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Il Cavaliere ha la scadenza come lo yogurt

Secondo Massimo Ciancimino Berlusconi "ha la data di scadenza come lo yogurt"

22 maggio 2010

"C'é un'aria di ricerca di una nuova entità, anche perché si capisce benissimo che abbiamo un premier che è come uno yogurt e ha una data di scadenza".
Così Massimo Ciancimino è tornato, durante la presentazione del suo libro 'Don Vito' a Bologna, sulle frasi pronunciate dieci giorni fa a 'Annozero' quando disse di sentire "una puzzetta come nel 1992".

Interrogato dal giornalista Sandro Ruotolo, il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo ha sottolineato di credere che "nel merito delle esperienze da me vissute in quegli anni ci sono molte analogie con l'attuale momento politico". Innanzitutto, ha proseguito, "una grandissima instabilità" tanto che "anche oggi si incomincia a vedere la necessità di un nuovo interlocutore politico". D'altronde per Ciancimino "abbiamo un presidente del Consiglio che è come uno yogurt e ha una data di scadenza" e ancora "nascono nuovi partiti come in Sicilia che tra i propri uomini hanno, guarda caso, sempre alcuni vicini a Dell'Utri". Una situazione che a Ciancimino fa temere per la sua incolumità personale: "Ma spero che le conseguenze e il tipo di terapie attuate siano diverse", ha concluso tra gli applausi.

Il destino di Paolo Borsellino fu chiaro a Massimo Ciancimino quando incontrò in aereo il generale Giuseppe De Donno. Così lo stesso Ciancimino ha raccontato di aver risposto risposto giovedì sera a Salvatore Borsellino prima di presentare insieme il libro scritto dal figlio di Vito Ciancimino (LEGGI). "Salvatore mi ha preso da parte e mi ha fatto una domanda: 'Vorrei capire perché e quando si è deciso di uccidere mio fratello?", ha raccontato Ciancimino a Bologna. "Ho risposto: nel momento in cui, ed è amaro dirlo, quel capitano De Donno mi incontra in aereo e mi chiede un canale privilegiato tra due alti esponenti del Ros e Cosa Nostra", ha proseguito: "Ecco, lì si è decisa e accelerata la morte di Borsellino".
Davanti a una folla che l'ha accolto tra gli applausi (gli stessi che l'hanno salutato sul treno da Roma, ha riferito) e ha poi fatto la fila per un suo autografo, Ciancimino ha anche parlato di Bologna, dove vive con la famiglia: "Questa città mi ha accolto con indifferenza e con la stessa cerco di non espormi: amo Bologna e ci sto bene", ha spiegato, sottolineando di "cercare di non essere ingombrante per nessuno". A Palermo, invece, "anche ieri (giovedì scorso, ndr) la gente che mi incontrava, sputava per terra e guardava da un'altra parte". Qualche problema solo per il figlio piccolo: "A volte non viene invitato alle feste, perché gli amici hanno paura della mia scorta", ha rivelato Ciancimino aggiungendo comunque "di rispettare ogni pregiudizio, critica e differenza". [ANSA]

 

 

 

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22 maggio 2010
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