Il caso di Denise Pipitone. La Procura della Repubblica di Marsala ha disposto il sequestro di un'auto a Mazara
La Procura della Repubblica di Marsala ha disposto il sequestro di un'automobile a Mazara del Vallo nell'ambito dell'inchiesta sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, sequestrata lo scorso primo settembre.
Si tratterebbe di una Ford Fiesta di colore scuro, di cui non è stato reso noto il proprietario. Il mezzo potrebbe essere collegato al rapimento della bimba, ma gli investigatori non si sbilanciano circa l'utilizzo che ne sarebbe stato fatto. Già in passato i magistrati avevano delegato a polizia e carabinieri il sequestro di altre automobili per accertamenti che sono però risultati negativi.
Intanto il fidanzato tunisino della sorellastra di Denise, indagata dalla Procura dei minori di Palermo per concorso in sequestro di persona, smentisce qualsiasi coinvolgimento nel rapimento. ''Quella mattina del primo settembre - racconta Gaspare Galed - io ero ospite a casa di mia zia e stavo dormendo. Mi sono svegliato verso l'una e mia zia lo ha confermato agli investigatori''. Il giovane, la cui versione non ha convinto gli investigatori per alcune divergenze con le dichiarazioni rese dalla fidanzata indagata, smentisce anche il presunto legame sentimentale con la ragazza. ''Ci siamo lasciati molto prima del giorno della scomparsa di Denise - dice - ma siamo rimasti amici e lei ogni tanto mi chiama. Quel giorno lo fece due volte''.
A Gaspare Galed è stata attribuita la proprietà di una delle auto notate sulla scena del rapimento di Denise, una Ford Fiesta scura, simile a quella sequestrata oggi dai magistrati. Ma la vettura, di proprietà di una sorella del giovane, è stata passata al setaccio dagli investigatori in più di un'occasione. ''Non hanno mai trovato niente - dice il giovane di 19 anni - e l'ultima volta che mi hanno interrogato è stato un mese fa. Poi non ho più sentito nessuno degli investigatori, finché non è venuta fuori questa storia dell'avviso di garanzia alla mia ex fidanzata e mi sono trovato sui giornali come se fossi un complice''.
Fonte. La Sicilia