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Il cimitero della lupara bianca

Trovati resti umani in un "cimitero" delle cosche messinesi. Apparterrebbero a due uomini scomparsi negli anni '90

07 gennaio 2011

Emergono lentamente dal passato e dall'oblio in cui erano stati condannati a rimanere alcuni dei corpi delle tante vittime della 'lupara bianca' in Sicilia. Cadaveri senza nome seppelliti in gran segreto dai boss in un cimitero di mafia scoperto nel messinese. Due sono stati ritrovati ed altri tre vengono cercati su un vasto terreno nella zona di Mazzarrà Sant'Andrea.
Negli anni '90 in questa zona vi fu una guerra tra le cosche che portò all'ascesa dei "Mazzarroti". Sono 33 le denunce per persone scomparse da queste parti tra il 1983 ed il 2000. Una fonte confidenziale sta raccontando alla Procura distrettuale antimafia di Messina nuovi dettagli di quella faida.

Da due giorni si scava in una vasta area di contrada Piano Gorne dove, mercoledì pomeriggio, sono stati trovati i resti di due cadaveri. Sarebbero quelli di Natale Perdichizzi, scomparso dalla sua abitazione il 23 luglio del 1997 a 26 anni e di Antonino Ballarino, del quale non si avevano più notizie dal 23 marzo del 1993. Le conferme arriveranno tra qualche giorno dopo che saranno resi noti i risultati dei rilievi scientifici sui resti recuperati.
Le ricerche, però, sono state estese per una zona di 80 ettari. Le indagini sul cimitero di mafia sembrano collegate anche alla ricerca di un arsenale per il quale, nelle scorse settimane, venne sequestrata e interessata da scavi alla "Marchesana", tra Terme Vigliatore e Barcellona Pozzo di Gotto. E ieri pomeriggio la zona delle ricerche si è allargata. Alcuni escavatori si sono spostati in contrada Mandrì, nei pressi dell'alveo del torrente Mazzarrà. Il territorio particolarmente impervio e protetto da una fitta vegetazione, è presidiato dalle forze dell'ordine. Sono numerose le auto dei carabinieri che hanno percorso la provinciale che poi immette per il comune di Novara di Sicilia.

Le inchieste degli ultimi anni sono riuscite a sgominare buona parte dell'organizzazione mettendo in luce i complessi intrecci per il controllo sulle principali opere di quella zona, come gli appalti per il raddoppio ferroviario e nuovi insediamenti turistici. Proprio dal torrente Mazzarrà arrivavano i principali flussi di sabbia prelevata dall'alveo del corso d'acqua. Affari che con il corso del tempo hanno consentito alle cosche di effettuare un salto di qualità con il controllo del settore dello smaltimento dei rifiuti. [Informazioni Ansa, Adnkronos]

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07 gennaio 2011
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