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Il 'caso Ruby' e la decisione della Consulta

"Ammissibile il ricorso sul conflitto di attribuzione tra Camera e Procura di Milano". Intanto dal Marocco...

07 luglio 2011

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il ricorso della Camera sul conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, sollevato nei confronti della procura e del gip di Milano che, rispettivamente, hanno indagato e rinviato a giudizio immediato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile nell'ambito del cosiddetto "caso Ruby". Si tratta però solo di un via libera preliminare. La decisione sul merito, ovvero quella effettiva se sottrarre il processo all'autorità giudiziaria di Milano e trasferirlo al Tribunale dei Ministri - come chiesto da Montecitorio -, sarà presa solo tra qualche mese.

Non prima del prossimo inverno, dunque, si saprà se la Consulta accoglierà o meno la richiesta votata a maggioranza dell'aula Montecitorio di annullare tutti gli atti di indagine sul caso Ruby e il decreto di giudizio immediato del premier.
Il conflitto nasce dall'avvio del processo con rito immediato nei confronti del premier per i reati di concussione e prostituzione minorile. La maggioranza parlamentare, che aveva votato alla Camera il 3 febbraio 3scorso il rifiuto dell'autorizzazione agli inquirenti milanesi che avevano chiesto di perquisire l'ufficio di Giuseppe Spinelli, contabile di fiducia di Berlusconi, aveva ritenuto che l'avvio del processo violasse le prerogative di Montecitorio. Rimandando a Milano gli atti e segnalando l'incompetenza della procura a giudicare sui reati ministeriali eventualmente commessi dal capo del governo.

Ora la Consulta disporrà la notifica alle parti. La Camera avrà 60 giorni di tempo per notificare il ricorso alla Procura e altri 30 per depositare il ricorso presso la cancelleria della Consulta. Solo allora sarà fissata la data del giudizio di merito, che - tenuto conto dei tempi tecnici - potrebbe verosimilmente slittare all'inizio del 2012. A questo punto, i giudici del tribunale di Milano potrebbero decidere di sospendere il processo in attesa della decisione definitiva della Corte. Si tratterebbe in ogni caso di una questione di mera opportunità dal momento che nessuna norma prevede la sospensione del giudizio, a meno che il conflitto di attribuzione davanti alla consulta non sia sollevato dalla stessa autorità giudiziaria. Proprio per questa ragione, nei mesi scorsi, i tecnici del Pdl avevano ipotizzato di presentare una norma ad hoc, la cosiddetto 'blocca Ruby', sotto forma di emendamento al ddl sul giudizio abbreviato, per sospendere i processi fino alla decisione nel merito sul conflitto di attribuzione.
"I processi vanno avanti se lo decide il giudice" hanno fatto sapere dalla Procura di Milano. Mentre Pietro Longo, uno dei legali del premier, ha commentato: "Quella della Consulta è una decisione corretta, il conflitto c'è...".  Il 18 luglio, data della prossima udienza, i legali del premier potrebbero chiedere la sospensione del processo in attesa della decisione finale della Consulta.

Intanto, stando ad una notizia riportata dal tg di La7 e pubblicata dal quotidiano Liberation Maroc, una 21enne ha denunciato di esser stata violentata da Berlusconi per due settimane.
Mouna Rajli - di professione pornostar con nome d’arte Aurora Barzatta - ha riferito al quotidiano marocchino di essere stata violentata nel 2008 dal presidente del Consiglio. Manca al momento ogni tipo di conferma: il telegiornale di Enrico Mentana ha riportato la notizia con grande prudenza sottolineando che mancano riscontri alla denuncia del media marocchino. Anche Pietro Longo, ha detto – interpellato dall’emittente – di non sapere assolutamente niente di queste accuse.
Nel sito del giornale si legge che la ragazza accusa il premier di averla "violentata e di aver abusato sessualmente di lei per due settimane". I fatti risalirebbero al 16 marzo 2008 e Berlusconi avrebbe offerto la somma di 100 mila euro ed un lavoro alla ragazza per farla tacere.
La testimonianza è ovviamente tutta da verificare. Tanto che lo stesso autore dell’articolo, intervistato da La7, ha negato di conoscere la ragazza sostenendo però che vivrebbe a Milano. Ma dalla procura del capoluogo lombardo il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha fatto sapere che "non risulta nulla. Non abbiamo ricevuto nessuna denuncia", ha detto.

"Circolano alcune voci del tutto infondate in merito ad una denuncia che sarebbe stata presentata da una cittadina marocchina nei confronti del presidente del consiglio per fatti che si asserisce essere avvenuti nel 2008". Questa l'affermazione dell'avvocato e parlamentare Pdl Niccolò Ghedini in riferimento alla notizia pubblicata dal giornale marocchino e rilanciate da La 7. "L'assunto appare del tutto risibile. Si tratta soltanto di voci incontrollate - ha sottolineato - raccolte da un sito internet straniero. Le ipotesi che vengono prospettate sono palesemente assurde, false, calunniose. Procederemo percio - ha concluso Ghedini - in sede penale e civile nei confronti di tutti coloro che diffondono siffatte voci diffamatorie".

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Il Fatto Quotidiano, Adnkronos/Ing]

 

 

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07 luglio 2011
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