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Il ''Circo Città di Roma'' condannato dal tribunale di Palermo per maltrattamento di animali

La condanna è avvenuta di seguito a una denuncia della LAV

27 dicembre 2005

Il circo ''Città di Roma'' è stato condannato per maltrattamento di animali dal Tribunale di Palermo, Gip dott. Giuseppe Rizzo, con sentenza n. 473/05. Lo ha reso noto la LAV, autrice della denuncia dalla quale scaturì il procedimento penale conclusosi con la condanna di Elio Bizzarro, titolare del Circo, al pagamento di tremila euro di sanzione.
La denuncia venne formulata dalla LAV, assistita dall'avv. Francesco Maurigi, nel gennaio 2004 quando il Circo era attendato a Palermo. Proprio in questi giorni, invece, lo stesso circo (sulla cui condanna ha influito la recidiva del reato per altri casi di sevizie agli animali accertate dalla Magistratura) ha inaugurato a Catania, sempre con animali prigionieri delle sue gabbie.
La condanna al titolare del Circo Città di Roma è ora definitiva.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo, dott. Rita Fulantelli, delegò le indagini alla Polizia Municipale (Nucleo Operativo di Protezione Ambientale) la quale riscontrò in pieno i fatti denunciati dalla LAV: elefanti in condizione di quasi immobilità, tigri in spazi angusti esposte al freddo e nel complesso tutti gli animali tenuti in strutture non idonee a garantire l'igiene e la pulizia.

Grande soddisfazione è stata espressa dalla LAV: ''Abbiamo attivato il nostro Ufficio legale al fine di valutare se a causa delle ormai numerose condanne contro circhi con animali prigionieri - ha dichiarato Giovanni Guadagna, responsabile nazionale settore ''circo'' della LAV - possano ravvisarsi comportamenti penalmente rilevanti anche nei confronti di chi rilascia a queste strutture le autorizzazioni amministrative per potere agire. E’ incredibile che queste attività, basate sullo sfruttamento commerciale degli animali ridotti in spazi angusti e sottoposti a duri addestramenti, ricevano ancora i nulla osta dai Servizi Veterinari delle Ausl. Questo nonostante dal maggio 2000 vi sino dei precisi criteri per il corretto mantenimento degli animali nei circhi, puntualmente disattesi dai responsabili circensi. Ci chiediamo cosa abbiano ''controllato'' i Veterinari dell'Ausl dal momento in cui era impossibile, ad esempio, non accorgersi degli elefanti alla catena''.
''Sicuramente i tempi sono maturi perché una legge vieti il possesso degli animali prigionieri nei circhi. La cosa incredibile - ha concluso Guadagna - è che questi riescono ancora a presentare il loro serraglio, degno dei peggiori prototipi settecentesci, come 'cultura' e 'divertimento'. Al circo gli animali non si divertono, ma sono ridotti ad automi, sotto il gioco della frusta, per il scopo commerciale di ormai poche imprese circensi mantenute dai contributi del Ministero dei Beni Culturali, il quale elargisce milioni di euro perché una vecchia legge del 1968 riconosce loro una incredibile funzione sociale''.    

INFO
- Le campagne LAV
- Dossier LAV sui circhi

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27 dicembre 2005
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