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Il "caso Sicilia" è sbarcato a Roma

Berlusconi ha ricevuto il "ribelle" Gianfranco Miccichè e una delegazione di lealisti del Pdl

13 maggio 2010

Alla fine Silvio Berlusconi ha deciso di affrontare il "caso Sicilia" e incontrare Gianfranco Miccichè che, insieme al governatore Raffaele Lombardo, è stato il principale fautore di questo "caso". Insomma, la parola d'ordine uscita fuori è: "non possono esistere due Pdl", dunque serve una riunificazione che Berlusconi ha chiesto 'intimando' la pace ai protagonisti della spaccatura isolana, nel corso di due distinti incontri: prima con il "ribelle" Micciché, accompagnato da Marcello Dell'Utri; poi, a pranzo, con i "lealisti" Domenico Nania e Giuseppe Castiglione, il presidente dell'Ars Francesco Cascio e il capogruppo Innocenzo Leontini guidati dal Guardasigilli Angelino Alfano.
Alla fine il Cavaliere ce l'ha fatta a convincere Miccichè a bloccare il progetto del "partito del Sud" e lavorare per la riunificazione del Popolo della libertà in Sicilia. Solo che è rimasto il nodo del sostegno al governatore Raffaele Lombardo. Il sottosegretario con delega al Cipe Micciché, infatti, lo ha posto come pregiudiziale per riprendere il dialogo, mentre gli esponenti dell'altra fazione ieri hanno ribadito il no a Lombardo. Anzi. Domenico Nania, uno dei due coordinatori del Pdl in Sicilia, ne ha chiesto ufficialmente le dimissioni: "Deve lasciare perché ha tradito il voto degli elettori, imbarcando un partito, il Pd, che dalle urne era uscito sconfitto". Una richiesta che ha motivazioni politiche, precisa Nania, diramata però a commento degli ultimi sviluppi dell'inchiesta di mafia che, a Catania, coinvolge il governatore.

Miccichè ha commentato sul suo blog il vertice romano:
"L’incontro col Presidente Berlusconi è stato, come sempre, piacevole e positivo. Abbiamo parlato di diverse cose, affrontato varie questioni. Sulla questione siciliana, mi ha chiesto di assumermi la responsabilità della riunificazione del partito. Io gli ho dato la mia disponibilità, ma ho anche ribadito essere il mantenimento del patto elettorale, stretto due anni fa con i siciliani, condizione senza la quale non sono disposto ad immaginare alcun percorso di ricomposizione, che deve, invece, avere come scopo precipuo quello di evitare ogni possibile rischio di ribaltone. Abbiamo parlato anche di Partito del Sud. Mi ha visto ancora convinto della bontà ed utilità del progetto. Tuttavia, mi ha chiesto di rinviare ogni iniziativa politica che vada in tal senso ed io ho acconsentito, cosicchè possa, in questo momento, concentrarmi sulla situazione siciliana. Ci rivedremo nei prossimi giorni e affronteremo nuovamente il problema, cercando per esso la soluzione migliore".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it, Repubblica.it]

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13 maggio 2010
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