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Il caso dei visti "negati" ai migranti

Il Codacons si rivolge alla Procura, alla Corte dei conti e diffida il ministero degli Esteri: "Risulta che parecchi clandestini si siano rivolti prima alle nostre ambasciate in otto Paesi con le carte in regola"

13 giugno 2014

Non si arresta l’ondata di sbarchi verso le coste siciliane da parte di profughi in fuga da guerre e persecuzioni. Il totale degli immigrati che ha raggiunto il nostro paese dall’inizio dell’anno supera così quota 50 mila, un numero che sta mettendo a dura prova non solo le unità impegnate nell’operazione Mare Nostrum ma anche le strutture di accoglienza italiane che sono ormai al collasso, al punto che la giunta della Regione Siciliana ha deliberato lo stato di emergenza per i comuni dell'Isola che sostengono le spese di accoglienza dei migranti.

"Da quanto si apprende dai media - ha scritto il Codacons intervendendo sulla questione -, uno dei problemi alla base di tali flussi incontrollabili è legato al non corretto svolgimento delle attività nelle ambasciate italiane all’estero. Risulterebbe, infatti, che la stragrande maggioranza delle persone che si imbarcano per la Sicilia prive di valido documento, si sarebbero rivolte al contrabbando solo dopo essere transitati presso le ambasciate italiane dei rispettivi paesi d’origine, che illegittimamente avrebbero negato loro i visti".

Il Codacons ha deciso così di presentare una denuncia alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti della Sicilia, in relazione ad eventuali omissioni di atti d’ufficio e per i danni prodotti alla collettività, e una diffida formale al Ministero degli Esteri e alle ambasciate del nostro paese di 8 Stati esteri dai quali parte il maggior flusso di profughi (Libia, Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Nigeria, Liberia e Ghana) in cui si legge: "Evidente che, privati della possibilità di chiedere protezione agli stati attraverso le ambasciate e i consolati o gli uffici preposti nei rispettivi territori, devastati da guerre, conflitti e alla ricerca di una dignità e del diritto alla propria libertà individuale, molti, troppi, si rivolgono al mercato di chi sfrutta e specula sulla disperazione delle persone, al contrabbando dei barconi incrementando l’immenso flusso migratorio verso le coste Italiane. Alle Ambasciate indicate, ciascuna per propria competenza territoriale, ai sensi dell’art. 22 e ss., Legge n. 241/90, nonché del DPR n. 184/2006, si chiede di prendere visione degli atti e/o documenti inerenti il numero delle richieste di visto presentate negli ultimi due anni; i tempi di elaborazione delle stesse; il numero dei dinieghi e delle relative motivazioni;  l’intera procedura adottata dalle ambasciate per controllare e monitorare i flussi migratori".

Il Codacons ha inoltre chiesto di ottenere l’intercorsa corrispondenza tra le ambasciate indicate e il Ministero degli Affari Esteri in merito al fenomeno immigrazione, diffidando lo stesso dicastero ad attuare una politica volta a garantire il diritto alla vita, alla libertà individuale e alla dignità degli esseri umani intesa nella previsione di interventi volti a consentire il rilascio di visti umanitari anche temporanei che possano consentire anche un breve transito e la mobilità verso gli altri paesi europei, nell’ottica del contrasto all’immigrazione clandestina.

Intanto, è allarme nei due centri di accoglienza di Pozzallo e Comiso, nella provincia di Ragusa. I due centri sono oramai saturi perché è altissimo il numero dei migranti ospiti che vanno oltre la capienza delle due strutture.
Nella masseria 'Don Pietro' in contrada Cifali, tra Comiso e Ragusa, una ventina di migranti hanno dormito all'aperto e l’altro ieri sera sono state montate 5 tende per consentire a 75 approdati a Pozzallo qualche ora prima di non passare la notte sotto le stelle.
Nello Lo Monaco, dirigente del Dipartimento regionale della Protezione Civile, ha detto: "Oggi all'ora di colazione nella masseria Don Pietro erano presenti 456 migranti, un numero considerevole per la capienza della struttura. Senza considerare le norme igieniche e di sicurezza c'è un parametro che va tenuto conto: l'ingombro per ogni materasso non consente di metterne più di 370 all'interno della struttura, ecco che siamo stati costretti ad allestire le tende e l'altra notte qualcuno ha dormito fuori".

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13 giugno 2014
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