Il caso De Mauro
Trentacinque anni di fitti misteri sulla scomparsa del giornalista del giornale L'Ora di Palermo
Il 16 settembre del 1970, il cronista del quotidiano L'Ora di Palermo, Mauro De Mauro, scompare nel nulla.
E' un mercoledì, quel 16 settembre di 35 anni fa. Sono da poco passate le 21. Mauro De Mauro ritorna a casa dopo una giornata passata in redazione. Gli sono state affidate le pagine dello sport, perché il L'Ora è un grande giornale, ma lo sport nel quotidiano delle grandi inchieste va male. Mauro De Mauro è un professionista di prima categoria, e se ci pensa lui alle pagine dello sport, queste sicuramente andranno bene.
In quel periodo sta pure facendo un lavoro che lo esalta, il regista Francesco Rosi lo ha chiamato per aiutarlo nella sceneggiatura del film ''Il caso Mattei'', e lui sta investigando sugli ultimi due giorni che l'industriale, il presidente dell'Eni Enrico Mattei, ha passato in Sicilia, prima di morire schiantandosi con il suo aereo vicino l'aeroporto Linate di Milano.
De Mauro sta quindi per rientrare a casa, nel quartiere residenziale di via delle Magnolie. Davanti casa c'è anche una delle figlie di De Mauro con il fidanzato, sta rientrando anche lei.
La figlia di De Mauro e il fidanzato entrano nell'androne del palazzo. Girandosi per vedere come mai suo padre sta ritardando, la figlia di De Mauro vede tre uomini salire sulla Bmw del padre.
La macchina si allontana ad alta velocità.
Passa quella notte. Passa l'indomani. Il secondo giorno, la famiglia di De Mauro e tutta la redazione del L'Ora non hanno dubbi: Mauro De Mauro è stato rapito.
Iniziano le ricerche a Palermo e provincia. L'automobile viene ritrovata poco distante dall'abitazione. Sul veicolo non viene trovato nulla di rilevante.
Da quel giorno di De Mauro non si avranno più notizie. In anni di indagini gli inquirenti formulano diverse ipotesi sull'omicidio, ma le piste sono tutte divergenti.
Le voci dietro la scomparsa del redattore del L'Ora, sono una più inquietante dell'altra, si va dalla ''lupara bianca'' mafiosa, al rapimento politico, da questioni che interessano i servizi segreti italiani e americani, al tentato colpo di stato progettato dal comandante fascista Julio Valerio Borghese, ex comandante della X Mas, e del quale anche la mafia si interessa (Il Golpe Borghese).
Allora alle indagini si interessarono tre investigatori, tutti uccisi tra il 1979 e il 1982: il capitano dei carabinieri Giuseppe Russo, il commissario della mobile Boris Giuliano e il comandante della legione dell'Arma Carlo Alberto dalla Chiesa.
Secondo i carabinieri, De Mauro avrebbe scoperto un traffico di droga internazionale e per questo sarebbe stato eliminato dalla mafia. La polizia punta dritta alla ''pista Mattei''. Il cassetto della sua scrivania nella redazione dell'Ora di Palermo risulta forzato. Non si trovano più nastri magnetici, il taccuino con gli appunti sono state strappate due pagine e mancano anche altri fogli più recenti che riguardano gli incontri avuti nella preparazione della sceneggiatura per il film di Francesco Rosi. I sospetti sono forti, ma l'ipotesi non sarà mai approfondita.
Passano gli anni e le indagini vanno affievolendosi sempre più, fino a quando il pubblico ministero di Palermo, Giusto Sciacchitano, propone l'archiviazione dell'inchiesta. Nel 1991 il giudice istruttore dello stesso tribunale, Giacomo Conte, richiede e ottiene un supplemento di indagine: vuole appurare ''il ruolo della mafia e i suoi collegamenti con i poteri occulti, l'estremismo di destra, i servizi segreti e la massoneria''. Secondo il giudice palermitano, ''ci sono elementi di prova che portano a Giuseppe Di Cristina e Giuseppe Calderone quali autori del sequestro De Mauro nell'ipotesi che il sequestro sia stato fatto da qualcuno per bloccare l'inchiesta dei giornalista sulla fine di Mattei''.
Dopo 35 anni e un' infinità di inchieste, aperte, chiuse e riaperte, la Procura di Palermo ha chiesto di processare Totò Riina, unico sopravvissuto (insieme con Bernardo Provenzano, la cui posizione però è stata stralciata per approfondire le indagini) del gruppo mafioso che si occupò della scomparsa di De Mauro. L'inchiesta palermitana si è avvalsa della collaborazione dei pentiti Gaetano Grado, Francesco Marino Mannoia, Gaspare Mutolo e Franco Di Carlo e si è conclusa, almeno questa prima parte, nel giugno scorso.
A luglio i pm, Antonio Ingroia e Gioacchino Natoli, hanno chiesto che venga processato per omicidio il padrino corleonese che, nel 1970, era già al vertice di Cosa nostra, insieme con Stefano Bontade (ucciso all'inizio della guerra di mafia degli Anni Ottanta) e Gaetano Badalamenti (morto due anni fa in un centro medico carcerario del Massachussetts). L'inchiesta palermitana rappresenta il punto d'arrivo di una laboriosa inchiesta.
Il caso De Mauro fa parte del lungo elenco dei ''Misteri Italiani'', quell'elenco che raccoglie storie che non hanno avuto mai risposte e si teme mai ne avranno.
- ''L'Ora di Mauro De Mauro'' di Vincenzo Vasile (l'Unità)