Il Civico e l'ospedale dei Bambini peggio dell'Africa
L'assessore alla Sanità e il primario di Gastroenterologia dell'ospedale Di Cristina contro l'ARNAS di Palermo
"La disorganizzazione che c'è all'ospedale Civico non ha pari in nessuna parte del mondo. È peggio anche dell'Africa. E questo non per colpa del personale medico, eccellente, ma per carenze organizzative dell'azienda sanitaria". Questo ha detto l'assessore regionale per la Salute Massimo Russo incontrando i sindacati della Cisl e della Uil nell'aula multimediale del Civico di Palermo.
"È inammissibile che si impieghino 15 giorni - ha aggiunto - per trasferire un paziente da un reparto all'altro o se ne aspettino tre in pronto soccorso dove non si dovrebbe stare più di 24 ore". Per Russo "l'ospedale Civico è indietro di 30 anni rispetto agli standard delle altre strutture sanitarie del resto d'Italia, e 20 rispetto al Garibaldi di Catania e all'ospedale di Messina".
"È inammissibile - ha concluso - che ci siano lacune gravi come l'informatizzazione del pronto soccorso. Solo qualche settimana fa è stato finalmente istallato il monitor che mostra i tempi di attesa". "Non tutti i medici vogliono lavorare al meglio e per il bene dei pazienti e del sistema pubblico della sanità. Chi non vuole sposare il piano di riforma, ispirato ai principi dell'etica e del rigore, è pregato di farsi da parte e lasciare il proprio posto a chi lo merita - ha detto ancora - Se ospedali come il Civico hanno delle criticità è a causa di questi medici che non permettono a quelli capaci di lavorare al meglio".
"Ma la responsabilità è anche e soprattutto di quei dirigenti che, tranquilli per la loro appartenenza politica, non sono in grado di mettere in pratica la linea del piano di riforma. Niente di più sbagliato". Il riferimento è a Dario Allegra, che si è dimesso da direttore generale il 2 febbraio scorso (LEGGI).
"Bisogna risollevare il Civico - ha precisato Russo - eliminando quelle criticità organizzative che già da oltre un anno erano state segnalate al direttore Allegra che però non ha messo in atto i cambiamenti necessari". Per Russo "la priorità ora è scegliere un nuovo manager che sia in grado di ottimizzare le risorse umane e tecniche dell'ospedale. Sono disposto a individuare, con i sindacati e i medici, il nuovo dirigente che non deve essere legato ad alcun padrino politico ma che spicchi esclusivamente per i suoi meriti professionali".
A denunciare situazioni limite nella sanità anche Giuseppe Iacono, primario di Gastroenterologia dell'ospedale dei bambini Di Cristina di Palermo intervenendo allo stesso incontro con i sindacati. "I bambini ricoverati negli accampamenti medici nel deserto del Sahara ricevono migliore assistenza sanitaria perchè hanno spazi più ampi e medici che si dedicano con più serenità a loro" ha detto. "Lavoro all'ospedale dei Bambini da circa 40 anni - ha aggiunto - e non c'è mai stato un solo anno in cui il pronto soccorso non sia stato preso d'assalto e sul punto del collasso con decine di bambini ricoverati nei corridoi". "La nostra è l'unica pediatria con l'unità di rianimazione della Sicilia occidentale - ha aggiunto - con un bacino di utenza di circa 3 milioni di persone e ogni anno nei periodi di pandemie influenzali ci troviamo a fare fronte a vere e proprie emergenze". "Al contrario di quello che accade da noi - ha aggiunto -: costretti a correre facendo slalom tra le barelle nei corridoi con il rischio di tirarci dietro inavvertitamente flebo, mascherine per l'ossigeno e lettini".
"Non si può lavorare così - ha precisato Giovanni Farro, medico del pronto soccorso del Civico - Quando ci diamo il cambio con i colleghi a fine turno, ci vergogniamo per i pazienti e per l'impossibilità a dare il massimo". Per Farro "è mortificante quando vediamo che un paziente con una frattura, magari ad una gamba, debba spostarsi da solo da un reparto all'altro per fare le lastre. O quando con un pizzico di speranza annunciamo al fortunato di turno che forse avrà una barella".
Intanto, da parte sua, Gianfranco Miccichè, continua la "sua battaglia" contro l'assessore Russo lanciandogli una "nuova sfida". Sul suo blog si legge: "Tempus fugit e anche l’assessore Russo, a quanto pare. Ma noi non molliamo la presa e per ammazzarlo (il tempo, s’intende) firmiamo petizioni e ci lasciamo insinuare dai dubbi, che, come i secondi segnati dal nostro countdown, diventano sempre più numerosi. Un dubbio su tutti: perché – prosegue il post – Roberto Calaciura, manager dell’Asp di Catania, uomo vicinissimo a Lombardo, non ha ricevuto lo stesso intransigente trattamento che ha ricevuto Dario Allegra? Perché l’irreprensibile Russo non è andato in tv a tuonare anche contro il manager dell’Asp di Catania chiedendone le dimissioni, dopo aver appreso – continua – dell’affidamento (senza gara!) di un servizio da 350 milioni di euro all’azienda del marito della presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro? (nella storia del Pta di Giarre. ndr) Va bene l’indagine sull’operato dll’Asp, annunciata dall’assessore togato, va bene – aggiunge – la revoca dell’appalto (e ci mancava pure!), ma onestamente ci sembra pochino. Perchè la diversità dei trattamenti? Sarà mica un fatto di carta d’identità? Bastava dirlo: avremmo suggerito al buon Dario Allegra di cambiare residenza. O è un fatto d’identità politica? Anche qui – conclude il post -, bastava dirlo: avremmo suggerito al buon Dario Allegra di iscriversi all’Mpa".
[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it]