Il caso Calcio Catania
Il nome del Presidente della Federcalcio, Franco Carraro, è stato iscritto nel registro degli indagati
Una querela i cui contenuti, secondo l'accusa, potrebbero avere violato l' articolo 338 del codice penale, che ipotizza anche il reato di minacce all' autorità giudiziaria. Il fascicolo sarebbe stato aperto dopo un esposto degli stessi giudici del Tar etneo ed una denuncia dello studio legale Trantino, che assiste la famiglia Gaucci.
I magistrati della Procura di Catania non hanno voluto commentare l' indiscrezione giudiziaria dell' iscrizione di Carraro nel registro degli indagati, trincerandosi dietro ad un secco "no comment". Al presidente della Federcalcio non sarebbe stata notificata ancora alcuna informazione di garanzia, ma non si esclude che Carraro possa essere sentito dal procuratore aggiunto D' Agata e dal sostituto Testa.
I due magistrati sono titolari di un altro fascicolo d'inchiesta sul caso Catania, che ipotizzerebbe il reato di mancata attuazione di un provvedimento dell' attività giudiziale e falso, nell' ambito del quale hanno già interrogato, in qualità di testimoni, Luciano e Riccardo Gaucci e il presidente del Cagliari, Massimo Cellino.
Carraro, in una dichiarazione, ha di fatto confermato di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia dalla procura di Catania. "Non sono stato portato in alcun modo a conoscenza di una pretesa iscrizione del mio nome nel registro degli indagati presso il Tribunale di Catania - la replica del presidente federale - ipotesi che non posso confermare, non conoscendo l'attendibilità nè la serietà di chi ha diffuso tale notizia".
"Nel corso della mia vita professionale e pubblica - ha aggiunto Carraro - ho subito numerose indagini da parte della magistratura, che si sono sempre concluse con archiviazioni o assoluzioni, essendo stata accertata la mia indiscussa correttezza". "Non ho mai commentato - conclude il presidente federale - le iniziative della magistratura che mi riguardavano ed intendo fare così anche questa volta, con totale serenità".
Fonte: La Sicilia