimestrali è il più alto dal terzo trimestre 2000.
Il numero dei disoccupati a marzo è di 2 milioni e 506 mila, in rialzo del 2,7% su febbraio. Su base annua il rialzo è del 23,4%. È il livello più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Con riferimento alle serie storiche trimestrali è record da IV trimestre 1999.
Il numero dei disoccupati a marzo è aumentato su base annua di 476 mila unità (+23,4%) e su base mensile di 66 mila. Il dato annuale risente dell'aumento delle persone sul mercato del lavoro, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni, infatti, sono diminuiti di 427.000 unità.
A marzo gli occupati sono 22 milioni e 947 mila, in diminuzione dello 0,2% su febbraio, ovvero 35 mila unità in meno, e dello 0,4% rispetto a marzo 2011, pari ad un calo di 88 mila unità. Il risultato è determinato dal calo dell'occupazione maschile.
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a marzo è al 35,9%, in aumento di due punti percentuali su febbraio. È il tasso più alto dal gennaio 2004 (inizio delle serie storiche mensili). Guardando le serie trimestrali è il più alto dal quarto trimestre 1992. [Adnkronos/Ign]