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Il "caso Ruby" e il "caso Mills"

La Consulta ha deciso che il processo Ruby andrà avanti, mentre il pm De Pasquale ha chiesto 5 anni di carcere per Berlusconi

15 febbraio 2012

La Corte costituzionale ha respinto il ricorso per conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera nei confronti della procura di Milano sul cosiddetto 'Caso Ruby'. Nel comunicato della Corte costituzionale (presidente Alfonso Quaranta, giudice relatore Giuseppe Tesauro) emesso al termine della camera di consiglio si legge: "in relazione al conflitto sollevato dalla Camera dei Deputati nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e del Giudice per le indagini preliminari presso lo stesso Tribunale, la Corte ha respinto il ricorso".
Dunque, il processo nel quale l'ex premier Silvio Berlusconi è sotto processo a Milano per prostituzione minorile e concussione, andrà avanti.

Stessa sorte è toccata al ricorso per conflitto di attribuzione sull'inchiesta che coinvolse l'ex Guardasigilli Clemente Mastella. "In relazione - si legge nell nota della Corte costituzionale - al conflitto sollevato dal Senato della Repubblica nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e del Giudice per l'udienza preliminare dello stesso Tribunale, la Corte ha respinto il ricorso". Commentando a caldo la notizia, Clemente Mastella ha detto all'Adnkronos: "Non è una sorpresa, vista l'anticipazione data da qualche giornale. Pazienza...".

Il senatore del Pdl Sandro Bondi ha parlato a proposito della sentenza della Consulta sul caso Ruby. Questa, secondo lui, "conferma che il rapporto fra potere legislativo e ordine giudiziario costituisce in Italia un problema che, se non affrontato alla radice, svuota di fatto la democrazia di ogni reale potere derivante dalla volontà popolare". "Ci troviamo in una democrazia dimezzata - avverte il coordinatore nazionale di via dell'Umiltà - una democrazia che di fatto dipende da un potere costituzionale sovraordinato rispetto alla democrazia liberale classica, che trae la propria legittimità dalla sovranità popolare. In queste condizioni - dice Bondi - è impossibile per chiunque esercitare il mandato di governo, a meno che non si riconosca il potere di un organo non legittimato democraticamente di annullare le decisioni e le prerogative sovrane del potere democratico".

Intanto, il pm di Milano Fabio De Pasquale, ha chiesto cinque anni di carcere per Silvio Berlusconi al processo Mills. Secondo De Pasquale il legale inglese mentì per coprire l'ex premier. Secondo il Pm la difesa Berlusconi "è ferma al 2006, sono passati sei anni e tre sentenze ma per loro non è cambiato niente, la loro tesi di estraneità è basata su documenti falsi o falsificati". Secondo De Pasquale "Mills mise in piedi operazioni bancarie costose e complicate per impedire l'accertamento della verità". Il pm ricorda che le sentenze del Tribunale di Milano e quelle della Cassazione hanno definito "risibile" la tesi dell'armatore Attanasio come mandante dei 600mila dollari ricevuti dal legale inglese.

Sul processo pende un'ipotesi, molto concreta, di prescrizione. "Il reato di corruzione in atti giudiziari contestato a Silvio Berlusconi" ha sostenuto il Pm De Pasquale "non è ancora prescritto". Il magistrato ha detto di non condividere la sentenza della Cassazione secondo la quale Mills sarebbe entrato in possesso dei soldi l'11 febbraio del 1999. Secondo il magistrato Mills ha la disponibilità dei 600mila dollari il 19 febbraio del 2000 quando i quattrini escono dal contenitore indistinto. Stando alla ricostruzione del Pm il reato contestato a Berlusconi andrebbe quindi in scadenza a maggio.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere.it]

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15 febbraio 2012
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