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Il 'caso Mattei' torna in un'aula di tribunale

Il misterioso "incidente" aereo nel quale morì il presidente dell'Eni torna a occupare la scena del processo per la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro

23 ottobre 2010

A distanza di quarantotto anni, la tragica e misteriosa morte del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, e le manovre per fare apparire l'attentato al suo aereo come un incidente tornano a occupare la scena del processo per il sequestro del giornalista Mauro De Mauro.
Tornano con le testimonianze di quello che è stato definito "il grande accusatore", Massimo Ciancimino, figlio di "don Vito", ex sindaco mafioso di Palermo che, ha detta del figlio, sembra essere stato il custode di tutti i più grandi ed inquietanti misteri italiani del Novecento.
Secondo un documento scritto da Vito Cinacimino e consegnato ai giudici dal figlio Massimo, l'omicidio del cronista de L'Ora di Palermo (per il quale i pm stanno processando il boss Totò Riina) sarebbe stato il primo di una lunga serie di delitti in cui Cosa nostra avrebbe "operato" anche su input esterni. Ciancimino jr ha riferito che il padre avrebbe parlato dell'argomento con il procuratore di Palermo Pietro Scaglione, poi assassinato nel 1971.

Il pm Sergio Demontis, oltre a quella di Massimo Ciancimino, ha chiesto l'audizione di Raffaele Girotti. Oggi Girotti ha 92 anni. All'epoca della sciagura aerea di Bascapè, il 27 ottobre 1962, era amministratore delegato della Snam, società controllata dell'Eni e proprietaria della flotta aerea dell'ente petrolifero. Girotti, secondo quanto ipotizza la magistratura di Pavia, sarebbe stata l'unica voce che dal gruppo Eni si sarebbe schierata contro la versione interessata della "disgrazia" aerea. Ai suoi collaboratori avrebbe assicurato l'impegno dell'azienda per accertare la verità. Annunciò anche la costituzione di una commissione d'inchiesta interna. Invece non accadde nulla. Anche lui si sarebbe dimostrato impotente rispetto alle manovre di insabbiamento dell'indagine. Alla fine fu nominato direttore generale dell'Eni.
Come per le altre richieste, la corte si è riservata di decidere se ammettere l'audizione di Girotti che, secondo il pm, potrebbe fornire informazioni utili sull'ultimo viaggio di Mattei in Sicilia. Il presidente dell'Eni era venuto per tranquillizzare la popolazione di Gagliano Castelferrato (Enna) sull'attuazione del progetto dell'azienda di avviare una nuova fabbrica che avrebbe occupato alcune centinaia di lavoratori. Il pm ha depositato ieri la trascrizione del discorso tenuto da Mattei in quella occasione.

Massimo Ciancimino ha consegnato ai pm vari appunti e carte del padre sul presunto collegamento tra la scomparsa di De Mauro e l'uccisione del procuratore Scaglione. Già a quel tempo Vito Ciancimino avrebbe svolto un ruolo di "intermediario" tra lo Stato e i suoi compaesani Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano. In questa veste Ciancimino, secondo il figlio, si sarebbe occupato del "golpe Borghese" e di altre "vicende delicate" nelle quali la mafia avrebbe avuto il ruolo di manovalanza nell'organizzazione di "omicidi eccellenti in realtà commissionati da ambienti istituzionali romani". La lista comprenderebbe il "caso De Mauro", il "delitto Scaglione" e, a seguire, le uccisioni di Piersanti Mattarella e Carlo Alberto Dalla Chiesa "fino alle stragi del 1992 e 1993". Vito Ciancimino avrebbe appreso da Bernardo Provenzano che i "romani" avevano sollecitato l'eliminazione del procuratore Scaglione per le sue inchieste sul golpe Borghese e sul caso Mattei.

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]

- "Scaglione fu ucciso perché indagava su De Mauro" (Guidasicilia.it, 22/10/10)

- L'Ora di Mauro De Mauro (Guidasicilia.it)

 

 

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23 ottobre 2010
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